Palermo, il culto di Santa Rosalia avvicina la Chiesa d'Occidente e quelle d'Oriente
Alessandra Zaffiro - Palermo
In occasione degli 880 anni dalla fondazione della chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio di Palermo e con l’approssimarsi del 15 luglio, ricorrenza del giubileo Rosaliano indetto per i 400 anni dal rinvenimento delle spoglie mortali di Santa Rosalia, patrona del capoluogo siciliano che nel 1625 salvò la città dalla peste, sabato scorso nella grotta del Santuario a Monte Pellegrino è stata celebrata la Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo in rito bizantino. La Liturgia è stata presieduta dall’archimandrita papas Antonino Paratore, parroco della chiesa edificata nel XII secolo per volere Giorgio di Antiochia, ammiraglio di re Ruggero II, nota come la "Martorana", affidata dal 1937 all’Eparchia di Piana degli Albanesi, e da don Natale Fiorentino, reggente del Santuario di Santa Rosalia. Durante la celebrazione è stata esposta al culto la copia dell’icona Tabula Marturanensis, la più antica raffigurazione della patrona di Palermo, tradizionalmente ritenuta del 1194, con la quale, al termine, è stata impartita la benedizione di Santa Rosalia.
Le origini del dipinto
L’icona Tabula Marturanensis dimostra che il culto della Santuzza, come viene evocata dai fedeli per la giovane età, era già diffuso pochi anni dopo la sua morte, intorno al 1170 circa. Secondo le tradizioni che la volevano monaca del monastero del Santissimo Salvatore, Santa Rosalia viene raffigurata in abiti da monaca basiliana, con la destra protesa e con una croce nella mano sinistra, e il suo nome è scritto in dialetto siciliano.
L’archimandrita Antonino Paratore sul culto della Santuzza
“Questa raffigurazione confermerebbe la tradizione secondo la quale Santa Rosalia si rifugiò, inizialmente, presso il monastero Basiliano del Santissimo Salvatore, in corso Vittorio Emanuele, a Palermo, per poi dedicarsi alla vita eremitica”, spiega l’archimandrita papas Paratore che, sabato, durante l’omelia, ha ricordato le virtù della patrona di Palermo “il cui esempio è venerato nella Chiesa universale. Ancora oggi il culto di Santa Rosalia è momento di ecumenismo tra la Chiesa di Occidente e quelle di Oriente”.
La Tabula Marturanensis e la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio
La Tabula fa parte della collezione del Museo Diocesano di Palermo e una copia realizzata da Antonio Schiavone nel 2022 è esposta al culto alla Martorana, poichè si suppone che il dipinto abbia fatto parte del corredo iconografico della chiesa di piazza Bellini affidata da Giorgio d’Antiochia al clero greco. La chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio è concattedrale dell’Eparchia di Piana degli Albanesi, dove si celebra il rito bizantino. Punto di riferimento della comunità di fedeli arbëreshe, ancora oggi alla Martorana viene celebrata la Liturgia orientale, la stessa di 880 anni fa, quando venne fondata.
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