“Custodi del bello”, decoro e dignità contro la cultura dello scarto
Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano
Cosa è la bellezza? Secondo il poeta Ugo Foscolo è “una specie di armonia visibile che penetra soavemente nei cuori umani”. La bellezza è sicuramente una simmetria gradevole ma può essere anche una opportunità di riscatto per le persone più fragili, vittime di quel vortice di indifferenza ed esclusione che Papa Francesco definisce “cultura dello scarto”. Per realizzare questa finalità, lanciando un nuovo modello di integrazione, è nato il progetto “Custodi del bello”, frutto della collaborazione di tre realtà del terzo settore che condividono gli stessi valori: il Consorzio Communitas, la Fondazione Angeli del Bello e l’associazione Extrapulita.
Un’opera di custodia del Creato
In Italia il progetto “Custodi del bello”, promosso dalla Conferenza Episcopale italiana, è attivo in 12 città. Nella giornata del 21 ottobre è stata presentata l’iniziativa Custodi del Bello Cagliari”, nella sala stampa della Curia arcivescovile della città sarda. Al progetto collabora il Comune di Cagliari grazie a tirocini di inclusione sociale promossi dall’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro e con la disponibilità dell’azienda Sgaravatti. Il duplice obiettivo, che si intreccia con le finalità a livello nazionale, è di dare dignità grazie al lavoro e di restituire decoro ai luoghi pubblici. Presentando questa iniziativa, l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi, ha sottolineato che si tratta di uno di quei progetti “che dimostra la verità dell’intuizione del Papa circa la connessione dei diversi aspetti dell’agire sociale”. Con l’impegno di tutti - ha aggiunto il presule le cui parole sono state riprese dall’Agnezia Sir - è possibile realizzare un’opera di custodia del Creato, che risponda a un bisogno sociale ed esistenziale primario, come quello del lavoro.
Restituire dignità a luoghi e persone
L’impegno è dunque quello di prendersi cura della bellezza diffusa in tutto il territorio italiano e, soprattutto, di dare una risposta, fornendo un reddito basato sul lavoro, alle persone che vivono un disagio economico in un Paese dove sono oltre 1,7 milioni le famiglie che si trovano in una situazione di povertà. Non solo dunque cura dei luoghi, ma una mano tesa verso chi è relegato ai margini della società. Concretamente, si individuano le attività lavorative particolarmente richieste dal mercato, con il supporto delle associazioni di categoria, delle aziende, degli artigiani, della camera di commercio per indirizzare al meglio i “Custodi del bello”.
Un antidoto contro la cultura dello scarto
Il percorso tracciato in questa via della bellezza è rivolto a persone in difficoltà ed emarginate: poveri, disoccupati e migranti vengono coordinati in squadre di lavoro per prendersi cura di luoghi pubblici come strade, piazze, parchi, giardini e monumenti. Luciano Marzi, coordinatore nazionale e portavoce del progetto "Custodi del Bello" sottolinea spiega questa iniziativa può essere considerato un antidoto alla “cultura dello scarto”.
“Custodi del bello” è una iniziativa “rigenerativa”, spiega Luciano Marzi, perché risponde alla necessità di “rigenerare la fragilità umana e il degrado urbano”. Questo progetto, che mette insieme la cura delle persone più vulnerabili e quella di spazi di vita quotidiani, può essere considerato un argine contro la cultura dello scarto perché promuove la dignità di ciascun individuo, soprattutto i più fragili. Attualmente sono almeno 120 le persone sostenute, in questo momento, attraverso il progetto “Custodi del bello” che è attivo in 12 città. L’iniziativa, nata nel 2018, ha coinvolto complessivamente fino ad oggi 1500 persone.
Negli ultimi due anni si è registrato un incremento delle persone coinvolte. Luciano Marzi, soffermandosi sulle parole rivolte da Papa Francesco lo scorso 30 settembre ai partecipanti al progetto “Custodi del bello”, sottolinea che le persone ai margini della società rispondono a questa iniziativa con “senso di responsabilità” e con il desiderio di “rimettersi in gioco”. Questa presa di coscienza, da parte dei “Custodi del bello”, “cambia il loro volto” e lo sguardo della società su di loro. Tra i monumenti di Firenze, tre le vie di Matera, a Milano, a Savona e in altre città l’opera di questi custodi non è passata inosservata. La via della bellezza, aggiunge Luciano Marzi, è “un atto di amore verso il prossimo, vero le comunità, verso luoghi che ci appartengono”. Un servizio che porta a rigenerare le città e degli angoli invasi dal degrado attraverso il lavoro e la collaborazione di persone che sono fragili ma che possono riscattarsi. Le parole pronunciate da Papa Francesco - conclude Luciano Marzi - confermano che la strada intrapresa alcuni anni fa è giusta e appassionante. Una via, quella della bellezza, da ampliare e da portare in altre città.
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