Tertio Millennio Film Fest 2023, l’armonia delle differenze tra fedi e culture
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
L’ “Armonia delle differenze” che è opera dello Spirito, come ha spiegato Papa Francesco, ed è la prima fonte di bellezza, è protagonista della edizione 2023 - la ventisettesima - del Tertio Millennio Film Fest, che promuove il dialogo tra religioni e culture diverse attraverso il cinema. L’appuntamento, dal 13 al 18 novembre a Roma, si è aperto la sera di lunedì con una proiezione riservata, nella Filmoteca Vaticana, di Green Border, premio speciale della giuria all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. La regista polacca Agnieszka Holland, che nel suo film racconta in bianco e nero il dramma di una famiglia siriana che cerca di raggiungere l'Europa attraverso il confine tra Bielorussia e Polonia, riceverà domani sera, dopo una masterclass al Cinema Nuovo Olimpia previsto alle 19.30, il Premio Fuoricampo dai promotori di Tertio Millennio, di Religion Today di Trento e di Popoli e Religioni di Terni.
Il Premio Fuoricampo a Green Border
Il “green border”, spiega Gianluca Arnone, direttore artistico del Festival e caporedattore de La Rivista del Cinematografo della Fondazione Ente dello Spettacolo, l’organismo della Conferenza episcopale Italiana in dialogo col mondo del cinema e primo promotore dell’evento, “è il confine tra bene e male, cioè tra quello spirito di fraternità, che lo stesso Papa Francesco ci chiede di coltivare e lo spirito di paura, quindi di chiusura, che invece purtroppo vediamo affermarsi ogni giorno”. Di qui la scelta di fare del Papa il testimonial della nuova edizione di Tertio Millennio Film Fest. Avviato per volontà di San Giovanni Paolo II nel 1997, il Festival è organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo (Feds), con il patrocinio dei Dicasteri per la Cultura e l’Educazione e per la Comunicazione della Santa Sede, dell’Ufficio Comunicazioni Sociali e dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (Unedi) della Cei, in collaborazione con le principali comunità religiose presenti in Italia: la Chiesa Valdese, l'Unione delle comunità ebraiche (Ucei), l'Unione delle comunità islamiche (Ucoii), la Coreis, l'Unione buddhista italiana e l'Unione induista italiana.
Il convegno interreligioso del 14 novembre alla Biblioteca dell'Ebraismo
Comunità religiose che sono protagoniste del primo evento pubblico del Festival, il convegno interreligioso che si tiene alle 11 del 14 novembre presso la Biblioteca Nazionale dell’Ebraismo Italiano “Tullia Zevi”. “Ogni generazione è da ‘evangelizzare’ sull’inutilità della guerra – scrive monsignor Davide Milani, presidente della Feds, nella presentazione del Festival - e sulle sue drammatiche conseguenze, visibili e inimmaginabili, sulle vie più promettenti per risolvere i conflitti”. Abbiamo bisogno, spiega, “di una narrazione per immagini, di documentari, di cinema che in modo autentico rendano ragione della memoria, non in senso archivistico, ma per condividere la traccia che permane nelle donne e uomini che vivono queste esperienze drammatiche. La XXVII edizione di Tertio Millennio Film Fest vuole essere il luogo di questa condivisione della memoria per promuovere il dialogo tra religioni e culture diverse attraverso la lingua franca del cinema”.
Otto film in concorso e tre premi finali
Nel pomeriggio, il primo evento speciale del filone intitolato “Testimoni di speranza”: Pietre d’inciampo, il cortometraggio degli alunni della scuola primaria Così per gioco di Roma, in rete con gli alunni dell’IC Fabrizio De André di Pomezia, sarà proiettato alle 17, sempre al Cinema Nuovo Olimpia. Il concorso per lungometraggi del Tertio Millennio Film Fest aprirà con la proiezione del nepalese The Red Suitcase, di Fidel Devkota, alle 17.30. Il Festival, dopo la proiezione degli altri 7 film in concorso, altri eventi speciali, la proposta per gli studenti Tertio lab che prevede anche la visita alle comunità buddhista e protestante di Roma, si chiuderà sabato 18 novembre con una seconda masterclass.
Il 18 l'incontro con Mihaileanu, Train de vie e il concerto
Protagonista, alle 17.30, il regista franco-rumeno Radu Mihaileanu, divenuto famoso con Train de vie, una storia a lieto fine nella tragedia dell’Olocausto, applaudito nel 1998 alla Mostra del Cinema di Venezia. Incontro che precederà la cerimonia di chiusura con la premiazione dei film vincitori. Tre saranno i premi assegnati: il Premio Tertio Millennio al miglior film del concorso assegnato dalla Giuria Interreligiosa, il premio al miglior film assegnato dalla Giuria della Critica Sncci, il premio “Nuovi Sguardi” assegnato dagli studenti di cinema dell’Università Salesiana. Mihaileanu presenterà poi un suo altro successo, Il Concerto, del 2009, in proiezione dalle 20.
Arnone: un dialogo possibile e davvero arricchente
Ma ecco come il direttore artistico Gianluca Arnone presenta il Tertio Millennio Film Fest 2023 a Vatican News, parlando anche dell'esperienza di dialogo e confronto che si vive ogni anno nel tavolo di progettazione del Festival, con i rappresentanti delle diverse comunità religiose italiane.
Il tema scelto per questa 27.ma edizione di Tertio Millennio Film Fest, “L'armonia delle differenze”, vale ancora di più in questo tempo, con il Medio Oriente multireligioso e multiculturale in fiamme?
Sembra in effetti un tema provocatorio, visto quello che sta accadendo nel mondo, dopo la guerra in Ucraina e ora il conflitto in Medio Oriente. In realtà è un tema che ci è stato consegnato direttamente da Papa Francesco, in un’udienza storica per la Fondazione Ente dello Spettacolo, che festeggiava il suo 75.mo. In quell’incontro, al quale hanno partecipato diversi esponenti del mondo del cinema, registi e attori, il Papa ci ha ricordato che l'arte può essere il ponte tra le persone e tra le culture, e che nel rispettare le differenze di ciascuno, le armonizza. Ci è sembrato un messaggio totalmente “armonico” con la mission del nostro Festival, che da diversi anni vuole promuovere attraverso il cinema, proprio il dialogo tra religioni differenti e tra culture diverse. Quindi l'armonia delle differenze era davvero il tema e il titolo obbligato, dopo il bellissimo incontro che abbiamo avuto a febbraio scorso con Francesco
Attraverso il convegno interreligioso che apre il Festival e poi le varie pellicole, vorreste far capire quindi, che l'altro è un dono, come scrive il vostro presidente monsignor Milani nella presentazione, un dono che ci arricchisce e non una presenza da evitare o addirittura da sopprimere come avviene nei conflitti?
Assolutamente! L'altro è sempre una rivelazione che ci riguarda, non è un limite, non è il nemico, non è qualcosa che ci priva di quello che siamo, dei nostri ideali, dei nostri valori, ma ci permette invece di metterli a confronto, di testarli e di arricchirli. E questa è una esperienza che facciamo anno dopo anno con il Tertio Millennio Film Fest, proprio grazie al tavolo di progettazione del Festival, dove si incontrano comunità religiose molto diverse tra loro. D’obbligo pensare alla comunità ebraica e a quella musulmana, ma ci sono anche quella protestante, cattolica, induista, la buddista. Attraverso il Festival, con il lavoro della giuria e della progettazione, sperimentiamo come questo dialogo non solo sia possibile, ma sia ogni volta straordinariamente arricchente.
Una novità di quest'anno, che sarà il primo appuntamento dopo il convegno interreligioso, è Tertio Lab. Ce lo vuoi presentare?
Era da tempo che pensavamo ad un percorso per gli studenti delle scuole secondarie. Viviamo in un'epoca in cui siamo sommersi da immagini, e spesso sono immagini come quelle che ci arrivano dal Medio Oriente: drammatiche, tragiche, che non ci permettono però di capire bene i conflitti e di arrivare anche a una comprensione più profonda di quello che è il mondo di oggi. Invece il cinema ha questa capacità di andare oltre l'epidermide delle immagini, per svelare cosa c'è sotto. Con Tertio Lab vogliamo proprio dare a questi ragazzi gli strumenti per decifrare il linguaggio delle immagini, per capire che cosa c'è dietro la costruzione narrativa per immagini e per dargli anche la possibilità, visto che sono i primi produttori e i primi utilizzatori di immagini, di potersi raccontare e raccontare attraverso le immagini. Quindi Tertio Lab è davvero un progetto molto affine allo spirito del Tertio Millennio Film Fest, proprio perché permette da una parte a questi ragazzi di esprimersi, ma anche di cogliere tutte le sfumature della realtà che vivono attraverso quello che è il linguaggio predominante, appunto il linguaggio per immagini.
Cavalcando la cronaca, anche il tema del primo evento speciale, Pietre d'inciampo, sembra preso proprio dai giornali…
Non è solo un cortometraggio di 7 minuti, realizzato da due scuole primarie di Roma che avevano partecipato a un Progetto cinema per la scuola, finanziato dal Ministero. Guardando quello che è accaduto qualche giorno fa proprio a Roma, con danneggiamento di alcune di queste pietre d'inciampo, si fa quanto mai urgente ricordare che cosa fossero quelle pietre d'inciampo, che cosa rappresentano, a che cosa rimandano. Mi fa molto piacere che siano stati dei bambini di sette otto anni che hanno realizzato questo lavoro e che si fanno portatori di una testimonianza di cui noi adulti abbiamo bisogno.
Successivamente la masterclass con Agnieszka Holland e il suo film Green Border. Perché avete scelto di premiarlo con il premio Fuoricampo?
Innanzitutto è stata una novità, perché il premio Fuoricampo, attribuito dai tre festival di cinema e spiritualità in Italia, ovvero oltre a Tertio millennio, Popoli e religioni di Terni e il Religion Today di Trento, è sempre stato assegnato a un film italiano. Ma proprio la natura del premio Fuoricampo ci ha permesso quest’anno di andare oltre i confini nazionali e allargare il nostro sguardo al cinema europeo, a quell'Europa di cui ci sentiamo parte, come se fosse la nostra grande comunità. Green Border parla di questo, raccontando le vicissitudini di un gruppo di immigrati al confine tra Polonia e Bielorussia. E lo fa svelando quali sono i meccanismi, talvolta anche diabolici, che stanno dietro ad un sistema di accoglienza. E quel “green border” è anche un confine interiore, ed è qui il senso del film, il confine tra bene e male, cioè tra quello spirito di fraternità, che lo stesso Papa Francesco ci chiede di coltivare e quello spirito di paura, quindi di chiusura, che invece purtroppo vediamo affermarsi ogni giorno. È un film che scuote le coscienze, di impatto emotivo molto forte ed era giusto, a nostro modo di vedere, farne il testimonial della 27. ma edizione di Tertio Millennio Film Fest.
Infine, per questa edizione del Festival, che dal 2017 è anche competitivo, e assegnate tre riconoscimenti, avete scelto otto lungometraggi in concorso. Puoi brevemente presentarli?
Come tutti gli anni, abbiamo cercato di dare voce alle cinematografie di Paesi diversi. C'è l'Italia con un'opera sorprendente, come Una madre di Stefano Cantini, col rimorso di coscienza di una giovane madre costretta ad abortire, ma che il destino metterà di fronte al rapporto con un altro bambino. O l’esperienza della Robin di Melk, dai Paesi Bassi, che dà alla luce un bimbo nato morto, ma ha molto, troppo latte che vuole donare alle madri che ne hanno bisogno. Ma ci sono anche film che arrivano dai paesi nordici che invece sembrano molto più latini nello spirito, come The man from Rome, assolutamente inedito in Italia, con Michele Riondino nei panni di un inviato del Vaticano, un sacerdote chiamato a indagare in una piccola comunità olandese su un presunto miracolo: la statua di una Madonna che piange. Questo miracolo interroga Michele Riondino come sacerdote, ed emergono poi le dinamiche spirituali e non, che attraversano questa comunità. Ci sono film che parlano del rapporto con il passato come Traces, il film croato, e pellicole che invece ci invitano a scoprire la spiritualità orientale come il nepalese The Red suitcase. Film che parlano alle nuove generazioni europee come l'ungherese e Explanation for Everything. E poi ci sono film su cui noi puntiamo proprio perché siano una vetrina del nuovo cinema mondiale. Parliamo ad esempio di Totem, della messicana Lila Villas, che il Messico ha candidato per concorrere agli Oscar come miglior film straniero. E ancora, dalla Polonia, il film di Robert Glinski, Figurant, che racconta una storia che non tutti conoscevamo, di una spia che per vent'anni ha spiato la vita di Karol Wojtyla prima che diventasse Pontefice. Quindi un film sembra un giallo, ma veramente tutto da scoprire, con delle tonalità molto nette. Nella scelta che abbiamo fatto abbiamo cercato di privilegiare sicuramente una freschezza di sguardo che abbiamo rinvenuto in questi autori, ma anche la problematicità di temi che spesso la cinematografia più commerciale dimentica e che i festival come Tertio Millennio hanno l'obbligo invece di riscoprire e porre all'attenzione del pubblico.
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