Zuppi e 160 bolognesi in pellegrinaggio in Terra Santa: vicini a chi sta soffrendo
Roberto Cetera – Gerusalemme
“Comunione e pace. Essere vicini a chi è nella sofferenza”. Con queste parole, condivise con i media vaticani, il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI e arcivescovo di Bologna, sintetizza lo spirito e gli obiettivi del pellegrinaggio al via oggi, 13 giugno, fino a lunedì 16, in Terra Santa con 160 bolognesi provenienti da diverse realtà. Pax Christi Italia, Associazione Papa Giovanni XXIII, Agesci, Movimento dei Focolari, Acli, Azione Cattolica, solo per citarne alcune.
Messe e incontro coi familiari degli ostaggi
“Pace a voi!” è il titolo e il tema della iniziativa proposta dalla Chiesa felsinea in comunione con il Patriarcato di Gerusalemme dei latini. È stato infatti il patriarca, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, ad accogliere i pellegrini guidati da Zuppi. E sempre Pizzaballa ha celebrato una Messa nella Basilica delle Nazioni al Getsemani; presente pure il custode di Terra Santa, fra Francesco Patton. Al termine della liturgia, il gruppo si è diretto verso la Concattedrale di Gerusalemme di San Salvatore, dove sono in corso i Secondi Vespri solenni per la festa di Sant’Antonio, patrono della Custodia di Terra Santa. Subito dopo è previsto l’incontro con alcuni familiari degli ostaggi israeliani prigionieri di Hamas a Gaza dal 7 ottobre. Il programma di domani prevede, invece, la Messa al Santo Sepolcro e poi il trasferimento a Betlemme.
Zuppi: "Come visitare un amico..."
“Abbiamo iniziato il pellegrinaggio con il patriarca Pizzaballa a cui ci unisce una comunione più stretta”, spiega Zuppi. “È come andare a visitare un amico che soffre per dirgli ‘ti vogliamo bene, ti siamo vicino e con te aspettiamo la guarigione che speriamo venga presto’. La fine della violenza è una scelta importante nella via della pace”.
Parole rilanciate dal presidente della CEI anche ad un gruppo di giornalisti incontrati a Gerusalemme: “È una cosa – dice Zuppi, in riferimento al viaggio - che sognavamo da sempre, da quando la violenza ha iniziato a scuotere la Terra Santa. Vogliamo dire che siamo vicini, non basta farlo in remoto o con un messaggino… Cambia tutto stare vicino ai tantissimi che soffrono, preghiamo per loro – che è la prima vicinanza - e con loro sogniamo che nel buio venga presto la luce della pace”.
Pizzaballa: vicinanza ed empatia è ciò di cui necessitiamo
Profonda gratitudine per questa “iniziativa coraggiosa” l’ha espressa il cardinale Pizzaballa. Tramite i media presenti ha voluto pubblicamente “ringraziare Zuppi perché in un periodo in cui tutti hanno paura a venire è riuscito a organizzare un gruppo di 160 persone venute qui in un pellegrinaggio di solidarietà, non solo con i cristiani, ma con tutte le popolazioni di Terra Santa, Israele e Palestina”. “Spero – ha detto il patriarca - che questo gesto venga ripreso da altri, perché abbiamo bisogno della presenza di pellegrini che porta serenità in tante famiglie rimaste senza lavoro e riporta anche la vita”. Per Pizzaballa “è chiaro che non scoppierà la pace in questo momento in cui gli unici segni che abbiamo sono la violenza e lo scontro. Venire qui per dare fiducia, vicinanza ed empatia è quanto abbiamo bisogno in questo momento. Ci indica che possiamo contare sugli altri amici. Siamo grati”.
Yllana: i luoghi santi aperti sempre a tutti i pellegrini
È una gratitudine di cui si fa voce anche l’arcivescovo Adolfo Tito Yllana, nunzio apostolico presso lo stato di Israele e delegato apostolico di Gerusalemme. Ai media vaticani il presule sottolinea come la presenza del presidente della Conferenza Episcopale italiana insieme al gruppo della sua arcidiocesi “manifesta vicinanza e comunione con la comunità cristiana dei luoghi santi”. Inoltre è “molto importante perché mostra a tutti che, nonostante la situazione qui, i luoghi santi sono sempre aperti per i pellegrini. È una riaffermazione che solidifica la fede in questa terra, Gerusalemme, Madre di tutte le Chiese”.
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