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Don Pero Miličević e don Benito Giorgetta Don Pero Miličević e don Benito Giorgetta 

Don Pero Miličević: “ho perdonato chi ha ucciso mio padre”

Al Meeting di Rimini, dove è in corso la 45.ma edizione, la testimonianza del sacerdote di Mostar che da bambino ha vissuto la guerra in Bosnia e in Erzegovina negli anni ’90. Una parentesi in Italia per una vacanza, portato insieme ad altri bambini da don Benito Giorgetta

Benedetta Capelli – Rimini

“Ci sono due cose che non si possono separare: il perdono dato e quello ricevuto. Tante volte il male ricevuto è così grande che riuscire a perdonare sembra come scalare una montagna altissima. Ma da soli non possiamo, ci vuole la grazia di Dio, dovremmo chiederla”. È la reciprocità della misericordia che Papa Francesco spiega all’udienza generale del 18 marzo 2020 e che si ritrova forte e potente nella storia di don Pero Miličević, sacerdote giovane di Mostar, la città che vide il suo simbolo, il ponte vecchio, abbattuto nel 1993 dalle unità croate. Erano quelli momenti drammatici con Mostar divisa in due tra le forze croato-bosniache che occupavano la parte occidentale e l’esercito della Repubblica di Bosnia ed Erzegovina, a est, dove abitavano i musulmani bosniaci.

Precipitati nel buio

E’ un conflitto tra fratelli quello che sconvolge l’allora Jugoslavia e che un bambino di 7 anni come Pero non capisce. Capisce però le lacrime copiose e amare che la sua mamma versa, che i suoi parenti invano cercano di asciugare. “Nel 1993 – racconta don Pero in un’intervista a Radio Vaticana – Vatican News durante il Meeting di Rimini – in un solo giorno ho perso 8 persone della mia famiglia. Mio papà è morto, mia zia ha visto morire tre figli, un’altra zia ha perso un figlio, un’altra zia ancora è rimasta uccisa…”. Non finisce qui. Pero viene portato insieme ad altri in un campo di concentramento dove rimane per 7 mesi.

Un’oasi di pace

Passa il tempo, due anni per l’esattezza, Pero insieme ad altri bambini di Mostar viene portato in Italia per un mese. Artefice del viaggio è don Benito Giorgetta, anche lui presente al Meeting, che li porta a Termoli. “Sono andato io di persona a prenderli seguendo tutto l’iter burocratico per le autorizzazioni. Furono tanti i sacrifici e tanto l’impegno ma soprattutto – racconta – era forte il desiderio di offrire un’oasi di pace per questi bambini che erano tormentati. Ricordo le loro paure quando scoppiavano i fuochi d’artificio, si nascondevano perché quelli per loro erano rumori di morte e per noi invece erano di gioia”. Nel racconto del sacerdote c’è spazio per la riconoscenza e il ringraziamento per le famiglie che allora accolsero, “missionari – li definisce oggi - che hanno evangelizzato con la loro testimonianza”. Ricorda in particolare la famiglia Castrotta che ospitò Pero.

L’amore che non dimentica

I bimbi ritornano a Mostar, gli anni trascorrono facendo i conti con le sofferenze e la fatica di ricucire rapporti umani e intraprendere un cammino di guarigione. Pero sceglie il seminario di Zagabria. Per alcuni anni torna in Italia per completare il suo corso di studi. Compie un pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e qui vede l’indicazione per Termoli. Si riaccende una fiamma, inizia a ricordare e cerca su Facebook la famiglia Castrotta. La trova, chiede di don Benito ma non ottiene molte notizie, poi il cellulare si spegne. Torna a Roma ma la sorpresa è che don Benito lo chiama, lo invita a Termoli per celebrare insieme la Messa. “L’amore – dice don Pero – non si dimentica”.

“So chi ha ucciso mio padre…”

In tutti questi anni, la luce del Vangelo illumina il cuore del giovane sacerdote, l’incontro con l’amore più grande compie in lui la rivoluzione che apre al perdono. “Come Dio perdona anche noi dobbiamo perdonare, so chi ha ucciso mio padre – dice don Pero – ma non posso vivere nella vendetta. Se dovessi provare rancore non sarei uomo di Dio, siamo umani sbagliamo, siamo nati nello stesso luogo, non siamo troppo diversi”. E’ l’insegnamento grande che il dolore porta nella vita di don Pero: il perdono è la strada per guarire e guardare all’altro come un vero fratello.

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21 agosto 2024, 16:37