Sri Lanka, in un villaggio nella regione di Hutton, tra famiglie poverissime lavoratrici nelle piantagioni di tè. Qui il Magis è presente con progetti educativi e di prossimità (A. Palermo) Sri Lanka, in un villaggio nella regione di Hutton, tra famiglie poverissime lavoratrici nelle piantagioni di tè. Qui il Magis è presente con progetti educativi e di prossimità (A. Palermo) 

Giubileo, tempo per garantire giustizia sociale e sanare le disuguaglianze

Appello della Fondazione Magis, l'opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti, perché l'Anno Santo favorisca la circolazione della solidarietà e contribuisc a colmare il divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Il presidente Bongiovanni: questo periodo spinga a ridimensionare gli squilibri attraverso la sinergia tra singoli e istituzioni, così si rilancia la pace

Antonella Palermo - Città del Vaticano

Il Giubileo generi ricadute positive sulla riduzione delle disuguaglianze nel mondo. È l'appello che arriva dalla Fondazione Magis, opera missionaria della Provincia euro-mediterranea dei Gesuiti (presente in circa 20 Paesi con una cinquantina di progetti in America Latina, Africa, Asia, e da tempo anche in Europa, in Albania), di cui si fa portavoce il presidente Ambrogio Bongiovanni che auspica un tempo opportuno per rimarcare l'urgenza di assicurare giustizia sociale laddove questa è disattesa.

Tempo opportuno per sanare gli squilibri 

“Nella situazione attuale anche il Giubileo può mettere in evidenza le contraddizioni esistenti nel nostro mondo, nel senso che c’è un Giubileo dei ricchi e un Giubileo dei poveri, di chi può disporre di risorse per viaggiare e di chi invece vive nell’estrema povertà quotidiana”, afferma Bongiovanni in un comunicato diffuso dalla Fondazione. Ne emerge che il tema di questo Anno Santo, la speranza, non può essere disgiunto dalla giustizia. "Essere ‘pellegrini di speranza’ - prosegue - significa che dobbiamo mettere in movimento la giustizia e dunque essere operatori di giustizia e di pace”. I conflitti stessi dovrebbero essere fermati per permettere il ritorno della giustizia; in altre parole, evidenzia ancora, “il Giubileo è un tempo opportuno che ci può aiutare a vivere nella consapevolezza dello squilibrio esistente a livello mondiale. E proprio per il suo originale rimando biblico dovrebbe aiutarci a riflettere sul tema della giustizia anche al di là delle sfavillanti proposte turistico-religiose".

Ambrogio Bongiovanni, presidente del Magis, in una scuoletta supportata dalla Fondazione
Ambrogio Bongiovanni, presidente del Magis, in una scuoletta supportata dalla Fondazione

Rimettere il debito dei Paesi poveri 

Ricordando il documento della Commissione ‘Iustitia et Pax’ del 1986, Bongiovanni riprende poi il nuovo recente appello di Papa Francesco, contenuto nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, che riguarda la questione della cancellazione del debito estero dei Paesi poveri, "riproposta ad ogni Giubileo ma che a livello internazionale - osserva il presidente - non viene affatto considerata”. Invoca dunque la destinazione universale dei beni, perché la terra è donata a tutti da Dio. "Il Giubileo deve riscoprire le radici, appunto bibliche, altrimenti diventa una delle tante occasioni celebrative che però non cambiano la realtà. Questo discorso è strettamente collegato al tema dello sviluppo, perché il debito internazionale è un ostacolo enorme per i Paesi più poveri con delle conseguenze che sono sempre disastrose per l’intera umanità”. Pertanto, “dobbiamo cercare di capire quale sia, su questi Paesi, l’impatto di tutta la dinamica giubilare”.

Investire nello sviluppo, non nelle spese militari

Bongiovanni, che è anche direttore del Centro Studi Interreligiosi della Pontifica Università Gregoriana, sottolinea quanto sia ormai saltata oggi finanche una certa "etica della guerra", lasciando posto solo all’orrore devastante "che punta a togliere la dignità, la speranza". Tuttavia, precisa che il Magis è testimone con i suoi progetti di una una spiccata resilienza proprio nei contesti già duramente provati. Questa, alimentata dalla fede, diventa un potenziale per risorgere e sperare in una vita nuova, ed "è ciò che ci fa sentire ‘pellegrini di speranza’. Non solo noi come operatori, lo vediamo anche nelle persone che vivono queste situazioni”. Fame, salute, educazione... sono questioni che in Occidente diamo per scontate o superate. "C’è uno squilibrio nel mondo e il Giubileo dovrebbe far sentire la necessità di ridimensionare questo divario", conclude il presidente del Magis che auspica uno sforzo sinergico tra singoli e istituzioni nel mettere in campo risorse. Quelle stanziate nella cooperazione sono ancora insufficienti, infatti, e al di sotto dell’obiettivo internazionale del 0,7% del Reddito nazionale lordo, fissato dall’Agenda 2030. "E questo purtroppo mentre si continua ad investire in spese militari”.

Mettere in circolo la speranza
Mettere in circolo la speranza

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

17 dicembre 2024, 11:46