Natale, Sant’Egidio: il pranzo che apre alla speranza
Vatican News
Un Natale oltre la solitudine, nel Giubileo che ha come tema la speranza. Una grande festa, quella promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, che, a partire da Santa Maria in Trastevere - dove nel 1982 si tenne il primo pranzo di Natale con i poveri - si è allargata a tanti altri quartieri di Roma e in un centinaio di città italiane, con 80mila persone sedute a tavola. Lo stesso appuntamento, nella giornata di oggi, 25 dicembre, viene vissuto anche in una settantina di altri paesi del mondo, con 250mila invitati.
Un pranzo "in famiglia" secondo tradizione
All’ora di pranzo la basilica trasteverina si è riempita di senza fissa dimora, anziani, famiglie in difficoltà, rifugiati, tra cui alcune persone arrivate in Italia grazie ai corridoi umanitari. Per il banchetto della festa, in cui le persone della Comunità si siedono a pranzo con gli invitati, il menù era quello della tradizione: lasagne, polpettone, lenticchie, dolci natalizi. Una tavola in cui si confonde chi serve e chi è servito e in cui ciascuno ha ricevuto un dono personalizzato, come avviene in ogni famiglia.
Il numero solidale e l'impegno dei volontari
“Tutte le iniziative previste - fa sapere la Comunità con una nota stampa - sono possibili grazie al sostegno di numerosi volontari e al numero solidale 45586, attivo fino al 29 dicembre, per lanciare un forte messaggio di speranza non solo a chi vive difficoltà personali e familiari, ma a tutti in un tempo segnato da profonde crisi in diverse parti del mondo e da troppe guerre”.
Le iniziative nelle carceri
Iniziative solidali sono previste per tutto il periodo natalizio, con distribuzione di pasti e regali, anche nelle carceri italiane, come a Roma, domani 26 dicembre, a Rebibbia e a Regina Coeli.
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