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"Donne per la Pace", progetto su Avvenire per dar voce alle protagoniste della riconciliazione nel mondo "Donne per la Pace", progetto su Avvenire per dar voce alle protagoniste della riconciliazione nel mondo

"Donne per la Pace", Avvenire dà voce alle protagoniste della riconciliazione

Il progetto al via l'8 marzo: 20 testimoni da ogni parte del mondo raccontano sul quotidiano o sul web come hanno messo in gioco tutte sé stesse per costruire le precondizioni della pace, restituendo così spazio e opportunità di espressione a tante donne nel mondo che spesso pagano a caro prezzo le conseguenze dei conflitti. L'iniziativa vuole ridare slancio all’Agenda Onu "Donna Pace e Sicurezza" del 2000 che auspicava una maggiore presenza di mediatrici nei colloqui di pace

Vatican News

Dare voce alle donne protagoniste della riconciliazione in ogni parte del mondo "perché per fermare la guerra un’altra strada c’è: quella femminile". È l'obiettivo della campagna Donne per la pace lanciata dal quotidiano della Conferenza Episcopale italiana, Avvenire, dall'8 marzo, Giornata internazionale della donna, e dedicato a Vivien Silver, pacifista israeliana uccisa durante l’attacco di Hamas il 7 ottobre 2023.

Le donne spesso pagano il prezzo più salato delle guerra

Una iniziativa che trae spunto dalle parole pronunciate da Papa Francesco nella prima omelia dell'anno: "Il mondo ha bisogno di guardare alle donne per trovare la pace, per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio, e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono". Il Pontefice chiedeva al mondo di avere sguardi e cuori di donna, in questo tempo martoriato dalle guerre. "Perché la guerra - si legge in un articolo di presentazione della campagna a firma di Lucia Capuzzi, Viviana Daloiso, Antonella Mariani - pur essendo un sostantivo femminile, in realtà è maschile. Oltre ogni generalizzazione (esistono uomini di pace, certo!) la guerra nella storia, anche di oggi, è decisa e pianificata soprattutto dagli uomini, perché da millenni e con poche variazioni negli ultimi decenni il potere è nelle loro mani. Non si tratta - si legge ancora - di sostituirli con donne nella 'stanza dei bottoni': il punto è semmai spezzare l’ingranaggio di cui ogni guerra si alimenta". Proprio le donne sono il più delle volte coloro che portano il peso e pagano il conto più salato di ogni conflitto: "Donne-bottino, sfollate, violentate, vendute, vedove e orfane di figli... Quante ne abbiamo viste, nel corso della storia. Quante ne vediamo oggi, nelle immagini atroci che arrivano ogni giorno dall’Ucraina e dal Medio Oriente in fiamme". 

Ridare slancio all'Agenda Onu "Donna Pace e Sicurezza" 

In queste settimane su Avvenire si è dato e si continuerà a dare voce a una ventina di protagoniste di riconciliazione. Ognuna sulle pagine del quotidiano e sul sito web racconta di come "è diventata donna di pace, e perché il mondo ha bisogno di sguardi umani e cuori che vedono declinati al femminile". Il progetto è in ideale continuità con #avvenireperdonneafghane del 2023, il cui logo è stato disegnato da una giovane disegnatrice profuga afghana ora sfollata in Pakistan. Con il contributo scientifico dell’Università Cattolica è stata inoltre formulata una petizione al Parlamento Europeo, in cui si chiede di ridare slancio all’Agenda Donna Pace e Sicurezza, con la quale l’Onu nel 2000 auspicava una maggiore presenza di mediatrici nei colloqui di pace e, insieme, una prospettiva di genere nei negoziati. La campagna servirà pure a sostenere la scuola primaria Neve Shalom Wahat al-Salam, in Israele, l’unica in cui studiano insieme bambini palestinesi e bambini ebrei. 

La forza del giornalismo 

"Le storie che ascoltiamo influenzano la nostra vita, anche se non ne siamo consapevoli", spiega il direttore di Avvenire, Marco Girardo, in un editoriale, in cui sottolinea che esiste "un’altra narrazione possibile, non incentrata sull’automatismo della prevaricazione e sopraffazione" che va "in ogni modo incoraggiata, perché penetri nel mondo della politica, dell’economia e dell’educazione". In questo processo "il giornalismo conserva e probabilmente ritrova tutta la sua forza e la sua funzione".  

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28 marzo 2024, 11:55