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Un'immagine della comunità cattolica di lingua ebraica in Israele durante il momento di preghiera Un'immagine della comunità cattolica di lingua ebraica in Israele durante il momento di preghiera 

I cattolici di lingua ebraica in Israele: il pianto delle madri non ha bandiera

Padre Piotr Żelazko, vicario patriarcale di San Giacomo, che si occupa delle comunità ecclesiali in Israele parla dell'anniversario del 7 ottobre e della giornata di preghiera e digiuno chiesta da Francesco: la sofferenza non ha nazionalità, preghiamo per tutte le vittime innocenti di questa terribile guerra

Don Paweł Rytel-Andrianik - Città del Vaticano

Con il conflitto in corso e il trauma profondamente radicato, le comunità cattoliche di lingua ebraica di Israele si sono riunite il 5 ottobre scorso presso il monastero "Nostra Signora dell'Arca dell'Alleanza" a Kiryat Ye'arim per il loro incontro annuale in cui hanno pregato per la pace nel mondo, in comunione con il Papa e in preparazione alla giornata di preghiera e penitenza chiesta da Francesco per oggi. Padre Piotr Żelazko, vicario patriarcale di San Giacomo, ne ha parlato con i media vaticani: "È molto difficile qui in Israele. Abbiamo pregato per le vittime di questa violenza senza precedenti a cui abbiamo assistito il 7 ottobre dello scorso anno e abbiamo fatto memoria di quanta violenza abbiamo vissuto". 

Yefim Faiterberg, della parrocchia di Jaffa, padre di due figlie piccole ha sottolineato l'importanza degli incontri comunitari: "È importante che i nostri figli incontrino altri bambini con la stessa convinzione e a poco a poco la applichino. La nostra chiesa ha un profondo desiderio di aiutare le persone, il mondo. Quindi, credo che anche noi possiamo cambiare il mondo in meglio".

Un anno di speranza in mezzo alla lotta

Nonostante il dolore  immenso causato della guerra in corso, queste comunità mantengono viva la speranza. "In mezzo a questa frattura - ha affermato p. Żelazko - i cattolici di lingua ebraica si aggrappano a una visione di pace e guarigione radicata nella loro profonda fede e nelle promesse di Dio".

I cattolici di lingua ebraica sono uniti alla società israeliana, che in questi giorni celebra il Capodanno. "Mentre entriamo in questo nuovo anno, in questo spirito di Rosh Hashanah, le nostre preghiere si estendono oltre le nostre comunità, a tutti. Speriamo nella pace, nella guarigione e nel rinnovamento per tutti. Questo è ciò che teniamo stretto nei nostri cuori", ha commentato da parte sua Monika Faes, coordinatrice pastorale del vicariato di San Giacomo. I cattolici di lingua ebraica termineranno la giornata di preghiera e digiuno per la pace con la Santa Messa per tutte le vittime della guerra celebrata dal Vicario del Patriarcato di Gerusalemme. 

Collegamento alle radici ebraiche

Le comunità cattoliche di lingua ebraica che vivono in Israele sono uniche nella loro profonda connessione con la cultura e la lingua ebraica che unisce i cattolici provenienti da vari ambienti al crocevia tra cristianesimo ed ebraismo. Celebrano la loro fede cristiana in ebraico nel profondo legame tra cristianesimo ed ebraismo.

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07 ottobre 2024, 11:43