"Immischiati", un progetto per dare nuova linfa all’impegno dei cattolici nella società civile
Marco Guerra – Città del Vaticano
“Immischiati, non guardare la vita dal balcone mettiti in gioco”, questo è lo slogan che muove il corso completamente gratuito sui pilastri della Dottrina Sociale della Chiesa - persona, bene comune, solidarietà, sussidiarietà, partecipazione – teso a formare un attivismo cattolico capace di contaminare con valori e proposte concrete tutti gli ambiti della società.
Oltre 7 mila attivisti cittadini coinvolti
Il corso, sostenuto dalla Fondazione per la Natalità e dall’Associazione OL3 né indignati né rassegnati, si è sviluppato on-line dal settembre del 2022 e ha convolto più di 7400 persone, sparse in maniera capillare in tutte le provincie d’Italia. Dopo oltre un anno questo percorso di formazione si conclude sabato 16 dicembre a Roma, al Centro Congressi Angelicum, dove, dalle ore 9,30, ci terrà un confronto arricchito da interventi di sacerdoti e laici che hanno un grande impatto in ambiti diversi della società civile, tra i presenti il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale italiana.
De Palo (Fondazione Natalità): diffondere i principi della dottrina sociale
Gigi De Palo, ideatore del progetto, presidente della Fondazionale Natalità e già presidente del Forum delle Associazioni Famigliari Italiane, aiuta a comprendere meglio le finalità e l’approccio di Immischiati: “Il progetto nasce 16 anni fa da un gruppo di mamme e papà che si sono chiesti come poter migliorare la qualità della partecipazione e che da allora hanno iniziato a studiare la dottrina sociale della Chiesa”. “Abbiamo ideato un format per rendere accessibili a tutti questi contenuti molto complessi – continua De Palo -, ad esempio spiegando il concetto di sussidiarietà tramite dei film della commedia italiana”.
Il programma dell’evento
Nel settembre 2022 Immischiati ha lanciato il corso on-line per 500 persone, ma le richieste di partecipazione sono state talmente numerose che alla fine sono state coinvolte oltre 7400 persone e sabato viene presentata la “seconda fase del progetto”. “Sabato ospiteremo 1300 partecipanti del corso on-line – spiega ancora De Palo – ma poi il progetto passerà dall’on-line all’on-life, ovvero cercheremo di incontrare le persone sul territorio e organizzeremo cinque incontri in cinque città italiane sui temi di persona, bene comune, solidarietà, sussidarietà e partecipazione”. De Palo riferisce che la giornata sarà “un promo” dell’impegno futuro e che ci sarà un saluto del cardinale Zuppi. Il programma prevede la presenza di don Fabio Rosini che parlerà dell’importanza del non rassegnarsi, poi sarà la volta di don Luigi Maria Epicoco che racconterà come vivere da "immischiati"; l'attore Giovanni Schifoni farà una testimonianza riportando la sua esperienza di artista; don Alberto Ravagnani interverrà invece per spiegare come immischiarsi nei social. Infine la relazione di padre Paolo Benanti, unico membro italiano all’Onu per quanto riguarda l’intelligenza artificiale.
“Immischiarsi non significa annacquarsi”
Secondo De Palo, i cattolici sono determinati sia per il futuro dell’Italia sia del mondo intero, “perché in una società sempre più plurale ed esposta a forti contrapposizioni il cattolico è capace di fare sintesi, aiuta a leggere la complessità e a ricercare il bene comune”. “Immischiarsi non vuol dire annacquarsi – prosegue l’ideatore del progetto – ma portare avanti i propri valori all’interno del mondo in cui si vive, ‘nel mondo ma non del mondo’, questa è la sfida”. Per De Palo, lo stile del cattolico è quello di risolvere i problemi “mentre tutti fanno rumore”, nel recente passato il Forum è infatti “riuscito a far approvare l’assegno unico per le famiglie” all’unanimità. La Fondazione per la Natalità è uno dei motori di Immischiati, quindi l’apertura alla vita e la demografia sono una delle sfide del progetto di formazione insieme a molte altri come può essere il lavoro e un’economia più giusta. “Noi vogliamo migliorare la qualità della partecipazione dei cittadini – conclude Gigi De Palo – perché non è vero che le persone non vogliono partecipare ma spesso è volentieri non hanno gli strumenti per farlo”.
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