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Il Cavaliere Supremo Patrick E. Kelly consegna doni ai bambini di Leopoli, dicembre 2022. ( Foto di Andrii Gorb) Il Cavaliere Supremo Patrick E. Kelly consegna doni ai bambini di Leopoli, dicembre 2022. ( Foto di Andrii Gorb)

I Cavalieri di Colombo: quello ucraino è un popolo di eroi, ma ha bisogno di aiuto

Patrick Kelly, il Cavaliere Supremo dell’organizzazione cattolica di servizio fraterno, racconta il sostegno e gli aiuti forniti agli ucraini sin dalle prime fasi della guerra. “Dobbiamo essere un segno dell’amore di Dio nei loro confronti in mezzo alla tragedia che stanno sperimentando”

Pawel Rytel-Andrianik e Pawel Rozwód – Città del Vaticano

“Il popolo ucraino è un popolo di eroi, che ha ancora bisogno del nostro aiuto umanitario. Quando un elicottero vola sopra un centro per rifugiati, i bambini scappano via impauriti. Questo mostra l’entità della tragedia umana”, è l’immagine descritta da Patrick Kelly, il Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo in una intervista a Radio Vaticana-Vatican News, in occasione del secondo anniversario dell’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina.

L’aiuto dei Cavalieri di Colombo

Kelly sottolinea che, dallo scoppio della guerra, i Cavalieri di Colombo hanno fornito ogni tipo di aiuto al Paese. “In questi giorni – descrive - sono stati consegnati in Ucraina 4000 cappotti per bambini orfani, che hanno perso i loro papà in guerra. Questi bambini hanno più che mai bisogno del nostro supporto e del nostro aiuto. Hanno bisogno del calore. Come ho avuto modo di dire quando sono andato in Ucraina, i Cavalieri di Colombo stanno con il popolo ucraino perché sono persone che soffrono e noi dobbiamo aiutare chi è nella sofferenza, dobbiamo essere un segno dell’amore di Dio nei loro confronti in mezzo alla tragedia che stanno sperimentando”.

250.000 pacchetti di aiuti umanitari

Patrick Kelly per ben due volte si è recato in Ucraina. “Ho avuto un incontro con Papa Francesco prima di andare e lui ha benedetto i pacchetti di aiuti umanitari di Pasqua che stavamo consegnando nel Paese. I Centri della Misericordia dei Cavalieri di Colombo sono stati piazzati lungo il confine per aiutare i rifugiati ad attraversare il confine tra l’Ucraina e la Polonia e hanno fornito calore, cibo, cure mediche, così come l’assistenza spirituale, l’opportunità di parlare con un consulente e la possibilità di partecipare alla Messa. Ora stiamo inviando aiuti attraverso i convogli umanitari. Abbiamo dei mezzi che vanno dalla Polonia all’Ucraina due volte la settimana, lo stiamo facendo da 95 settimane e continueremo a farlo. Sono già stati consegnati 250.000 pacchetti a chi sta soffrendo”.

Patrick Kelly in udienza dal Papa, 12 gennaio 2024
Patrick Kelly in udienza dal Papa, 12 gennaio 2024

L’incoraggiamento del Papa

Patrick Kelly ricorda che il Santo Padre lo ha incoraggiato a continuare a fornire gli aiuti umanitari all’Ucraina. “Quando ero a Leopoli e stavo parlando ai seminaristi del Seminario Greco Cattolico Ucraino, durante la mia lezione serale, si spensero tutte le luci, perché in quella parte della città mancava la corrente. Così all’istante mi sono trovato nell’oscurità. Poi è stato acceso un generatore e sono stato in grado di continuare la conversazione. Ciò fa davvero comprendere che la vita in Ucraina è molto dura in questo momento. La gente sta soffrendo a causa di questa grande tragedia”.

Ispirare la fratellanza polacco-ucraina

Patrick Kelly dichiara di sentirsi estremamente edificato da ciò che la Chiesa sta facendo, sia in Polonia che in Ucraina, con l’apertura ai rifugiati di monasteri, seminari e di molti altri edifici. “Penso che sia stato stimolante vedere il comportamento della Polonia in questa tragedia e vedere come la Polonia abbia accolto i rifugiati nelle proprie case, prendendosi cura di loro. Sono stato testimone della meravigliosa cooperazione tra I Cavalieri di Colombo polacchi e quelli ucraini. È davvero una fratellanza”. I Cavalieri di Colombo continueranno ancora la loro missione caritativa in Ucraina, anche se le esigenze stanno cambiando. “Ora – prosegue Kelly – siamo in una fase diversa, stiamo iniziando ad aiutare le persone che hanno sofferto per il trauma psicologico della guerra. Stiamo lavorando con alcune cliniche mediche e con i sacerdoti che sono anche psicologi per parlare con le persone delle esperienze traumatiche che hanno vissuto”. L’amore, conclude il Cavaliere Supremo, “fa da schermo all’odio che la guerra porta con sé. Soprattutto i bambini hanno bisogno di un’attenzione sincera”.

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23 febbraio 2024, 11:18