Nicaragua, il governo cancella 1.500 organizzazioni non governative
Vatican News
Il governo del Nicaragua ha cancellato lo status giuridico di 1.500 organizzazioni non governative presenti nel Paese, trasferendo i loro beni allo Stato. La decisione, approvata dal Ministro degli Interni María Amelia Coronel, e pubblicata su La Gaceta, la gazzetta ufficiale del Nicaragua, nasce, così come indicato, dall’inadempimento da parte delle ong di alcuni obblighi, come quello di presentare, “per periodi compresi tra uno e 35 anni i loro bilanci secondo i periodi fiscali, con una ripartizione dettagliata delle entrate e delle uscite, il bilancio dei pagamenti, i dettagli delle donazioni e i loro consigli di amministrazione”. Le organizzazioni, riportano alcuni siti indipendenti quali 100%Noticias e La Prensa, che non hanno ricevuto alcun preavviso, sono accusate dal governo di aver ostacolato il controllo del Ministero dell’Interno. Secondo l’accordo in atto fino a questo momento, ora la Procura generale sarà responsabile del trasferimento dei beni mobili e immobili a nome dello Stato del Nicaragua.
Le ong obbligate a collaborare con lo Stato
Questa massiccia chiusura, sottolineano ancora le fonti giornalistiche, segue l’annuncio della vice presidente Rosario Murillo di “un nuovo modello di alleanze tra Ong e governo”, laddove le organizzazioni ora, per poter realizzare i loro progetti, sono “obbligate a presentare programmi o progetti e a collaborare con le istituzioni statali”. Sono state inoltre eliminate le esenzioni. La maggior parte delle ong chiuse fa capo a comunità evangeliche, tra quelle cattoliche figura, tra le altre, la Caritas diocesana di Granada. Nell’elenco compaiono anche enti di beneficenza, associazioni sportive e indigene. Con questa ultima azione, senza precedenti poiché per la prima volta con un unico atto vengono messe fuori legge 1.500 organizzazioni, le ong sciolte dal 2018, inizio delle proteste popolari, sono state oltre 5.200.
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