Cerca

Monsignor Corrado Maggioni, sul fondo il logo del Congresso eucaristico di Quito Monsignor Corrado Maggioni, sul fondo il logo del Congresso eucaristico di Quito 

L’Ecuador verso il Congresso eucaristico internazionale

Dall’8 al 15 settembre prossimi, la capitale Quito ospita la 53.ma edizione dell’incontro, a 150 anni dalla consacrazione del Paese latinoamericano al Sacro Cuore di Gesù, avvenuta il 25 marzo 1874

di Corrado Maggioni

L’idea di chiamare a Congresso gente di vari Paesi per celebrare l’Eucaristia e riflettere sulla sua portata ecclesiale e sociale, ha avuto fin dall’inizio l’intento di ravvivare la coscienza che la presenza di Cristo tra noi e attraverso di noi è il cuore della Chiesa e della sua missione. Il Mistero eucaristico riguarda infatti tutte le Chiese, ogni parrocchia, in tutta la geografia del Corpo di Cristo sul pianeta terra. Riunirsi insieme, con differenti storie, sensibilità, culture, lingue, forse con ferite ancora aperte da ostilità, significa puntare l’attenzione sull’unico Fermento capace di lievitare davvero la storia umana rendendola pasta nuova del Regno dei cieli.

Sguardo alla storia

La tradizione dei Congressi Eucaristici Internazionali, con quanto hanno promosso nel popolo di Dio, attesta l’incidenza di questi eventi nelle città e nazioni che li hanno ospitati e presso le generazioni di sacerdoti, religiosi e laici che hanno coinvolto. Lo sguardo diacronico ai cinquantadue Congressi svolti fino a oggi permette di cogliere la visione “storica” della Chiesa, ossia quale è stata la sua teologia, liturgia e spiritualità eucaristica nel corso del tempo e dei luoghi.

A partire dal primo Congresso tenuto a Lille, nel 1881, tutti i seguenti furono caratterizzati da imponenti manifestazioni pubbliche volte a confermare la fede nella “presenza reale” di Cristo nell’Eucaristia e a incrementare il culto eucaristico. Il movimento dei Congressi era maturato in Francia nel solco della spiritualità di san Pierre-Julien Eymard (+1868), di sacerdoti influenti quali il beato Antoine Chevrier (+ 1879) e Gaston-Adrien de Ségur (+ 1880), di numerosi laici, tra cui Léon Dupont (+ 1876) e in particolare Émilie Tamisier (+ 1910), animatrice dell’Opera dei Congressi. C’è da registrare che, fin dall’inizio, è stato determinante il ruolo dei laici, donne e uomini che mettevano a disposizione energie e tempo per tenere vivo l’interesse e curare l’organizzazione.

La fisionomia dei Congressi Eucaristici divenne progressivamente più internazionale e missionaria, varcando i confini dei Paesi europei: lo mostrano i Congressi di Montreal (1910), Chicago (1926), Sydney (1928), Cartagine (1930), Buenos Aires (1934), Manila (1937), Rio de Janeiro (1952), Bombay (1964), Bogotá (1968), Melbourne (1973), Filadelfia (1976), Nairobi (1985), Seul (1989), Guadalajara (2004), Québec (2008) Cebu (2016). Sono stati eventi che hanno segnato “eucaristicamente” il cammino della Chiesa in questi Paesi e nei rispettivi continenti. Considerando l’America Latina si devono ricordare il Congresso di Buenos Aires in Argentina, sul tema «La regalità sociale di Cristo per mezzo dell’Eucaristia» (1934), di Rio de Janeiro in Brasile sul tema «Il Regno eucaristico di Cristo Redentore» (1955), di Bogotà in Colombia sul tema «Vinculum charitatis», con la visita di Paolo VI e il suo storico incontro con 300.000 campesinos latinoamericani (1968), di Guadalajara in Messico sul tema «L’Eucaristia, luce e vita del nuovo millennio» (2004). Ora il 53° Congresso di Quito in Ecuador, alla “metà del mondo”, risuona come un convinto appello alla “fraternità” vista come dono del Cielo ed insieme impegno umano a convertire le relazioni inimicali in legami fraterni, dentro il travaglio del mondo odierno. Il cambiamento d’epoca che stiamo affrontando ha portato tutti, pur per strade diverse, a maturare la convinzione che «nessuno si salva da solo» come ama ripetere Papa Francesco.

Il Congresso Eucaristico oggi

La ricomprensione del Mistero eucaristico promossa dal movimento liturgico e maturata con il Concilio Vaticano II, ha riorientato anche i Congressi Eucaristici a promuovere l’indissociabile vincolo tra celebrazione della Messa e culto eucaristico fuori di essa, in ordine al vissuto di persone e comunità. Il Congresso Eucaristico è così divenuto occasione e motivo per esprimere la Chiesa dell’Eucaristia, alla luce del Vaticano II e della riforma liturgica che ne è derivata.

Ne ha tenuto conto il rinnovato rituale De sacra Communione et de Cultu Mysterii Eucharistici extra Missam (1973), che dedica ai Congressi Eucaristici i nn. 109 – 112, dando indicazioni sul significato del Congresso come «sosta di preghiera e di impegno», e indicando gli elementi cui prestare attenzione nella sua preparazione: catechesi sull’Eucaristia, «specialmente in quanto mistero di Cristo vivente e operante nella Chiesa»; partecipazione alla liturgia «che promuova il religioso ascolto della parola di Dio e il senso fraterno della comunità»; iniziative di fermento evangelico e realizzazione di opere sociali «che favoriscano la promozione umana e la dovuta comunanza di beni anche temporali»; infine, si ricordano i criteri ispiratori del  Congresso: «la celebrazione eucaristica sia il centro e il culmine di tutte le varie manifestazioni e forme di pietà»; l’approfondimento del tema proposto favorisca il coinvolgimento pratico; le riunioni di preghiera e l’adorazione prolungata del Santissimo in determinate chiese della città; la processione con il Santissimo Sacramento deve essere esemplare.

L’internazionalità del Congresso manifesta l’universalità del Mistero eucaristico che plasma ogni battezzato, ciascuno nel proprio stato di vita, come ogni famiglia cristiana, comunità religiosa, parrocchia, diocesi. Lo manifestano, con proprie caratteristiche, i Congressi Eucaristici celebrati finora.

 Quito 2024 e il tema di riferimento

La scelta della città di Quito in Ecuador quale sede del Congresso 2024 (8-15 settembre) è motivata dai centocinquanta anni della consacrazione del Paese latinoamericano al Sacro Cuore di Gesù (25 marzo 1874). Fu un atto promosso dall’allora Presidente del Paese al fine di porre la storia ecuadoriana nelle mani di Colui che ama l’umanità senza confini e condizioni. La memoria di quell’evento sociale fu concretizzata nel voto di costruire un maestoso tempio al Cuore di Gesù, divenuto oggi uno dei simboli della città di Quito. In ragione di tale anniversario, i Vescovi dell’Ecuador hanno scelto di ospitare il Congresso Eucaristico Internazionale 2024. Del resto, come diceva Paolo VI «il dono più grande del Cuore di Gesù è appunto l’Eucaristia» (cf. Investigabiles Divitias Christi). Affidarsi al Cuore ferito di Cristo è porsi alla scuola dell’Amore che sgorga gratuitamente per la vita altrui, più forte di ogni nostro egoismo, odio e divisione.

Il tema del Congresso di Quito è il seguente: «Fraternità per sanare il mondo», illuminato dalle incisive parole di Gesù: «Voi siete tutti fratelli» (Mt 23,28). L’enunciato tematico risplende di luce “eucaristica” subito chiara: coniuga la fraternità dentro la Chiesa, edificata dall’Eucaristia, con la sua missione “risanatrice” nel mondo, a prolungamento della presenza di Cristo, Salvatore di tutto l’uomo, spirito, anima e corpo. La chiamata eucaristica alla fraternità oltrepassa i confini tra le Nazioni e i Popoli che le compongono, con le loro lingue e culture, compresi gli incontri e scontri di ieri e di oggi. Raggiunti eucaristicamente dall’amore che sgorga dal Cuore di Cristo ci riconosciamo fratelli, figli dello stesso Padre, costruttori di una fraternità che risana le relazioni tra gli uomini, con la terra e l’ambiente vitale.

L’Eucaristia è appello continuo, ogni volta che la celebriamo, a vivere da figli del Padre celeste nel Figlio che è il Cristo, e a vivere da fratelli, senza escludere nessuno. È terapeutica per le fatiche che ciascuno porta in sé ed è mandato curativo per le ferite del mondo in cui viviamo.

Il tema del Congresso incrocia vari percorsi indicati dal magistero del Papa: la sinodalità anzitutto, che è una esperienza da vivere più che un concetto da capire, come ricorda spesso Francesco. Il cammino sinodale che stiamo vivendo, a livello diocesano, nazionale, universale, rischiara evidentemente anche il Congresso Eucaristico Internazionale. La stessa enciclica “Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale” interpella direttamente i lavori del Congresso, occasione propizia per far giungere nel tessuto ecclesiale il magistero del Papa. Lo stesso vale per l’enciclica “Laudato si’ sulla cura della casa comune”.

Le fonti ispiratrici del documento base

 Il tema della fraternità al Congresso di Quito ha trovato approfondimento in uno specifico documento, denominato Testo base. Pubblicato nel 2023, disponibile in varie lingue, espone le linee per la preparazione al Congresso, in Ecuador anzitutto come in altri Paesi, e richiama i motivi di riflessione che ritmano i giorni celebrativi del Congresso.

Il testo tiene presenti due versanti ispiratori. Il primo è rappresentato dalle fonti valide per tutti, al di là di legittime scuole teologico-culturali: la Sacra Scrittura, i documenti del Concilio Vaticano II, i libri liturgici (Missale Romanum, con l’Institutio generalis e i Praenotanda dell’Ordo lectionum Missae; De Sacra Communione et de Cultu Mysterii Eucharistici extra Missam), il Magistero dei Papi e dei Vescovi, in particolare l’episcopato latinoamericano, il Catechismo della Chiesa Cattolica; poiché il Mistero eucaristico riguarda anche la pietà popolare, viene ricordato il Direttorio su pietà popolare e liturgia. Non essendo un trattato sull’Eucaristia, le fonti ispiratrici sono citate per accentuazione tematica. Ad esempio, di Papa Francesco, ci sono rimandi alle encicliche Evangelii gaudium e Fratelli tutti, alla Lettera apostolica Desiderio desideravi, a passaggi di omelie e discorsi. Di san Giovanni Paolo II viene citata l’enciclica Ecclesia de Eucharistia, mentre di Benedetto XVI l’esortazione apostolica Sacramentum caritatis e l’enciclica Deus caritas est

Il secondo versante, importante per coniugare l’Eucaristia con l’esperienza vissuta, è rappresentato dalla testimonianza di persone che hanno saputo tradurre il mistero celebrato all’altare in scelte di vita cristiana. Sono evocate le figure di sant’Oscar Romero († 1980), del frate domenicano Antonio de Montesinos e di Leonidas Proaño Villalba, vescovo di Riobamba, territorio con la più grande popolazione indigena dell’Ecuador. La testimonianza di cristiani che hanno servito il Vangelo con la libertà dell’amore, sono molto più eloquenti delle parole per trasmettere la potenza dell’Eucaristia che crea fraternità, prossimità, solidarietà, guarigione delle ferite del mondo.

Il documento base è, dunque, una finestra aperta sul tema del Congresso di Quito. Aiuta a conoscere di che cosa si parlerà, quali argomenti saranno affrontati, che nodi ci interpellano e quali sfide ci aspettano.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

30 agosto 2024, 11:45