Lourdes, riconosciuto il 71° miracolo: speranza alla vigilia del Giubileo
Federico Piana - Città del Vaticano
Anno 1923, John Traynor è un quarant’enne del distretto metropolitano inglese di Liverpool che aveva fatto la Prima Guerra mondiale nelle file riserviste della Royal Navy. Nelle battaglie più dure e sanguinose era stato ferito seriamente e qualche anno prima aveva subito delle operazioni chirurgiche che gli avevano paralizzato parzialmente le gambe mentre gli attacchi epilettici dei quali soffriva non smettevano di tormentarlo. Come le ferite rimaste ancora aperte dopo gli scontri a fuoco con il nemico e la mancanza di sensibilità al braccio destro. Proprio in quell’anno decide di partecipare ad un pellegrinaggio al santuario di Lourdes organizzato dalla sua diocesi di Liverpool, nonostante molti suoi amici, compreso un sacerdote che conosce bene la sua fragilità, avessero tentato di scoraggiarlo.
Fede senza confini
Il viaggio rocambolesco in treno e nave dall’Inghilterra alla Francia, per lui che non poteva nemmeno camminare, rappresenta quell’amore per la Madonna che sua madre, una cattolica irlandese morta prematuramente quando lui non era che un bambino, gli aveva trasmesso fin dentro il midollo. Il bagno nelle piscine del santuario avviene nel pomeriggio del 25 luglio. Ma è dopo la processione eucaristica che si compie qualcosa di straordinario: durante la benedizione con il Santissimo Sacramento una forza tumultuosa invade il suo corpo. Le sue gambe, d’un colpo, si cominciano a muovere, il suo braccio si alza fino a tracciare in aria il segno della croce.
Il miracolo si avvera
Il giorno dopo, da solo, si recherà ai piedi della Madonna, nella grotta. Anche le ferite sanguinati erano sparite, come pure le crisi epilettiche che non l’abbandonavano mai: lo certificheranno anche tre medici suoi concittadini che in quel momento si trovavano con lui. E che rimarranno sbalorditi.
La notizia si diffonde
La notizia della guarigione miracolosa, che travalica i confini e arriva fino in Inghilterra, interessa da subito l’ufficio constatazioni mediche del santuario tanto che nel 1926, dopo tre anni di inchiesta, redige una lunga dichiarazione collegiale positiva firmata anche dai tre medici che si trovavano in pellegrinaggio con Traynor. Dichiarazione che verrà pubblicata sul Journal de la Grotte, l’organo di stampa ufficiale del santuario, ma che non verrà mai trasmessa alla diocesi di Liverpool. Poi buio, esattamente per un secolo.
La scoperta
“È nel 2023, in occasione dei cento anni dal pellegrinaggio di Liverpool, che il mio collega Kieran Moriarty, membro inglese del Comitato medico internazionale di Lourdes, mi ha sollecitato a scavare su questa storia della quale si aveva solo una conoscenza orale. E a sorpresa abbiamo scoperto la relazione clinica del 1926” racconta, in un’intervista rilasciata alla redazione francese dei media vaticani, l’attuale responsabile dell’Ufficio delle constatazioni mediche, il dottor Alessandro de Franciscis. Che dopo aver ricostruito minuziosamente tutta la vicenda, “ha trasmesso gli incartamenti a monsignor Jean-Marc Misac, vescovo della diocesi di Tarbes e Lourdes il quale, a sua volta, le ha inoltrate all’arcivescovo di Liverpool. Ed è stato proprio monsignor Malcolm Patrick McMahon, che l’8 dicembre di quest’anno, giorno della solennità dell’Immacolata concezione, ha riconosciuto ufficialmente questa vecchia guarigione”. Facendo salire a 71 il numero totale dei miracoli di Lourdes.
Amore di Dio
De Franciscis conclude con una convinzione: “Tutto questo rappresenta il segno della bontà di Dio e dell’Immacolata. Ed è importante anche il fatto che l’ufficialità sia stata data alla vigilia del Giubileo del 2025, dedicato da Papa Francesco proprio alla speranza che milioni di pellegrini che si recano a questo santuario portano nel cuore”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui