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Un gruppo scout Agesci in cerchio (foto Andrea Pellegrini) Un gruppo scout Agesci in cerchio (foto Andrea Pellegrini)

L’Agesci compie 50 anni: la festa degli scout a Roma

Il 4 maggio del 1974 gli scout dell’Asci e le guide dell’Agi confluivano in un’unica associazione - l’Agesci, guide e scout cattolici italiani appunto - in cui la parola chiave oggi come allora è co-educazione tra ragazze e ragazzi a tutti i livelli. La responsabile regionale Agesci Lazio: dopo mezzo secolo siamo ancora una proposta alternativa

Roberta Barbi - Città del Vaticano

Più di mille camicie azzurre, calzoncini blu e soprattutto fazzolettoni variopinti, coloreranno questo pomeriggio il Parco degli Acquedotti sull’Appia Antica a Roma dove gli scout dell’Agesci Lazio hanno organizzato la festa per i 50 anni dalla fondazione dell’associazione nata dalla fusione dello scoutismo maschile con quello femminile, una scelta da più parti definita “profetica” e dettata dalla forte esigenza di co-educazione tra ragazzi e ragazze, che a metà degli anni Settanta fu considerata pioneristica.

C’è da scommettere che ci saranno anche molti capelli bianchi e volti attempati - magari con qualche logoro fazzolettone al collo ma senza camicia azzurra che forse non entra più - ad animare la festa, testimoni di quel tempo che si rinnova all’insegna del gioco, dell’avventura e del servizio, perché una volta che si è stati scout, lo si è per sempre: semel scout, semper scout diceva il fondatore Robert Baden-Powell. “Sarà un momento da vivere insieme per sentirsi sempre più comunità nell’associazione - dice emozionata a Radio Vaticana - Vatican News Alessia Lo Cascio, responsabile Agesci Lazio che ha organizzato l’iniziativa - un’occasione per i diversi gruppi di ritrovarsi insieme, confrontarsi e anche festeggiare”.

Ascolta l'intervista con Alessia Lo Cascio:

Il rinnovo della Promessa: l’Eccomi degli scout

In programma, nel corso del pomeriggio di festa, attività organizzate in gruppi - "sottocampi" per gli addetti ai lavori - un annullo filatelico commemorativo, cena al sacco assieme e concerto finale, ma il nucleo centrale dei festeggiamenti sarà la Santa Messa delle ore 18 con, all’interno, il rinnovo della Promessa scout. “Con il rinnovo della Promessa vogliamo dire ancora una volta al Signore il nostro Eccomi! - prosegue Lo Cascio - e ribadire che per noi ancora oggi la co-educazione è una valore educativo importante, fondante proprio”. Nel messaggio in occasione di questo 50.mo anniversario il capo scout e la capo guida nazionali - a ogni livello associativo nell’Agesci è rispettata la diarchia tra uomo e donna - hanno posto l’accento sul quella "E" inserita nell’acronimo Agesci, che da allora mette l’uomo e la donna, dai "lupetti "e le "coccinelle" fino alle Comunità dei Capi, in posizione di parità, in una società come quella odierna in cui, invece, la parità è ancora lontana: “Rispetto alla società siamo ancora tanto alternativi - osserva la responsabile Agesci Lazio - la co-educazione come la intendiamo noi non è uguaglianza, ma ricchezza nella diversità di ognuno”.

La prima assemblea dell'Agesci nel 1975 (foto Archivio Centro Documentazione Agesci)
La prima assemblea dell'Agesci nel 1975 (foto Archivio Centro Documentazione Agesci)

C come cattolici: una professione di adesione al Vangelo

Nell’acronimo Agesci, fondamentale è anche quella C che sta a indicare la professione religiosa, cattolica appunto, dei suoi soci: “La esprimiamo quotidianamente con il senso di appartenenza alla fede e nella dimensione di un gioco giocato nel rispetto delle regole - racconta don Paolo Verderame, assistente ecclesiastico dell’Agesci Lazio - ma anche nello stile dell’accoglienza e dell’apertura all’altro cui tutta la Chiesa oggi chiama il mondo educativo perché questa è vera aderenza al Vangelo”. In Agesci gli assistenti ecclesiastici, anche qui a tutti i livelli, sono chiamati a vivere e giocare il gioco, accanto ai ragazzi e agli altri capi: “Quando ero solo un capo scout e non ancora un sacerdote mi chiedevo quale fosse il ruolo dell’assistente ecclesiastico nelle comunità capi – scherza ancora don Paolo – ora diciamo che è il capo tra i capi, cioè colui che aiuta a rileggere tutte le nostre azioni e le nostre intuizioni alla luce del Vangelo”.

Ascolta l'intervista con don Paolo Verderame:

Appuntamento tra altri 50 anni

Quella dell’Agesci è una storia di cui essere orgogliosi, che si rinnova, si accompagna e s’interseca con la storia della Chiesa all’interno della quale si colloca, ma compleanni come questi sono anche occasione per guardare al futuro: “Del nostro passato nello zaino tengo l’ottimismo nel fare educazione, la fiducia nel futuro e nel fatto che in ognuno di noi ci sono risorse e capacità che nell’associazione trovano spazio”, afferma ancora Alessia Lo Cascio. “L’associazione potrà ancora dire la sua tra 50 anni se continuerà ad avere la forza di compiere scelte coraggiose – conclude l’assistente regionale – non dobbiamo avere paura di esporci, anche questo è Vangelo, Cristo non si è mai nascosto, anzi!”.

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04 maggio 2024, 11:40