Un momento del Congresso "Sub Regula Augustini" all'Augustinianum, a Roma Un momento del Congresso "Sub Regula Augustini" all'Augustinianum, a Roma 

Sant’Agostino maestro di fede, ragione e ricerca di Dio per la Chiesa di oggi

“Sub Regula Augustini” è il tema dell'incontro internazionale in corso all’Istituto Patristico Augustinianum di Roma. Oltre un centinaio gli esperti, studiosi, religiosi, religiose e monache da tutto il mondo riuniti da lunedì per riflettere sull'influsso del pensiero agostiniano nel corso dei secoli. Evidenziato il costante richiamo degli ultimi Pontefici al padre della Chiesa, per proporlo come un maestro la cui testimonianza continua ad essere valida

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Sono oltre un centinaio gli esperti, gli studiosi, i religiosi, le monache, le suore e i laici, da diversi Paesi del mondo, che stanno prendendo parte al Congresso internazionale “Sub Regula Augustini. La ricezione nell’ordine della figura e della dottrina di Sant’Agostino sulla vita religiosa nel corso della storia”, al Pontificio Istituto Patristico Augustinianum di Roma. Promosso dalla Commissione Internazionale per il Pontificio Istituto Patristico e gli Studi Agostiniani, in collaborazione con l’Istituto Storico Agostiniano, l’evento, iniziato lunedì scorso, si concluderà domani, 22 novembre, con una visita alla città di Viterbo, dove è prevista una tappa al convento rinascimentale agostiniano, che possiede un magnifico chiostro affrescato con storie del vescovo di Ippona ed episodi biblici, e alla chiesa della Santissima Trinità. Oggi pomeriggio, alle 18, è prevista una celebrazione liturgica nella basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio. Ieri mattina i partecipanti si sono recati, invece, in piazza San Pietro per l’udienza generale di Papa Francesco, che ha rivolto loro un saluto.

I partecipanti al Congresso con il Papa all'udienza generale
I partecipanti al Congresso con il Papa all'udienza generale

Sant’Agostino maestro per il nostro tempo

All’influsso di Sant’Agostino nel magistero dei recenti Pontefici ha dedicato un intervento questa mattina il religioso agostiniano Kolawole Chabi, che ha evidenziato il costante richiamo degli ultimi Papi in encicliche, discorsi e omelie, all'eredità agostiniana per proporre il vescovo di Ippona “anche per il nostro tempo come un maestro”, la cui visione di fede e ragione e di ricerca costante di Dio continuano ad essere valide nella Chiesa contemporanea. Partendo da Pio XI, lo studioso ha menzionato l'enciclica Ad Salutem humani, dove viene sottolineata l'influenza duratura sulla teologia cristiana, sulla filosofia e sulla cultura occidentale degli scritti del grande padre della Chiesa. Pio XII ha, invece, riconosciuto l’ipponate come una guida spirituale e intellettuale, lodando, in particolare, la sua capacità di articolare con chiarezza questioni morali e teologiche e di rispondere alle sfide del suo tempo con saggezza e profondità. Padre Chabi ha parlato, inoltre, di come Giovanni XXIII abbia trovato in Sant'Agostino un esempio di apertura, di conversione e di ricerca incessante della verità e ha ricordato che a Paolo VI era tanto cara la diffusione del pensiero di Agostino, tanto da volere personalmente inaugurare, il 4 maggio 1970, l’Augustinianum. Pure Giovanni Paolo II ha lodato la profondità intellettuale e spirituale del vescovo di Ippona, “considerandolo uno che ha qualcosa da offrire ad ogni essere umano del nostro tempo”. Innumerevoli, poi, le citazioni agostiniane in Benedetto XVI, che “ha avuto un'ammirazione speciale per Sant’Agostino”; proprio in Ratzinger emerge “una fede che non teme il dialogo con la cultura e la filosofia contemporanea", sull’esempio di Sant'Agostino, che cercava di comprendere la fede attraverso l’intelletto, ha continuato il religioso, che ha, poi, menzionato la prima enciclica Deus caritas est, nella quale il Pontefice tedesco asserisce di dovere molto al pensiero di Sant’Agostino.

Le citazioni di Papa Francesco

Infine padre Chabi ha fatto notare che pure Papa Francesco, in diverse occasioni, si riferisce ad Agostino. Come ad esempio il 15 settembre 2022, sul volo che da Nur-Sultan lo riportava a Roma, alla fine della visita apostolica in Kazakhstan, quando ha esortato a “leggere il commento di sant'Agostino sui pastori (Discorso 46)”, aggiungendo che “se manca il cuore del pastore non funziona nessuna pastorale”. E, anche nella recente Lettera Enciclica Dilexit nos Francesco cita il dottore della Grazia, ben quattro volte. In particolare, al paragrafo 103, rimarca che Agostino “ha aperto la strada alla devozione al Sacro Cuore come luogo di incontro personale con il Signore”, specificando che per lui “il petto di Cristo non è solo la fonte della grazia e dei sacramenti”, ma pure “l’origine della sapienza più preziosa, che è quella di conoscere Lui”.

La spiritualità agostiniana nelle diverse forme di vita

Durante i lavori del Congresso ampio spazio hanno avuto le relazioni sull’influsso del grande padre della Chiesa nel monachesimo, negli ordini e nelle famiglie religiose che vivono secondo la sua regola. Ma ad essere approfondita è stata anche l’iconografia del vescovo di Ippona e il suo impatto nella spiritualità agostiniana attraverso i secoli. Spazio è stato dato pure all’agiografia agostiniana maschile, alla santità e alla mistica nelle donne, e ancora al movimento femminile agostiniano, alle congregazioni di vita apostolica aggregate all’Ordine di Sant’Agostino e al rapporto con i laici. E ieri pomeriggio padre Rocco Ronzani, prefetto dell’Archivio Apostolico Vaticano, si è soffermato proprio sul laicato e la spiritualità agostiniana nell'ambito della vita e degli apostolati dell'Ordine. Padre Ronzani ha spiegato che il rapporto con i laici nell’ordine agostiniano, così come quest’ultimo è nato “nel processo di riforma e di evangelizzazione rinnovata della società europea medioevale”, si è sviluppato all’origine dello stesso ordine mendicante. Infatti “alcune delle compagini religiose” che vi sono confluite, “tra il 1244 e il 1256, erano sorte anche dal desiderio di numerosi laici di condurre una vita vere apostolice”.

Le forma di collaborazione dei laici

Sono state diverse le forme di collaborazione dei laici nella famiglia religiosa agostiniana, ha detto padre Ronzani, ma almeno tre quelle “di partecipazione alla vita e all’apostolato dell’ordine, fin dalle sue origini”. La prima è stata l’oblazione, che poteva avere l’inserimento nelle comunità dei frati oppure lasciava il laico condurre vita esterna. Proprio gli oblati esterni, poi, riuniti istituzionalmente in gruppi “che, in qualche modo, riflettessero la vita delle comunità religiose e ne prolungassero l’esperienza nel mondo secolare”, hanno originato il Terz’ordine, con “laici e laiche che conducevano non solo una vita ascetica ma anche la vita comune”. In alcuni casi questi gruppi di persone sono stati il “primo nucleo degli istituti religiosi sorti in età moderna e contemporanea e affiliati all’ordine”. Anche se, ha aggiunto il religioso agostiniano, “non di rado gruppi di donne, oblate e terziarie, attraverso processi a volte complessi, si trasformarono in veri e propri monasteri di vita contemplativa”. Il terzo e ultimo gruppo laicale era quello delle confraternite legate al culto specialmente della Vergine Maria e dei santi dell’ordine, evolutesi nel corso del tempo e ancora oggi esistenti.

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21 novembre 2024, 11:59