Gaza, tra le bombe la Caritas si prepara a vaccinare i bambini
Vatican News
Malgrado tutte le difficoltà e lo stop agli aiuti umanitari deciso ieri dalle Nazioni Unite in seguito al nuovo ordine di Israele di evacuare Deir Al-Balah nella zona centrale della Striscia, "Caritas Gerusalemme continua a fare l’impossibile per garantire l’assistenza sanitaria alla popolazione della Striscia di Gaza". Lo riferisce un comunicato diffuso oggi in cui si dà notizia che "sarà anche la Caritas, con i suoi operatori che non hanno mai lasciato la Striscia dopo il 7 ottobre 2023 – avendo subito anche due vittime – a somministrare le vaccinazioni alla popolazione, in particolare ai bambini".
I preparativi per la vaccinazione
I vaccini antipolio sono già stati messi a disposizione e lo staff medico di Caritas Gerusalemme ha iniziato la formazione specifica necessaria alla loro somministrazione che dovrebbe cominciare fra pochi giorni. Attualmente sono operativi 7 centri medici su 9 che coordinano un totale di 14 team medici. Uno di essi è a Gaza City, nella parrocchia Sacra Famiglia, gli altri a sud del fiume (Wadi Gaza), a Nuseirat, Khanyounis, Deir al Balah. "La situazione - si legge nel testo - resta disastrosa e ad alto rischio. Anche due famiglie dello staff Caritas sono state recentemente sfollate a seguito delle nuove operazioni a Deir al Balah".
L'invito della Caritas Italiana a donare
Con i programmi Caritas, sono state assistite finora più di 28mila persone, di cui 12mila con interventi sanitari, 500 con assistenza psicologica e più di 3.000 famiglie con aiuti economici. L'appello di Caritas Italiana è a contribuire agli interventi che si stanno operando per questa emergenza utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario specificando nella causale “Emergenza Terra Santa”. Tutte le informazioni riguardo alle donazioni sono reperibili sul sito della Caritas.
Unicef: necessario fermare le violenze
Una richiesta di pausa nei combattimenti è stata rivolta oggi anche dal direttore generale dell'Unicef, Catherine Russell. "I bambini a Gaza stanno affrontando rischi inimmaginabili per le loro vite e la loro salute, compresa la polio ora confermata in un bambino di 10 mesi - si legge in un posto dell'organizzazione su X -. L'Unicef e i suoi partner sono pronti a somministrare i vaccini anti polio per proteggere i bambini a Gaza e nella regione. Ma dobbiamo avere una pausa nei combattimenti".
Bombardamenti su Gaza e un ostaggio israeliano liberato
Intanto, mentre secondo le autorità palestinesi è salito a 18 morti, fra cui 8 bambini, il bilancio degli ultimi attacchi aerei israeliani nella Striscia di Gaza avvenuti tra la tarda serata di ieri e la mattinata di oggi, sul fronte israeliano si annuncia che un ostaggio dal 7 ottobre scorso nelle mani di Hamas è stato tratto in salvo vivo questa mattina dalle truppe dell'Idf da un tunnel nella Striscia di Gaza meridionale. Si tratta del 52enne Qaid Farhan al-Qadi, appartenente a una comunità beduina vicino alla città meridionale di Rahat. L'uomo lavorava come guardia in una fabbrica di imballaggio nel Kibbutz Magen. Le sue condizioni di salute sarebbero buone.
L'appello dei leader cristiani della regione
Di fronte ad una situazione di violenza che non accenna a diminuire, i leader delle Chiese di Terra Santa hanno rivolto ieri l'ennesimo appello per il raggiungimento di “un accordo per un cessate il fuoco che ponga fine alla guerra, rilasci tutti i prigionieri, consenta il ritorno degli sfollati, curi i malati e i feriti, fornisca assistenza a chi soffre di fame e sete, e ricostruisca tutte le strutture civili pubbliche e private distrutte”. E che consenta nuovi negoziati per favorire "una pace giusta e duratura".
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