Trieste, a un giornalismo responsabile servono più linguaggi e punti di vista
Alvise Sperandio - Trieste
Dopo le 5W, le 5M: dove la “M” sta per l’inglese “more”, cioè “di più”. L’Ucsi nazionale (Unione stampa cattolica italiana) lancia il suo documento programmatico per un giornalismo responsabile, al servizio dei cittadini e della democrazia. È stato presentato in questi giorni nel corso della 50° edizione della Settimana sociale dei cattolici, che si sta svolgendo a Trieste, dove domenica è atteso Papa Francesco che concluderà i lavori dei 900 delegati da tutta Italia al Generali Convention Center e poi celebrerà la messa in piazza Unità d’Italia.
L’invito dell’arcivescovo Luigi Renna
Non è un caso che il lavoro dell’Ucsi sia maturato in questo ambito: fu l’arcivescovo di Catania, nonché presidente del Comitato scientifico e organizzativo della Settimana sociale, a chiedere all’Ucsi della Sicilia di ideare un “cantiere sulla comunicazione” e di pensare a un momento formativo che si è tenuto nel capoluogo giuliano in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti, nazionale e del Friuli Venezia Giulia, sul tema: “Giornalisti sentinelle della democrazia. Oltre le 5W, 5M per un giornalismo responsabile”.
Il di più (in inglese “more”) richiesto ai giornalisti
Le 5W sono l’abecedario della professione e, a ben vedere, sono delle W rovesciate: ogni giornalista sa che nel proprio articolo dev’esserci la risposta chiara agli interrogativi, dalla lingua inglese, What-Che cosa?, Who-Chi? Where-dove? When-quando? Why-perché?, alle quali, poi, si aggiunge l’H di How-Come? Ebbene l’Ucsi suggerisce di aggiunge anche 5 “more” corrispondenti a cinque “di più”. Eccoli: More request, more sources cioè Più domande e più fonti; More time cioè Più tempo; More languages, more points of view, cioè Più linguaggi e più punti di vista; More legal protections, rights, freedom, vale a dire Più tutele, diritti e libertà); More humanity, cioè Più umanità. Questa, la bussola per un giornalismo più responsabile.
La scuola di formazione per giovani ad Assisi
Un lavoro nato, in particolare, dai giovani dell’Ucsi che hanno partecipato alla scuola di formazione di Assisi, appuntamento che torna ogni anno in autunno. Il nuovo position paper, scritto da 13 ragazzi e ragazze da tutta Italia, è stato presentato da Vincenzo Varagona, presidente nazionale Ucsi, Maria Luisa Sgobba, vice-presidente, Salvatore Di Salvo, segretario nazionale, con Salvatore Ferrara, presidente Ucsi Friuli-Venezia Giulia, Giuseppe Delle Cave e Renato Piccoli, Ivan Bianchi e Roberta Carlucci. “La nostra riflessione su perché e come i giornalisti sono chiamati a fare di più è il punto di partenza per uno spazio di discussione aperto ai contributi della categoria che ambisce a gettare le basi di un vero e proprio Manifesto per un Giornalismo responsabile”, ha spiegato Varagona incontrando i colleghi. “Una sfida per tutta la categoria, ma anche per l’opinione pubblica su cui confidiamo molto. È tempo di creare una nuova alleanza tra cittadini e giornalisti, perché anche questi ultimi, se messi nelle condizioni di svolgere in modo adeguato il loro mestiere, possono proteggere e far crescere la democrazia”, hanno sottolineato i relatori.
Ucsi protagonista a Trieste
In questi giorni l’Ucsi è presente con uno stand ai Villaggi delle buone pratiche assieme ad altre associazioni e istituzioni cattoliche. Il vademecum sulle 5W è già stato consegnato al cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana. “Occorre ascoltare con l’orecchio del cuore, come ci insegna il Papa – ha concluso Varagona – e mettere al centro la persona: non abbiamo proposto un convegno ma proponiamo un percorso, una prospettiva su come, soprattutto per i giovani, sia possibile approcciarsi alla professione. Crediamo nel giornalismo costruttivo, comunitario, responsabile: mettiamo assieme i giornalisti di buona volontà e i giovani colleghi che vogliano dare un futuro a questo mestiere.
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