"Casa felice", in Umbria un progetto per riportare il Vangelo in case e famiglie
Eugenio Bonanata e Marina Rosati – Città del Vaticano
“Rimettere il nome di Gesù nelle nostre case”. Il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, utilizza queste parole per illustrare il nuovo progetto di evangelizzazione domestica lanciato in questi giorni nelle due diocesi. S’intitola "Casa Felice - Fuori satana, dentro Gesù" e punta a promuovere il Vangelo presso le famiglie che sono alle prese con le problematiche di tutti i giorni. “Si va dentro le mura domestiche – spiega Sorrentino – se ne vedono i problemi e le sofferenze e si dice che c’è un modo di reimpostare le cose in maniera tale che le case ricomincino ad essere luoghi dove si sente la gioia”. Le attuali dinamiche familiari sono ben note. E monsignor Sorrentino invita a concentrarsi su ciò che entra nei nostri nuclei. “Attraverso la televisione e i social – sottolinea – nelle nostre case arriva di tutto e di più e proprio il nome santo di Gesù si perde”. Oggi, infatti, è raro trovare persino delle icone religiose all’interno delle abitazioni: “Le nostre case non sono più abitate dal Signore”.
Leggere il Vangelo
Cosa fare dunque? L’idea è di dare “piccole ed elementari indicazioni che fanno la differenza se vengono accolte”. Il primo passaggio consiste nel proporre a ciascuna famiglia la lettura quotidiana della stessa pagina del Vangelo che poi la domenica si ascolterà in Chiesa. Questo – spiega Sorrentino – serve ad arrivare preparati, evitando che la Parola entri da un orecchio ed esca dall’altro perché magari non si riesce neanche a metterla a fuoco”. E poi c’è anche un'altra ragione da tener presente: “la Parola letta per sette giorni, ogni volta consente di evidenziare un aspetto particolare che nutre”.
"Un caffè con Gesù"
Il passaggio successivo – che è anche più coinvolgente, sebbene non troppo impegnativo - è quello denominato "Un caffè con Gesù". “Alle famiglie che hanno cominciato a fare questo cammino – spiega ancora Sorrentino – chiediamo di provare ad invitarsi per un caffè. Ma un caffè impreziosito dalla preghiera e dalla lettura del Vangelo assieme”. Senza eccessive complessità, questa soluzione serve anche ad affrontare l’isolamento e l’individualismo che spesso segna la vita delle nostre città e dei nostri piccoli centri.
Incontro, ascolto, parola
Il percorso – secondo il progetto – è destinato sfociare nella dimensione comunitaria delle parrocchie. Il tutto avviene nell’ambito di un altro progetto già consolidato da alcuni anni che è fondato, sull’incontro, l’ascolto e la parola. L’iniziativa e stata denominata ‘Famiglie del Vangelo’ e consiste in “un po’ di tempo settimanale passato assieme”, spiega con semplicità il vescovo che aggiunge: “si prova a fare famiglia, a sentire che non siamo più soli, che l’uno si prende cura dell’altro e che insieme possiamo occuparci anche degli altri”.
La gioia di vivere insieme
Come le famiglie, anche le parrocchie sono un po’ in affanno in questo momento. “Noi – sono ancora parole del vescovo - abbiamo ascoltato l’Ispirazione del Signore di volere una parrocchia che si struttura in piccole famiglie spirituali”. Con una precisazione: il termine "spirituale" non significa "vago", ma azione ispirata dallo Spirito Santo. Sorrentino, infatti, non ritiene che tutto questo sia frutto di una intuizione pedagogica geniale. Anzi. Se il punto di partenza è che, in fondo, in ognuno di noi c’è il desiderio di fare fronte comune specialmente in caso di difficoltà, di timori e di incertezze per il futuro, il punto di arrivo è rappresentato da Gesù. “Contiamo su Gesù che è sempre lì pronto per noi”, sottolinea il vescovo. Una certezza che è anche concretezza della risposta cristiana a fronte di ciò che succede attorno a noi. “Gesù che deve essere il nostro amico, il nostro compagno di viaggio, il nostro ospite, al centro delle nostre case: questo – conclude – è quello che ci può dare la gioia di vivere e di stare assieme”.
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