Una raffigurazione della beata Maria Teresa Fasce Una raffigurazione della beata Maria Teresa Fasce 

Cascia, Premio “Madre Fasce” a una imprenditrice per la crescita di persone e territorio

Il 12 ottobre, nella cittadina umbra, la II edizione del riconoscimento dedicato alla religiosa, che, beatificata nel 1997, si è prodigata per la costruzione del santuario di Santa Rita e per diversi progetti solidali, dando vita ad un’“impresa del bene, fondata sulla carità e sui valori cristiani” che richiama all’etica e alla sostenibilità. Premiata Paola Veglio per aver saputo far crescere la sua azienda mantenendo l'attenzione verso le persone e il territorio

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Le monache agostiniane del Monastero Santa Rita di Cascia hanno deciso di conferire il Premio “Madre Maria Teresa Fasce” 2024 per un modo responsabile e sostenibile di fare impresa a Paola Veglio, imprenditrice piemontese, amministratore delegato della Brovind di Cortemilia (Cuneo) impresa del settore metalmeccanico, che attraverso la sua azienda punta sulla crescita e sul benessere delle persone e sullo sviluppo del territorio. Il riconoscimento viene consegnato domani, 12 ottobre alle 17.15, giorno in cui ricorre la memoria liturgica della beata Fasce, nella basilica Inferiore del santuario di Santa Rita. Giunto alla seconda edizione, il Premio intitolato alla religiosa che è stata badessa della comunità monastica per 27 anni, nella prima metà del ‘900, e alla quale si devono l’ampia diffusione del culto e dei valori ritiani e diverse iniziative per la collettività e i più bisognosi, intende promuovere un’imprenditoria ispirata al Vangelo e un’economia solidale. Viene assegnato all’ingegnere Veglio “per aver saputo far crescere la sua azienda mantenendo l'attenzione verso le persone e per aver guardato al territorio con progetti e azioni capaci di migliorare la qualità della vita della comunità”.

Paola Veglio, imprenditrice
Paola Veglio, imprenditrice

Un’imprenditoria ispirata al Vangelo

“Il Premio Madre Fasce è dedicato alle donne che scelgono di essere protagoniste della necessaria rivoluzione solidale dell’economia facendo impresa non solo per il profitto, ma per generare impatto sociale e umano - spiega in un comunicato la badessa del monastero Santa Rita da Cascia, madre Maria Rosa Bernardinis -. In società segnate da crisi, conflitti e disuguaglianze, il modello di imprenditoria ispirato al Vangelo che la Fasce ci insegna è più attuale che mai e richiama all’etica e alla sostenibilità”. Madre Fasce “è stata una vera ‘imprenditrice di Dio’”, aggiunge la badessa, ricordando che a Cascia ha dato vita ad una vera e propria “impresa del bene, fondata sulla carità e sui valori cristiani incarnati da Santa Rita”. “In questo tempo sempre più lacerato dalle guerre, aprire il cuore agli altri in ogni ambito, sociale, economico e politico, mettendo le persone prima di ogni interesse personale e al centro di ogni azione, vuol dire promuovere anche la pace”, afferma madre Maria Rosa.

Un ritratto della beata Teresa Fasce
Un ritratto della beata Teresa Fasce

Due personalità orientate al bene comune

Ad accomunare Maria Teresa Fasce e Paola Veglio sono lo sguardo diretto oltre i confini dei loro ambiti per una vera rivoluzione orientata all’umanità e la determinazione nel portare avanti le loro scelte. In entrambe, poi emergono l’umanità, l’attenzione e l’apertura agli altri, nonché la capacità di riconoscere i bisogni del territorio e l’impegno nel dare risposte concrete. Alla religiosa si deve l’attuale Basilica di Santa Rita e l’Alveare di Cascia, che da 86 anni accoglie minori e li accompagna nella crescita, mentre l’imprenditrice piemontese ha rilanciato l’occupazione locale e ha lavorato sul welfare aziendale attraverso l’asilo, gli assistenti sociali, la mensa, che di sera si trasforma in ritrovo per cittadini e turisti. Il Premio Fasce è un’opera d’arte che rappresenta la concretezza della carità, realizzata da suor Elena Manganelli, artista e monaca agostiniana, ha una base esagonale sovrastata da un fiore i cui petali diventano fiamme e custodiscono il cuore infiammato agostiniano. Sulla parte frontale delle piccole api richiamano la simbologia ritiana, l’operosità e le Apette dell’Alveare, come madre Fasce chiamò nel 1938 le bambine accolte dalla comunità monastica.

Madre Maria Rosa Bernardinis, badessa del Monastero Santa Rita da Cascia, mostra il Premio Madre Maria Teresa Fasce
Madre Maria Rosa Bernardinis, badessa del Monastero Santa Rita da Cascia, mostra il Premio Madre Maria Teresa Fasce

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

11 ottobre 2024, 12:33