Disabilità, suor Donatello: “Occorrono maggiori aiuti per chi vive questa condizione”
Marina Tomarro - Città del Vaticano
“Nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle scuole, nel lavoro, nello sport: impariamo a valorizzare ogni persona con le sue qualità e capacità, e non escludiamo nessuno”. Così ieri, domenica 3 dicembre, nel post Angelus Papa Francesco ha menzionato la Giornata Internazionale delle persone con disabilità. Secondo gli ultimi dati Istat, in Italia le persone con disabilità sono poco meno di 13 milioni, tra di loro sempre più anziani, ma anche moltissime persone con malattie rare. Di queste, oltre tre milioni sono in condizione di grave disabilità. Tra le persone con disabilità grave, quasi un milione e 500 mila ha una età superiore a 75 anni.
Allargare lo sguardo verso la disabilità
“Quando si parla di disabilità si pensa solo a quelle congenite – spiega suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità – invece bisogna pensare anche a quelle acquisite a causa di malattie a volte o di incidenti. Il problema non è tanto costruire nuovi scivoli, quelli spesso si trovano sia sui marciapiedi che nelle chiese, la difficoltà reale è quella di abbattere il pregiudizio. Infatti il Papa nel suo messaggio ci parla proprio di una società inclusiva per tutti e questo vuol dire abbattere le proprie barriere, andare al di là di credere che l’altro abbia solo dei bisogni primari, ma invece guardare anche i suoi sogni, i suoi desideri, di come vuole condurre la sua vita. Papa Francesco ci invita proprio a questo ad allargare il nostro sguardo”.
Ognuno ha diritto a vivere i propri sogni
Spesso l’inclusione diventa l’ostacolo più difficile, perché ci mette di fronte ad una realtà differente costringendoci ad uscire dalle nostre zone confort e a confrontarci con l’altro. “L’altro in questo modo mi provoca – sottolinea suor Donatello – perché chi vive una disabilità sa stare nel suo mondo, siamo noi che facciamo fatica a confrontarci con chi è differente, perché spesso rimaniamo nei nostri limiti, e la fragilità ci fa paura, soprattutto quando tocca la nostra vita, l’altro ci chiede di entrare in relazione e non sempre siamo pronti ad accettare. I disabili ci scomodano e proprio per questo svegliano anche le nostre coscienze”
Maggiori aiuti per i disabili e le loro famiglie
Ma anche gli aiuti per chi vive la disabilità sono pochi. Infatti, solo in Italia le famiglie con disabili che si trovano a sostenere frequentemente costi per le cure, sono il 79,2%. Ma non solo. Circa un terzo delle persone con disabilità grave vive da solo, tra gli ultrasettantacinquenni la quota sale al 42%. “Quello che serve urgentemente – sostiene suor Veronica – è quello di offrire sostegni diversificati, perché spesso davanti ad una disabilità viene data una risposta unica e questo non è corretto. Pensiamo ad esempio al mondo della scuola, è molto bello ma non ci sono progetti oltre la scuola dell’obbligo. Ad esempio per i ragazzi autistici, dopo i 18 anni non ci sono più aiuti. E allora da una parte è importante non frammentare questi aiuti, ma anche renderci conto che l’altro ha una vita, e perciò ci devono essere percorsi diversificati. Chi vive la disabilità ha il diritto di scegliere, e spesso le istituzioni questo non lo prevedono. E non dimentichiamo che i disabili non sono solo un problema da risolvere ma parte integrante della società che contribuiscono a costruire con i loro talenti”.
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