L’impegno di Caritas oltre ogni confine. Presentato il Bilancio Sociale 2023
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Non soltanto un documento che offre un rendiconto operativo, ma soprattutto uno strumento di animazione di comunità nel segno della solidarietà e della responsabilità collettiva verso una “ecologia integrale” con al centro il protagonismo dei giovani. È il Bilancio Sociale 2023 di Caritas Italiana presentato questa mattina a Roma presso la sede della Conferenza Episcopale Italiana.
“Emerge una realtà molto viva e attenta ai bisogni dei poveri”, spiega monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, presidente di Caritas Italiana, “con quella creatività che ci ha raccomandato Papa Francesco: l'attenzione agli ultimi, la via del Vangelo con l’ascolto dei bisogni”.
Oltre l'assistenzialismo
I tanti numeri fotografano una rete attiva e capillare in Italia e all’estero attenta ai bisogni degli ultimi con un approccio che, oltrepassando il puro assistenzialismo, mira a valorizzare le connessioni e i legami che uniscono l’intera famiglia umana. “L’'intento di Caritas Italiana – prosegue monsignor Redaelli - fin dall'inizio è la promozione di una testimonianza della carità della comunità cristiana, ma in collaborazione. La carità non ha esclusività, non ha copyright, ci si può copiare, anzi bisogna collaborare. In questo bilancio sociale sono evidenti collaborazioni preziose anche con enti profit, ma che hanno attenzione di solidarietà ai poveri per un lavoro ‘insieme’ ispirato a principi di solidarietà”. Anche Marco Marcocci, presidente di Confcooperative Roma, ribadisce l’importanza di questa sinergia: “abbiamo bisogno di una risposta comunitaria, da soli non riusciamo. Collaborare con Caritas Italiana è doveroso e naturale”.
Il contributo dei giovani
In Italia sono attive circa 6.780 opere socio-assistenziali promosse o gestite dalla rete Caritas costituita da Caritas diocesane o parrocchiali. I volontari che operano nei servizi Caritas sono 84.248. La metà di questi è presente nelle regioni del Nord Italia, il 16 per cento è attivo nel Centro, il 33 nel Sud e Isole. Per quanto riguarda l’età, quasi quattro volontari su dieci sono persone anziane. I giovani sotto i 35 anni sono pari al 16,3 per cento. “Certamente c'è una speciale attenzione ai giovani”, puntualizza Redaelli: “Ad esempio il progetto “Mi sta a cuore” propone un anno di impegno non soltanto a servizio dei poveri, ma anche per inventare qualcosa a livello di Caritas Italiana. Abbiamo bisogno dei giovani e della loro creatività”.
I centri di ascolto e i working poor
Espressione della comunità cristiana ed esempio di testimonianza di fede sono i Centro di ascolto (CdA), luoghi privilegiati in cui si tessono relazioni con i poveri. Su 6780 servizi Caritas, 3636 sono CdA. Nel corso del 2023 hanno accompagnato 269.689 persone, per il 47,1 per cento nel Nord, per il 30,2% nel Centro e per il 22,7% nel Sud. Dai centri di ascolto emergono i cosiddetti working poor, ovvereo coloro che, nonostante abbiano un impiego, vivono in condizioni di povertà.
Un focus del bilancio Caritas è dedicato anche all’impatto della riforma del Reddito di Cittadinanza nella popolazione italiana. A dicembre 2023 il numero di nuclei percettori di RdC risulta di 597.856, con 1.422.247 persone coinvolte per un importo medio mensile di 602,26 euro. I percettori sono in prevalenza al sud. L’abbandono del principio di universalismo selettivo e l’introduzione di nuovi requisiti – rileva la Caritas - lascia scoperte alcune specifiche tipologie di poveri. Le stime disponibili indicano in circa il 33% i nuclei già beneficiari di RdC che non avranno diritto all’Assegno di inclusione Adi. Vi sono inoltre molti dubbi sulla reale possibilità di trovare un’occupazione entro i 12 mesi di copertura economica per la formazione garantiti dal Supporto alla formazione e al lavoro. Note positive riguardano invece i circa 50mila nuclei di stranieri che potranno accedere per la prima volta alla misura e il fatto che sommando gli importi dell’Adi con quelli dell’Assegno Universale Unico per i figli a carico, la nuova impostazione è sicuramente migliore per le famiglie numerose rispetto a quella precedente.
430 progetti realizzati grazie all'8xmille
430 i progetti Caritas realizzati grazie ai fondi dell’8xmille nei vari ambiti: educativo, abitativo, sanitario e formativo. A tal proposito si sottolinea come la scelta di destinare l’8xmille alla Chiesa Cattolica consenta di realizzare numerosi progetti. “Una buona parte dell’8x1000”, precisa monsignor Redaelli, “viene destinata ad attività di carità. Poi ci sono tutta una serie di progetti che vengono gestiti direttamente da Caritas italiana sulla base delle indicazioni di Papa Franceso che ci ricorda che la via è quella degli ultimi. Non si tratta solo di accogliere gli ultimi, che già sono tanti purtroppo nelle nostre realtà, empori, mense, dormitori, ma anche di andare a cercare le persone. Questi progetti approvati e seguiti da Caritas italiana hanno uno scopo promozionale”. “Le risorse individuali vanno messe in rete perché ai problemi sociali non si può far fronte da soli”, ha ammonito don Claudio Francesconi, economo della CEI.
Particolarmente efficace si è rivelato il mezzo della maratona televisiva che attraverso Tv2000 e Inblu2000 ha consentito di raccogliere oltre 130mila euro nella campagna Caritas Focsiv “La pace va oltre” per la pace in Terra Santa.
Il servizio civile e i progetti internazionali
Il servizio civile proposto ai giovani resta un’occasione per contribuire al bene comune, oltre che un motivo di crescita personale. Mille i giovani che nel 2023 hanno aderito nelle Caritas diocesane in Italia, un numero in crescita rispetto all’anno precedente. 28 tra questi hanno iniziato il loro servizio civile all’estero, in Paesi come Indonesia, Libano, Moldova, Nicaragua, Senegal, Serbia, Sierra Leone e Thailandia. A livello internazionale nel 2023 sono stati finanziati 128 microprogetti in tutti i continenti, per un valore complessivo di € 586.485,00.
Migranti, rifugiati e accoglienza
Sul fronte delle migrazioni all’inizio dello scorso anno in Italia si è registrato un aumento lieve ma costante dei cittadini stranieri residenti, che hanno raggiunto la cifra di 5.050.257, concentrati principalmente nel Nord Italia, con la Lombardia in testa. Le principali nazionalità rimangono la rumena, la marocchina e l’albanese, ma nelle prime dieci posizioni si registra un crescente protagonismo delle provenienze asiatiche: Pakistan, India e Bangladesh in particolare. In declino il numero di nuovi nati stranieri. Sul fronte occupazionale la maggior parte dei lavoratori stranieri si trova nel settore dell’agricoltura, seguito dalle costruzioni e dall’industria. Persistono le disuguaglianze con il 31,1% dei lavoratori stranieri meno qualificati in condizioni di povertà.
La guerra mondiale a pezzetti
Caritas Italiana è presente nei vari scenari internazionali segnati da conflitti. La guerra in Ucraina come il conflitto in Terra Santa rendono evidenti la “guerra mondiale a pezzetti” più volte denunciata dal Papa con una crisi dei rifugiati che bussano alle porte di un’Europa ancora incapace a fornire risposte efficaci. Incessante l’impegno sul fronte delle vie complementari d’ingresso per rifugiati che risiedono in Paesi di primo asilo. Fra la fine del 2023 e gli inizi del 2024, attraverso i corridoi umanitari, sono giunti in Italia oltre 100 beneficiari, principalmente da Turchia e Pakistan.
Oltre 100 le diocesi coinvolte in servizi di accoglienza. Più di 6000 gli ucraini accolti fino ad oggi, 650 i bambini provenienti dalle zone in conflitto, coinvolti per le vacanze solidali. Significativo l’impegno nei progetti di sviluppo per contrastare calamità e cambiamenti climatici.
Comprendere le cause dei conflitti
A seguito del violento terremoto che nel febbraio 2023 ha colpito il Sud-est della Turchia e il Nord della Siria, la colletta nazionale indetta dalla Conferenza Episcopale Italiana ha permesso di allargare lo sguardo verso altre popolazioni. “Caritas cerca di aiutare, sempre in collaborazione con le realtà locali”, fa notare il presidente. “Poi c'è tutta una riflessione sulle cause dei conflitti perché altrimenti resterebbe solo un intervento assistenziale. Si cerca di capire per provare a prevenire in qualche modo questi conflitti”. Redaelli cita nello specifico il 44mo Convegno Nazionale di Caritas Italiana svoltosi ad aprile scorso a Grado: “È stato un momento di incontro tra Gorizia e Nova Gorizia, proprio per dire che bisogna superare i confini in un'ottica di riconciliazione”.
La cura del bene comune
Oltre alla solidarietà i progetti Caritas hanno anche riguardato la cura del bene comune. È il caso di “Custodi del Bello”, un progetto per contrastare il degrado delle città attraverso squadre di lavoro formate da persone in situazioni di fragilità impegnate nella cura di spazi pubblici, monumenti, manufatti e luoghi vandalizzati, con il duplice obiettivo della loro salvaguardia e del reinserimento delle persone nel mondo del lavoro. “Occorre lavorare insieme. L’approccio competitivo non funziona. Il progetto ‘Custodi del Bello’ lo dimostra” dichiara Stefano Consiglio, presidente “Fondazione Con il Sud”.
La bellezza di lavorare insieme
"Nessuno deve essere escluso, anche se i dati ancora ci dicono ill contrario. Non possiamo lasciare la politica da sola, mettendoci insieme possiamo costruire progetti concreti di speranza", conclude don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana: "Abbiamo voluto raccontare le risorse, la bellezza di quanto si può fare lavorando insieme per affrontare insieme la complessità, per costruire comunità a partire dai poveri".
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