Genfest 2024, i giovani dei Focolari pronti a costruire un Mediterraneo di fraternità
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Sono ripartiti con la volontà di impegnarsi per un mondo nuovo, con iniziative solidali e nel volontariato, i circa 400 giovani che hanno preso parte dal 27 al 29 luglio all’edizione interregionale del sud Italia e delle isole del Genfest 2024, il raduno giovanile del Movimento dei Focolari che quest’anno si è svolto a Lamezia Terme, con tappe a Isola di Capo Rizzuto e a Cutro, sul tema “Insieme per prenderci cura”. Nelle tre giornate della manifestazione, i giovani, provenienti da Calabria, Sicilia, Basilicata, Puglia, Sardegna e Campania, da altri Paesi europei e dal Medio Oriente, hanno preso parte ad incontri, dibattiti, hanno ascoltato testimonianze, assistito a performance teatrali, si sono confrontati con l’obiettivo di sperimentare e diffondere la cultura della fraternità universale.
Porre fine alla deriva etica
Nella serata conclusiva, svoltasi nella grande spianata del lungomare Falcone – Borsellino lunedì 29 luglio, i giovani hanno preso coscienza che costruire un Mediterraneo di fraternità è una sfida, ma non un’utopia, partecipando a una tavola rotonda alla quale è intervenuto don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera che, ricordando le migliaia di migranti morti nel Mediterraneo, ha esortato a porre fine alla “deriva etica di un pezzo di umanità che abbandona l’umanità più povera e più fragile”. “Le migrazioni sono deportazioni indotte perché i migranti sono costretti a fuggire dalla fame. Ci sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e parlare una necessità etica”, ha detto il sacerdote impegnato nella lotta alle mafie in tutta Italia e nel mondo, che ha ribadito l’invito di Papa Francesco ad accogliere, proteggere e accompagnare i migranti.
Il ricordo della strage di Cutro
Tra i momenti più simbolici del Genfest il flashmob dal titolo “Silenzio, ascolto, parola: la nostra preghiera per la pace”, che si è svolto domenica sera sulla spiaggia di Steccato di Cutro, di fronte alle acque dove nella notte tra il 25 e il 26 febbraio dello scorso anno è naufragato un caicco con a bordo oltre un centinaio di migranti, con un bilancio di 94 persone morte ed un numero indefinito di dispersi. Con l’evento i giovani hanno voluto onorare la memoria di quanti hanno perso la vita per cercare un futuro migliore. Un gruppo formato da artisti italiani, libanesi e giordani, ha dato un volto alle persone scomparse ricostruendo le loro storie attraverso voci e gesti che si sono levati dal mare - simbolicamente da una barca le cui luci si spegnevano man mano con l’avvicinarsi alla riva - per ricordare e scongiurare che non accada mai più.
Il confronto con realtà impegnate
Nella prima giornata, invece, con l’aiuto di diversi relatori, nell’auditorium del complesso “San Benedetto” di Lamezia Terme, i giovani del Movimento e i loro amici hanno riflettuto su come impegnarsi concretamente per rispondere alla domanda di relazione con l’altro che alberga in ogni cuore umano, nel mondo di oggi interconnesso da relazioni virtuali che spesso lasciano il posto a solitudini reali e individualismi. Poi hanno incontrato alcune associazioni e comunità del territorio che operano per il recupero di persone con dipendenze, per l’accoglienza di migranti e di minori stranieri non accompagnati e che promuovono iniziative ecologiche.
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