Prepararsi a una festa, il cammino quaresimale dei cattolici cinesi
Marta Zhao *
Dopo la liturgia del Mercoledì delle Ceneri, che dà inizio al tempo di Quaresima, i parrocchiani della chiesa di Hancheng a Tangshan, nella provincia di Hebei, hanno ricevuto una scheda-calendario con quaranta proposte di gesti e pratiche ecclesiali da adempiere quotidianamente, uno per ogni giorno del tempo quaresimale. Un giorno c’è da recitare la preghiera per i genitori, un altro giorno c’è l’invito a pregare per quelli che ti hanno fatto del male. E poi ci sono le preghiere per la pace, per i sacerdoti, per la missione. In altri giorni si propone di leggere un brano della Sacra Scrittura o di partecipare in parrocchia all’adorazione eucaristica, oppure di astenersi per un consistente periodo di tempo dall’uso e dalla consultazione del proprio smartphone. «È come raccogliere un fiore al giorno, per formare un bouquet di “fiori spirituali” da offrire all’altare del Signore nel giorno di Pasqua. Così riscopriamo la fecondità del digiuno, della preghiera e dell’elemosina che la Chiesa raccomanda a tutti nel tempo di Quaresima, prestando attenzione a custodire soprattutto il “digiuno del cuore”», ripete il parroco, don Jiang Xiaoman.
Con semplicità e creatività, il popolo fedele di Dio che è in Cina applica alla concretezza della quotidianità i gesti, i precetti e le pratiche che la Chiesa propone ai suoi figli nel cammino verso la Pasqua di Risurrezione. Quest’anno, come accade di tanto in tanto, l’inizio del tempo di Quaresima è coinciso con i giorni di festa del Capodanno lunare, le festività tradizionali più sentite nella cultura cinese. La coincidenza ha consentito alle comunità cattoliche cinesi di vivere in maniera singolare anche i momenti di convivialità familiare come occasioni propizie per procedere nel cammino di testimonianza e conversione interiore.
Monsignor Giuseppe Gan Junqiu, a capo dell’arcidiocesi di Guangzhou, nella sua lettera pastorale per la Quaresima 2024 ha mostrato come lo sguardo cristiano può sciogliere l’apparente contraddizione tra la “festosità” del Capodanno e il richiamo al digiuno e alla penitenza che accompagna il cammino quaresimale. «In realtà — scrive il vescovo cinese — tutte le azioni mosse dall’intenzione di amare sono in ultima istanza rivolte a Dio». Così, «mentre ci lasciamo alle spalle la solitudine della vita urbana, poniamo fine alla lontananza dai nostri cari e torniamo a casa, dove prevale la gioia di ritrovarci con la nostra famiglia. Allo stesso tempo, possiamo vivere anche la Liturgia delle ceneri riconoscendo che anch’essa è una chiamata del Padre eterno rivolta a noi, una chiamata a tornare a casa». Nella sua lettera pastorale per la Quaresima, intitolata “O Dio, crea in me un cuore puro” (Salmi, 51, 10), Gan Junqiu mostra «come possiamo noi cristiani immergerci nell’amore e nel perdono di Dio, in questo momento di festose riunioni di famiglia».
Il Capodanno, nota l’arcivescovo di Guangzhou, è un «dire addio al passato per accogliere l’avvenire». Nel cammino cristiano, in maniera analoga, anche l’esperienza del perdono e del pentimento per i propri peccati è un «dire addio al passato» e un andare incontro fiduciosi al tempo che viene, preparandosi alla festa della Pasqua di Risurrezione. In tale esperienza «diventiamo pieni di gioia e speranza per la vita, siamo resi nuovi dall’amore di Cristo, nella grazia di Dio». La Quaresima è «il tempo di preparazione alla gioia di Pasqua», mentre le feste del Capodanno sono anch’esse occasione per ritrovarsi e ringraziare Dio «per la sua protezione e le sue benedizioni nell’anno passato, per chiedere la benedizione di Dio per la pace e la salute dei nostri familiari e per il nostro lavoro». Così, «non solo custodiamo la singolarità della fede cattolica rimanendo totalmente immersi nella nostra cultura tradizionale, ma possiamo mostrare che la fede cristiana è un dono che rimane sempre nel nostro cuore, in ogni circostanza».
Sabato 17 febbraio, vigilia della i domenica di Quaresima, il vescovo di Handan, Giuseppe Sun Jigen, ha consacrato una nuova chiesa, mentre si era nel pieno dei giorni di festa del Capodanno cinese. «Abbiamo dedicato una bella chiesa al Signore», ha detto il presule ai tanti accorsi a prender parte alla celebrazione, «ma ricordiamoci che dobbiamo dedicare al Signore noi stessi, in corpo e anima». La chiesa, ha ricordato, è il luogo di culto e la casa dei battezzati «dove ricevere la benedizione del Signore che ci rende testimoni di Lui e del suo operare».
* Agenzia Fides
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