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La presentazione in Senato dell' Ecu Film Fest 2024 La presentazione in Senato dell' Ecu Film Fest 2024

Cinema, dialogo interreligioso e pace: torna l’Ecu Film fest

Presentata oggi al Senato italiano la terza edizione della rassegna di film, incontri ed esperienze per le scuole che si terrà a Maenza (Latina) dal 21 al 24 novembre, sul tema “Custodire la speranza in tempi di guerra”. Premio per la comunicazione di pace a Vatican News e a Roberto Cetera

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

“Dobbiamo bussare a tutte le porte: io sto cercando di andare in Iran, ma non ci riesco. Sono un frate che non ha interessi da vendere, ma solo l’esempio di Francesco, che ha abbracciato e amato il sultano più di 800 anni fa”. Queste le parole di padre Gian Maria Polidoro, 91 anni, il frate minore fondatore dell’Associazione Assisi Pax International e consigliere ecclesiale dell’Ecu Film Fest “Cinema per il Dialogo Ecumenico ed Interreligioso”, che ha presentato questo pomeriggio al Senato della Repubblica, nella Sala Caduti di Nassirya, la terza edizione della rassegna di film, incontri ed esperienze per le scuole, sul tema “Custodire la speranza in tempi di guerra”, in programma dal 21 al 24 Novembre a Maenza (in provincia di Latina). Un evento che vedrà la partecipazione di rappresentanti di dieci tradizioni religiose provenienti da diversi Paesi, cristiani di varie confessioni, ebrei, musulmani, induisti, buddisti, bahà’ì.  Durante la cerimonia di inaugurazione, nel pomeriggio del 21 novembre, verrà letto un messaggio di Papa Francesco, a firma del segretario di Stato il cardinale Pietro Parolin, che trasmetterà la benedizione del Pontefice per il Festival e tutti i suoi partecipanti.

L'intervento di padre Gian Maria Polidoro
L'intervento di padre Gian Maria Polidoro

Padre Polidoro: tutti possiamo fare qualcosa per la pace

Oggi più che mai, per gli organizzatori, guidati dal regista kosovaro Gjon Kolndrekaj, autore del Video catechismo della Chiesa cattolica e presidente di Ecu Film Fest, “si sente il bisogno di dialogo e di cooperazione tra tutte le confessioni religiose come requisito essenziale per un cammino di pace e di fraternità tra i Popoli”. Seguendo il cammino tracciato da padre Polidoro, che nel febbraio del 1984, con altri tre francescani, anche conventuali e cappuccini, del Centro Internazionale per la Pace fra i Popoli di Assisi, si fece pellegrino a Washington e a Mosca per chiedere in nome di Dio la fine della guerra fredda, incontrando il presidente Reagan e l’allora facente funzione di capo di Stato Kuznestov (Andropov era morto da poco). “Dobbiamo avere la capacità di guardare al domani con grande fede, ognuno di noi può fare qualcosa – ha detto l’anziano francescano alla presentazione - La strada è quella di una civiltà di pace, dobbiamo iniziare un nuovo cammino, fatto di incontro e di ascolto”.

Palmieri (Comunità ebraica): la speranza va sempre coltivata

Eva Ruth Palmieri, per la Comunità ebraica di Roma, commentando il tema del festival “Custodire la speranza in tempi di guerra”, ha sottolineato che “questa speranza di dovrebbe declinare al plurale, per definire le speranze delle diverse comunità di credenti”. E accanto a lumi di speranza e incontro, “nonostante i venti di guerra” ha denunciato il proseguire di episodi tristissimi, come “l’annullamento della proiezione docu-film sulla vita della senatrice Liliana Segre, in un cinema di Milano, per paura di violenze antisemite”. Ma per Palmieri “la speranza va sempre coltivata”.

Le testimonianze dell’imam e dell’arcivescovo anglicano

Dopo di lei l’imam della Moschea di Roma Nader Akkad ha ricordato che il rapporto tra fede ed arte è essenziale, anche in questo clima di violenza. Ha parlato dello zio regista che ha prodotto un film sul profeta Maometto, e descritto la scena del film nella quale “un gruppo di rifugiati musulmani trovano salvezza in Abissinia, accolti benevolmente da un re cristiano. Sono tante le cose che ci legano”. Per l’arcivescovo Ian Ernest, guida del Centro anglicano di Roma, il festival vuole indicare un percorso di speranza, “e come farla emergere in un clima di disperazione come quello attuale”. Ha ribadito l’importanza di “Essere umili e pazienti e non usare la forza fisica contro nessuno, mostrare con le nostre azioni e la vita che pace e dialogo non sono solo concetti ideali”. E’ urgente, ha spiegato, “la ricerca della pace interiore, calma e armonia. La spinta a questi valori viene testimoniata oggi “dalla crescente attenzione dei giovani verso la spiritualità. Grazia al loro desiderio di verità, libertà e speranza, c’è terreno fertile per il futuro”.

Il 23 novembre il convegno interreligioso a Maenza

Infine l’abate Dario Doshin Girolami, del Centro Zen l’Arco di Roma, ha ricordato che nella tradizione buddista è fondamentale “essere pace” per le persone che ci sono attorno. Ha ricordato la sua provenienza da una famiglia di registi: “sono cresciuto nel cinema. Il cinema ha un incredibile potere di muovere emozioni collettive, ed è una splendida idea legarlo al dialogo interreligioso”. Gli stessi relatori saranno protagonisti del convegno “Custodire la speranza in tempi di guerra. Dialogo interreligioso e sicurezza delle comunità”, nel pomeriggio del 23 novembre a Maenza. Insieme a loro ci saranno anche l’archimadrita Symeon Katsinasm, della Chiesa ortodossa greca di San Teodoro al Palatino, per gli induisti Shivaraja Deva, per i bahà’ì Guido Morisco, e per Religions for Peace Italia, partner dell’Ecu Fest, il presidente Luigi De Salvia. Dal Castello Baronale di Maenza, città dove San Tommaso d’Aquino ha trascorso gli ultimi giorni e sede della quattro giorni sarà lanciato inoltre il manifesto “Pace e Uguaglianza tra i Popoli”.

Lo spirito dell’Ecu film fest

L’ Ecu film fest 2024 “Cinema per il Dialogo Ecumenico e Interreligioso” ideato dal regista kosovaro Gjon Kolndrekaj, fondatore di Crossinmedia, coadiuvato dal presidente del Comitato Promotore Paolo Masini, da’ voce ai messaggi di pace provenienti dal mondo del cinema e non solo, un incontro di arti e di voci unite dalla forte ricerca di dialogo. Alla settima arte infatti, si aggiungeranno nel corso della rassegna letteratura, teatro, musica, animazione, diplomazia che unite al mondo delle associazioni internazionali, creano un mosaico che rappresenta il sogno di una convivenza pacifica e solidale. Un approccio che guarda alle nuove generazioni, portatrici di futuro, attraverso il coinvolgimento diretto di ragazzi e ragazze delle scuole primarie e secondarie.

Un altro momento della presentazione al Senato
Un altro momento della presentazione al Senato

Kolndrekaj: il dialogo tra i popoli, messaggio fondamentale

Gjon Kolndrekaj ideatore della rassegna, ha sottolineato che “insieme a mia moglie Tania Cammarota abbiamo creato tre anni fa questa iniziativa con il privilegio di condividere insieme a Religions for Peace, il Comune di Maenza e l’Associazione Passione di Cristo, il principio dell’uguaglianza tra i popoli. Andiamo avanti perché il dialogo tra i popoli è l’unico messaggio da condividere per una società multiculturale e pacifica”. Per Paolo Masini, presidente del comitato promotore “ Con l’Ecu Film Fest vogliamo  dare il nostro  piccolo contributo nella costruzione di un mondo di pace. Un terreno di incontro e di confronto che superando gli steccati, ci ricordi che nessuna religione porta con sé un messaggio di guerra e che quello che abitiamo è un mondo che ha una sola razza. Quella umana.”

Il programma dei film in rassegna

Il programma delle proiezioni prevede “Il grande dittatore di Charlie Chaplin”, che apre questo viaggio, con il suo potente monito contro l’odio e la guerra. Quindi “P.O.P. Peace of Peace”, il cartone animato scritto da otto studenti israeliani e otto palestinesi, aiutati da animatori italiani, con musiche di Noah e Rim Banna, e realizzato dall’Ufficio per la Pace a Gerusalemme del Comune di Roma nel 2004. Due bambini, in groppa a un cammello magico, attraversano i luoghi della guerra, trasformandoli in spazi di gioia e di pace. Una pellicola che indica come il vero conflitto è tra chi vuole la guerra e chi vuole la pace. Poi “I figli di Gjergj Kastrioti Skanderbeg” di Vranin Gecaj ci porta tra le comunità arbëreshë in Italia, che da cinquecento anni mantengono vive le loro radici e tradizioni. Un docu-film che celebra il valore della memoria, della cultura e della fede che resistono al tempo, come un ponte tra popoli e generazioni. E infine “Sarah e Saleem - laddove nulla è possibile”, del regista palestinese Muayad Alayan. Un racconto intimo di un amore proibito tra una donna israeliana e un uomo palestinese a Gerusalemme, che si fa metafora della difficile convivenza tra due popoli. Un richiamo alla necessità di vedere l’altro oltre le divisioni.

I corti dei giovani dello Youth Film Festival

Chiude la rassegna una selezione di cortometraggi, realizzati da giovani di oltre 60 paesi nel mondo per il Youth Film Festival-Salesiani di Don Bosco, il cui direttore artistico è don Harris Pakkam, in collaborazione con Ecu Film Fest.  Lo spazio dedicato ai giovani è inotre fitto di incontri, oltre alla Mostra dedicata ai 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi, allestita in collaborazione con l’associazione Aire, sono in programma proiezione di cartoon, film e cortometraggi sul tema della pace.

Per la comunicazione premi a Vatican News e Cetera

Nel corso dell’Ecu Film Fest 2024, gli organizzatori premieranno alcune istituzioni e personalità. Il riconoscimento speciale della Palma Bianca 2024 dell’Associazione Assisi Pax International, di padre Polidoro, viene assegnato alla Croce Rossa Italiana in occasione dei 160 anni dall’istituzione. Per la comunicazione, viene premiato Vatican News, il portale multimediale della Santa Sede, per il suo impegno nel dare voce alle iniziative di dialogo, pace e solidarietà per i conflitti in corso, dall’Ucraina al Medio Oriente fino alle “guerre dimenticate”. Un riconoscimento per il costante, concreto, incessante impegno in una terra tormentata andrà a padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia francescana di Terra Santa. Verrà premiato anche Roberto Cetera, vaticanista dell’Osservatore Romano, inviato a Gerusalemme.  Inoltre, riconoscimenti andranno a Francis Kuria Kagerna, segretario generale di Religions for Peace; “Ditelo sui Tetti” il network per il dialogo con le Istituzioni a tutela della vita e della famiglia.

Riconoscimenti anche per due registi, un’ebrea e un buddista

Per la diplomazia sarà premiato Paul Emile Tsinga Ahuka, ambasciatore straordinario e rappresentante permanente della Repubblica Democratica del Congo presso la FAO, FIDA e PAM. Altri riconoscimenti andranno a Enzo Romeo, caporedattore-vaticanista del Tg2, il presidente dell’Unione coltivatori italiani Mario Serpillo e il presidente della Camera di Commercio Italo - Africa Alfredo Carmine Cestari. L’ambasciatore, con Serpillo e Cestari, sarà protagonista della tavola rotonda “Punti di pace: ruolo dell’Africa nello sviluppo del Mezzogiorno”. E infine riconoscimenti a due registi: Andree Ruth Shammah, attrice e regista teatrale, direttrice del Teatro Franco Parenti di Milano, un luogo in cui, grazie alla sua capacità, convivono mondo laico, cultura ebraica, religione cattolica e musulmana; ed Eros Puglielli, regista e sceneggiatore sia cinematografico sia televisivo, buddista, che ha al suo attivo numerosi cortometraggi di successo e film.  Le prestigiose “Chiavi della Città di Maenza”, infine, saranno consegnate dal sindaco Loreto Polidoro a Beppe Ghisolfi, banchiere e uomo della finanza internazionale e al direttore creativo della Maison Gattinoni Guillermo Mariotto.

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15 novembre 2024, 17:10