Sant’Egidio, gli italiani “più poveri ma anche più soli"
Valerio Palombaro - Città del Vaticano
La povertà assoluta in Italia non diminuisce, anzi registra un leggero aumento aggravato dal parallelo incremento della solitudine dei più fragili e degli anziani. Il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, traccia un quadro “realista ma non pessimista” nella conferenza stampa “Più poveri ma anche più soli” svoltasi oggi nella sede romana della Comunità in via della Paglia. “Bisogna ricostruire le reti di solidarietà, amicizia e pace che si sono interrotte”, è il messaggio su cui insiste il presidente Impagliazzo.
Aumenta la solitudine tra gli anziani
Il dato che spicca quest'anno, con il Natale e il Giubileo alle porte, è quello dell'aumento della solitudine, soprattutto per gli anziani ed in particolare al nord Italia. Un problema aggravato dalle condizioni di precarietà e dall'aumento del costo della vita: “Quasi 5 milioni di pensionati in Italia – afferma Impagliazzo - ricevono meno di 1.000 euro al mese” e “2 milioni di anziani che vivono con la pensione minima di 615 euro”, ma ci sono anche “tanti italiani vivono del lavoro povero o non sono occupati, per cui 1 italiano su 10 viene dichiarato in povertà assoluta ovvero non ha i mezzi necessari per vivere una vita dignitosa”. “Il 40 per cento degli anziani ultrasettantenni in Italia è solo – prosegue -. Essere soli in un'età della debolezza comporta problemi anche nei rapporti con le istituzioni, come ad esempio nell'utilizzare lo Spid e gli altri mezzi tecnologici che servono per avere accesso ai servizi. Ci vuole accompagnamento e cura per queste persone”.
Reti di prossimità e aiuto concreto
“Il problema di fondo della nostra società è che siamo una società di soli e di individui che ha smesso di pensare insieme”, rimarca il presidente della Comunità di Sant'Egidio, rispondendo ad una domanda dei media vaticani a margine dell'evento. E' la crisi della famiglia, delle istituzioni, dei partiti politici e dei sindacati “che riunivano le persone in un progetto ideale: la Comunità di Sant'Egidio lavora per ricostruire nella nostra società il tessuto che si è sfilacciato. Il tempo del Natale, ma anche il Giubileo alle porte, deve essere l'occasione per un risveglio generale per passare dall'io al noi”. Tra i progetti concreti presentati dalla Comunità di Sant'Egidio la Guida DOVE mangiare, dormire e lavarsi, una sorta di “Guida Michelin per i poveri”, che nel 2025 giunge alla 35ma edizione e con le sue 282 pagine offre indirizzi utili per chi vive in strada a Roma. “L'obiettivo è creare reti di prossimità: si tratta di una guida sempre più ricca, scritta da tanti volontari, ma arricchita anche dal contributo diretto dei senza fissa dimora”, spiega Impagliazzo. E per Natale, come da tradizione, la Comunità organizza i pranzi per i più poveri, che a partire da quello a Santa Maria in Trastevere vedranno coinvolte in tutta Italia 80.000 persone. Un contributo possibile anche grazie alla campagna “A Natale, aggiungi un posto a tavola”, supportato dal 2 al 29 dicembre con l'Sms solidale al numero 45586.
Ascoltare i poveri
“Ascoltando i poveri, come dice Papa Francesco, si capisce tanto della vita e si può incominciare a dare delle risposte”, afferma Impagliazzo. Presenti in via della Paglia per la conferenza anche tanti “amici” di Sant'Egidio, che vivevano in strada mentre oggi hanno un tetto grazie all'aiuto della Comunità. Come Pietro, che dopo lo sfratto del padre ha vissuto otto mesi in strada a Termini; accolto dalla Comunità ha vissuto dapprima quattro mesi a San Callisto, nel periodo invernale, poi tramite un progetto di co-housing gli è stata trovata una casa nella zona ovest di Roma dove ora divide le spese con i coinquilini. E Luciano, ex alcolizzato al Quadraro, periferia sud di Roma, che ringrazia la Comunità di Sant'Egidio perché viveva sotto un ponte con 52 persone, ora purtroppo morte, mentre lui ha trovato un tetto sotto cui vivere. Infine Sergio, che conosce bene la differenza tra vivere su un marciapiede e in una casa riscaldata, il quale ora incoraggia i senza tetto a “saper accettare l'aiuto vitale delle altre persone”.
Attuare la legge 33
Dal presidente Impagliazzo, infine, un appello affinché venga attuata la legge 33 del 2023, redatta grazie al lavoro del presidente della Pontificia accademia per la vita monsignor Vincenzo Paglia, volta a migliorare la qualità di vita degli anziani attraverso misure innovative e integrate come le nuove forme di abitazione solidale. “Quello che noi chiediamo oggi è che venga implementata finalmente la legge 33 - che è stata già approvata e finanziata, e che prevede tra l'altro l'assistenza domiciliare integrata, cioè sociosanitaria, per gli anziani; i ricoveri protetti quando gli anziani escono dalle case di cura e soprattutto di creare reti di prossimità nei quartieri perché chi è solo possa accedere ai servizi superando gli ostacoli economici, tecnologici e burocratici”. “L’articolo 3 della nostra Costituzione – conclude il presidente della Comunità - dice che questi ostacoli vanno rimossi: noi siamo qui, assieme a tanti cittadini italiani, per rimuovere ogni giorno questi ostacoli e chiedere anche agli enti locali e allo Stato di fare la propria parte, di avvicinarsi di più ai cittadini poveri”.
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