Gaza, Romanelli: la risurrezione ricomincia dal nostro Calvario
Di Gabriel Romanelli, IVE
Gerusalemme. Tre giorni dopo la strage. Il Calvario è rimasto un luogo di sciagura: croci, martelli, chiodi, corde. La rugiada mattutina copre i fiori di campo che crescono tra i sassi. Silenzio. Pietre rotte. Solitudine infinita. Sembra che tutto sia finito. Da lì Dio “è partito” dalla Terra, pur non abbandonandola mai. L'Anima Santissima del Redentore si separò dal suo Corpo proprio lì, sul Calvario, in quel giorno di oscurità, verso le tre del pomeriggio. Sono trascorsi tre giorni da quella sciagura... eppure, vicinissimo da lì... c'è il Luogo del vero nuovo inizio dell'Umanità: la Tomba di Cristo. Sì, ma la tomba è già vuota! Ne è uscito vivo, è resuscitato e lì, non tornerà mai più.
Per quanto riguarda il Calvario di Gaza, anche oggi è una sciagura: quanti morti! Feriti, malati, fame, persone abbandonate al loro destino, ostaggi e prigionieri, solitudine e depressione. Solo la rugiada mattutina su qualche erba e qualche fiore delle poche piante rimaste indicano che la primavera è arrivata.
La primavera è qui. E anche così non possiamo coprire il sole con le mani. E far finta pensando che la realtà a Gaza vada bene. No, le cose vanno male, molto male, malissimo! Ma nemmeno noi, come credenti nel Signore Risorto, possiamo coprire quell’altro Sole, che è Gesù Cristo ritornato dai morti.
A Gaza, e grazie alle celebrazioni pasquali, sappiamo che lì Cristo è tornato risorto. E Lui è stato ricevuto oggi dalla maggioranza dei nostri fratelli nella fede nella santa Comunione. Ma crediamo anche che, con la grazia della sua venuta, Egli colma e illumina ogni anima giusta.
Può darsi che molti non abbiano ancora conosciuto il disegno dell'Amore di Dio rivelato in Gesù Cristo, l’Emmanuele, il Figlio di Dio e figlio di Davide, il Vergine dalla Vergine, ma ciò non significa che non potrebbero partecipare misteriosamente alla grazia della Pasqua. San Paolo ci insegna che chiunque è nato senza la Legge sarà giudicato senza la Legge. Stando così le cose, spetta a Lui giudicare e vedere ogni singolo essere umano, compreso ognuno di noi. Sappiamo che Egli ama coloro che lo cercano con cuore sincero e, sono convinto, che la maggioranza di queste persone benedette in queste terre non desiderano, nel profondo del loro spirito, questa guerra. Non la vogliono, anzi, la detestano.
Da Gaza, da quelle tombe, molti, anzi moltissimi, aspettano il giorno della risurrezione finale. Ma noi, che tante volte abbiamo visto interi popoli rinascere dalle ceneri, possiamo arrivare a pensare che da lì ricomincerà la risurrezione. Forse manca ancora un po’ di tempo, purtroppo. Ma Dio, poiché è Giusto, non abbandonerà quella povera gente sul Calvario. Prima o poi arriverà la luce di una speranza nuova, umana, limitata sì, ma che sarà, allo stesso tempo, segno e occasione per tutti di credere in Lui, aspettarlo e amarlo.
Con il cuore pieno della gioia della Risurrezione, e pur in medio tribulationis, la nostra comunità cattolica a Gaza vi augura una felice Pasqua e vi ringrazia per tante preghiere e aiuto.
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