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Patton: non dismettiamo la speranza, possa Betlemme essere di nuovo città di pace

Il Custode di Terra Santa ha fatto il solenne ingresso nella città cisgiordana per l’inizio del periodo di Avvento, il secondo in tempo di conflitto. “Di fronte al male, alla disperazione, alla malattia, allo scoraggiamento, a questa orribile guerra che ci angoscia e ferisce non abbiamo altra alternativa che tenere alta la testa”

Roberto Cetera – Betlemme

Possa per Betlemme tornare un tempo buono e possa la città tornare ad essere la città della pace e della gioia. È la speranza espressa da padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, che oggi, per l’inizio del tempo di Avvento, ha fatto il suo ingresso solenne a Betlemme, scortato dalla polizia israeliana prima e poi preso in carico da quella palestinese. Il Custode, una volta varcata la pesante porta d’acciaio lungo il muro di divisione, accanto alla Tomba di Rachele, a piedi ha proseguito il cammino lungo le strade che portano alla Piazza della Mangiatoia, circondato dagli abitanti, dai bambini delle scuole, dalle autorità locali, dai boy scout che hanno suonato cornamuse e tamburi. È stata quella di oggi una delle tre occasioni solenni di apertura del cancello, le altre due saranno alla vigilia di Natale, con l’ingresso del patriarca di Gerusalemme dei Latini, cardinale Pierbattista Pizzaballa, e poi il 5 gennaio, per il Natale ortodosso, sarà la volta del patriarca greco-ortodosso Teofilo III.

L'ingresso di padre Patton a Betlemme
L'ingresso di padre Patton a Betlemme

Il secondo Natale in guerra

La cerimonia si è poi conclusa con una preghiera nella chiesa di Santa Caterina, che è accanto alla Basilica della Natività e dalla quale si accede alla grotta. È stato un momento importante per la popolazione di Betlemme che vivrà il suo secondo Natale in stato di solitudine, povertà e tristezza. Dal 7 ottobre dello scorso anno, molti dei suoi abitanti, senza l’arrivo dei pellegrini e non potendo varcare il muro per potersi recare a lavorare a Gerusalemme, vivono senza redditi e al limite della povertà e Betlemme è precipitata un’atmosfera cuba. La Basilica della Natività è deserta quasi ad ogni ora, nessuna presenza di pellegrini, il tradizionale albergo che li ospitava, Casa Nova, è chiuso da 12 mesi, così come i negozi degli artigiani che realizzano oggetti religiosi lungo la Milk Grotto street, che costeggia il lato sud della Basilica, sono quasi tutti serrati.

La cerimonia di inizio Avvento nella chiesa della Natività, a Betlemme
La cerimonia di inizio Avvento nella chiesa della Natività, a Betlemme

Mai perdere la speranza

L'auspicio espresso da padre Patton è che questo possa essere l'ultimo Avvento di guerra. Nel suo messaggio per la solennità, il Custode invita a non “dismettere la speranza. Specie quando tutto nel mondo sembra volercela strappare via”. È questo “l’Avvento di un nuovo anno liturgico che sarà anche giubilare. E nell’indire il Giubileo Papa Francesco” chiama i fedeli a “conservare la speranza, anzi a essere diffusori di speranza, pellegrini di speranza”. Di fronte “al male, alla disperazione, alla malattia, allo scoraggiamento, a questa orribile guerra che ci angoscia e ferisce – è quindi l’invito di Patton - non abbiamo altra alternativa che tenere alta la testa”.

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30 novembre 2024, 13:34