Cerca

I ragazzi dell'associazione Aksyon Gasmy provenienti da Haiti, hanno fatto dono al Papa di una croce. Jeff, il giovane con la sciarpa rossa, l'ha realizzata I ragazzi dell'associazione Aksyon Gasmy provenienti da Haiti, hanno fatto dono al Papa di una croce. Jeff, il giovane con la sciarpa rossa, l'ha realizzata  (Vatican Media)

I dolori di Haiti nella croce donata al Papa

All’udienza generale ha partecipato un gruppo di alcuni ragazzi haitiani, portati in Italia dalla missionaria Maddalena Boschetti che da oltre 20 anni vive nel Paese. A Francesco hanno donato una croce in legno, realizzata da uno di loro, nella quale si mostra la speranza e la sofferenza del popolo di Haiti

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Nei volti dei “suoi ragazzi”, come li chiama Maddalena Boschetti, missionaria fidei donum da oltre 20 anni ad Haiti, c’è quella che Papa Francesco chiama “la virtù teologale più piccola ma più forte”, ovvero la speranza. Nelle loro storie, alcune di malattia e di abbandono, c’è la presenza di una Chiesa che non si volta dall’altra parte ma sceglie di camminare accanto, facendo conoscere l’amore di un Padre fedele e misericordioso. La parola che più spesso usa Maddalena è “umanità”, aver insegnato a questi ragazzi il valore della vita, il rispetto e la dignità degli altri, aver fatto conoscere l’importanza della dedizione e del lavoro, aver gettato le basi per assumersi in futuro la responsabilità dei centri con i quali collaborano, fondati da tanti missionari che in quella terra, oggi oltraggiata da violenze e soprusi, hanno creduto in maniera incondizionata.

Le bandiere di Haiti in Aula Paolo VI
Le bandiere di Haiti in Aula Paolo VI

“Il centuplo in terra”

Stamani, 20 dicembre, in Aula Paolo VI l’incontro con Papa Francesco al termine dell’udienza generale. “La prima emozione – afferma Maddalena a Vatican News-Radio Vaticana – è stata la gioia di essere riusciti a incontrarlo e non da sola, ma con questi miei ragazzi meravigliosi che sono venuti in Italia a testimoniare la situazione del Paese e per testimoniare con la loro presenza e amicizia la loro gratitudine alla Chiesa. Sono cresciuti con me quindi per me sono la mia grande famiglia haitiana, il segno del centuplo che anche su questa terra il Signore ci dà”. Una gratitudine che i giovani intendono mostrare stasera presso la Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, santuario dei nuovi martiri, portando da Haiti le reliquie di suor Luisa Dell’Orto, uccisa a Pourt-au-Prince il 25 giugno 2022. “Suor Luisa – spiega Maddalena – è una nuova martire ma noi veniamo da un Paese di martiri perché questa popolazione è vittima innocente, ci sono uomini e donne che lavorano con una fatica enorme in una situazione che qui non possiamo neanche immaginare, lo fanno per dare da mangiare ai propri figli quindi è gente che cerca semplicemente di vivere”.

Ascolta l'intervista a Maddalena Boschetti

Haiti vuole la pace

La situazione ad Haiti resta molto grave, “c'è una difficoltà enorme in tutto ciò che sono i gesti quotidiani”. “Il popolo desidera la pace, vivere con dignità. C'è una fuga di giovani, c'è una fuga di tutti. In verità questa è motivata dal fatto che non ci sono le condizioni anche solo di vita quotidiana, ad esempio nella mia zona, nel nord ovest, la gente ha fame e non sa come riuscire a trovare il piatto di riso quotidiano. Nella capitale la gente cerca di difendere se stessa dalle bande dei criminali”.

Raccogliere il testimone dei missionari

Anche arrivare in Italia, in un Paese dove ormai non c’è più una struttura pubblica che funzioni normalmente, è stato impegnativo con una preparazione dei documenti iniziata a luglio. “Il valore di questa missione con la testimonianza dei ragazzi era troppo importante – spiega Maddalena - sono giovani che hanno scelto di fare delle loro vite dei capolavori, come avrebbe detto Papa Giovanni Paolo II. Questo lo fanno in una straordinaria semplicità, prendendo il testimone dai missionari che hanno impiantato delle opere a favore dei più vulnerabili immettendo nel Paese delle ricchezze di umanità e di fede che i ragazzi hanno sentito loro”. “Ho la gioia di dire che loro sono costruttori di pace perché in un mondo e in un Paese in cui siamo in guerra e siamo vittime della guerra, questi ragazzi hanno deciso di costruire pace e lo stanno facendo”.

L'incontro tra il Papa e i ragazzi di Haiti
L'incontro tra il Papa e i ragazzi di Haiti

I ragazzi e la croce di Jeff 

Maddalena ci tiene a fare i nomi dei suoi “figli”; c’è David 23 anni, arrivato all'ospedale dei Camilliani, che ne aveva quasi due, era malato ed è stato abbandonato. “È stato il primo bimbo che ho incontrato e a cui mi sono perdutamente affezionata all'epoca e lui si è affezionato a me. Gli ho insegnato io un pochino a parlare creolo, immagina che non lo sapevo nemmeno”. Ci sono poi Jocelyn, braccio destro di Maddalena, Annasteel, Falou che continua a fare quello che faceva suor Luisa e infine Jeff Antoine, l’artista del gruppo.

Lui ha consegnato al Papa una croce in legno, che Francesco ha accolto con parole di gratitudine: “Bello, bello”. “Abbiamo pensato di fare un gesto di Natale per lui proveniente da Haiti”, spiega Jeff. Nella croce domina il verde e il celeste del cielo nei due bracci, dove “da una parte - spiega l’artista - ho disegnato un albero caduto ma dove si vedono le radici che sono quelle che danno la vita”, simbolo tra l’altro dell’associazione Aksyon Gasmy, quella di Maddalena. “Dall’altra parte c’è la vita quotidiana di Haiti e qui c’è il figliol prodigo, abbandonato dalla sua famiglia”. Una realtà sempre più diffusa per migliaia di bambini e in un Paese ormai allo sbando. Infine sulla croce, Jeff ha disegnato un Cristo con la pelle nera che rappresenta il popolo haitiano che soffre. Nel volto di questo ragazzo c’è la gioia di aver ricevuto l’abbraccio del Papa e della Chiesa, è una sorta di restituzione per quello che ha ricevuto fin da piccolo e che lo ha profondamente cambiato. Oggi oltre a disegnare e dipingere, Jeff è impegnato nell’attività di Aksyon Gasmy, nel cercare di portare sollievo alla sua gente ma anche nell’educare le persone a “vivere nella dignità e nel rispetto dei diritti dei più deboli”. “Vorrei un Natale di pace per Haiti – conclude - perché non sia più ostaggio delle bande”.

Ascolta l'intervista a Jeff Antoine

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

20 dicembre 2023, 14:59