Caritas: la Chiesa chiede di sospendere gli sfratti nell'anno del Giubileo
Michele Raviart - Città del Vaticano
“Il Giubileo nella Scrittura nasce come occasione di riscatto per i poveri, per gli ultimi, per chi è rimasto indietro” e per “questo chiediamo un gesto concreto, per le persone più deboli che effettivamente non ce la fanno a pagare l’affitto”. Questa la richiesta alle istituzioni del cardinale designato Baldo Reina, vicario per la diocesi di Roma a fronte della situazione abitativa di Roma, secondo quanto emerso dal rapporto Caritas sulla povertà della capitale italiana, presentato al vicariato di Roma.
Non un'emergenza, ma un fenomeno strutturale
Nella capitale italiana, secondo quanto emerge dal rapporto, lo scorso anno sono state 30 mila le richieste arrivate al Comune per un contributo all’affitto. Oltre 3.500 gli sfratti dovuti all’impossibilità di pagare quanto dovuto, mentre 18.608 sono le famiglie in attesa di un alloggio popolare - duemila in più rispetto allo scorso anno. In un contesto in cui il l 5,2% delle persone vive in abitazioni sovraffollate o con gravi problemi strutturali e sono oltre duemila gli alloggi occupati senza titolo, appare quindi necessario un intervento correttivo, anche in base a quanto richiesto dal Papa in una lettera alla diocesi, sulla possibilità di mettere a disposizione di chi vive in precarietà le strutture ricettizie o gli appartamenti liberi di cui sono proprietarie le istituzioni ecclesiastiche.
L'impegno delle istituzioni
Mentre su questo tema monsignor Reina ha annunciato la convocazione per la prossima settimana di un incontro con i superiori generali degli istituti maschili e femminili e con i prefetti della diocesi del Papa, sono le stesse istituzioni civili a confermare il loro interesse e il loro impegno sulla moratoria. “La lettera bellissima di Papa Francesco ha dato un segno straordinario per la città, il Comune farà la sua parte”, ha confermato il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri. “L’anno del Giubileo chiede di ‘rischiare’ e di mettersi in discussione. La moratoria è un tema complesso, ma fattibile, come è già successo durante la pandemia”. “Sosterremo al prossimo tavolo del Giubileo con le massime istituzioni la moratoria sugli sfratti per morosità incolpevole”, ha ribadito anche Francesco Rocca, presidente della Regione.
Trincia: il centro di Roma non è un museo
L’altra richiesta della Caritas e della diocesi è quella di disincentivare al massimo gli affitti di brevi, rivolti ai turisti e più remunerativi per i proprietari di casa, e favorire gli affitti lunghi. “È uno scandalo”, sottolinea Giustino Trincia, direttore dalla Caritas di Roma. “Non è possibile che il centro storico di Roma sia diventato un museo a cielo aperto, perché in dieci anni ha perso più di 23 mila residenti. Questo sta capitando ovunque. Se mettiamo al centro la persona e un diritto essenziale come quello alla casa noi dobbiamo trovare delle misure per disincentivare fortemente gli affitti brevi e incentivare gli affitti normali”.
Una città divisa
In generale, sulla base di quanto emerge dal rapporto a Roma ci sono due città che tra di loro non si conoscono, non parlano e camminano su due strade che non si incrociano mai. Pur avendo il terzo reddito medio più alto tra le grandi città dopo Milano e Bologna e con un’economia che continua a crescere, la capitale italiana sperimenta disuguaglianze sempre più marcate, dai 43 mila euro pro capite del II Municipio di Roma Nord ai 17,751 del Municipio VI, quello della periferia est con i quartieri di Tor Bella Monaca, Torre Angela e Torre Maura.
Aumentano le persone raggiunte da Caritas
Seppure con dati più bassi rispetto alla media nazionale, le persone in difficoltà lavorativa, a rischio povertà e in grave deprivazione materiale sono il 17,7%. Una situazione che si rispecchia nel numero degli accessi ai servizi della Caritas diocesane. 24.658 lo scorso, di cui quasi 11 mila per la prima volta, un dato dovuto tanto alla perdita di alcuni sussidi come il reddito di cittadinanza, quanto alla capacità della Caritas di intercettare più persone. Aumentano infatti del 12% gli accessi ai centri di ascolto, superiori anche ai dati riscontrati durante la pandemia. Si tratta soprattutto di donne e di italiani, il 41,5% del totale ma in lieve calo rispetto al 2022. Oltre 11 mila le persone accolte nelle tre mense sociali della Caritas (+21%), mentre sono sostanzialmente stabili i pasti distribuiti per lo più ad italiane, ma anche peruviani - divenuta la seconda nazionalità ad essere assistita - sudanesi ed egiziani.
Le conseguenze della povertà educativa
Oltre al tema dei 350 insediamenti abusivi come tende e baracche e all’istituzione in maniera provvisoria di alcune tendopoli, l’altro focus su cui si concentra il rapporto della Caritas è quello della povertà educativa e della dispersione scolastica. “La povertà educativa è legata anche alla povertà abitativa ed economica”, ribadisce Trincia, “abbiamo tanti giovani e minori che non hanno accesso agli studi e a volte non hanno anche i mezzi per acquistare materiale didattico. Abbiamo un livello di dispersione scolastica molto grave. La buona notizia è che abbiamo già 48 parrocchie che a Roma hanno attivato il doposcuola e noi come diocesi abbiamo lanciato l’appello ad aprirne almeno 100 nell’anno del Giubileo”.
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