Caritas diocesane, il contributo per un’Europa senza confini
Gianmarco Murroni - Città del Vaticano
"Un’Europa senza confini". È la speranza che nutre il presidente di Caritas Europa monsignor Michael Landau, ospite questa mattina nella seconda giornata del 44.mo convegno delle Caritas diocesane organizzato a Grado, in provincia di Gorizia. Una speranza che passa, secondo Landau, dal ruolo delle organizzazioni territoriali in tutto il continente europeo: “Quello che fa la Caritas è un forte lavoro quotidiano, in tanti luoghi: a livello parrocchiale, a livello diocesano, ma anche a livello nazionale. Caritas Europa è formata da 49 membri in 46 Paesi europei, va addirittura al di là dell’Unione europea. Caritas italiana è una forte colonna in questo lavoro. È un lavoro importantissimo per i poveri, a cominciare da quelli che ci stanno vicini: i senzatetto, le famiglie in situazioni difficili, i bambini”.
Sostegno dell’Europa
In questo contesto, diventa fondamentale il ruolo dell’Unione europea: “Io sono convinto che per le grandi sfide ci siano soltanto risposte che possiamo dare insieme, a livello europeo - spiega monsignor Landau -. Abbiamo bisogno di più Europa, non meno, e insieme di più Caritas in Europa. Ci sono anche dei segni che danno speranze: durante la crisi del Covid, per esempio, organizzazioni come la Caritas sono state un’ancora per tante persone. Dobbiamo mettere le organizzazioni nella posizione di sviluppare ulteriormente questa attività, un lavoro che dev’essere riconosciuto maggiormente a livello europeo”. Landau si sofferma, poi, sulla situazione di conflitto nell’est Europa: “In Ucraina, ad esempio, io vedo che cosa è possibile fare insieme. Le Caritas locali fanno un lavoro incredibile: vanno fuori, aiutano gli anziani, supportano i bisognosi. Insieme alle reti delle Caritas nazionali, europee e internazionali abbiamo potuto sostenere oltre 4 milioni di persone nei paesi al confine con l’Ucraina. Trovare soluzione sostenibili per il futuro è un compito che dobbiamo affrontare. Spero che verrà la pace, come auspica sempre il Santo Padre nei suoi appelli”.
Il ruolo nelle guerre
Proprio sul lavoro delle Caritas in Ucraina ha parlato Ettore Fusaro, membro dell’Ufficio Europa di Caritas italiana: “Dal mio punto di vista il confine è quello tra Ucraina e Russia: un confine che in questo momento, oltre a provocare un’infinità di sofferenza, ci chiede che cosa significhi oggi parlare di pace, parlare di diritti umani e di risoluzione delle controversie non più solo con la forza”. Fusaro racconta che la Caritas è stata presente fin da subito a supporto delle due Caritas nazionali locali: “In questa fase ci occupiamo principalmente di aiuto alle emergenze nelle zone dell’est e del sud del Paese, che sono quelle sulla linea di conflitto, e poi di programmi di riabilitazione sia psichica che fisica in varie zone dell’Ucraina, dove stiamo allestendo luoghi per il recupero delle persone colpite dalle conseguenze della guerra”.
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