“Il dolore è guarito”, Notre-Dame de Paris restituita al popolo di Dio
Delphine Allaire – Inviata a Parigi
È attraverso il raro e antico rito dell'unzione con il crisma che l'arcivescovo di Parigi, Laurent Ulrich, ha consacrato l’altare maggiore della cattedrale di Notre-Dame durante la Messa inaugurale di questa mattina, 8 dicembre, solennità dell’Immacolata seconda domenica di Avvento. Spargendo l’olio santo sul raffinato altare di bronzo, prima di incensare l'assemblea, il presule ha consacrato così il luogo più centrale della cattedrale, essendo il precedente altare andato distrutto nel fuoco. Ora contiene un nuovo tesoro, le reliquie di cinque santi legati in un modo o nell’altro alla Chiesa di Parigi, come San Charles de Foucauld, Catherine Labouré o il martire rumeno Vladimir Ghika di origine ortodossa. Veglieranno sulla cattedrale risorta dalle fiamme, come quelli invocati nella litania recitata dai 170 sacerdoti che hanno concelebrato la funzione.
"La gioia risorge”
“Questa mattina, il dolore del 15 aprile 2019 è cancellato”, ha detto l’arcivescovo di Parigi nella prima liturgia celebrata all’interno della cattedrale restaurata e ripulita. Liturgia con la quale ha finalmente preso possesso della sua cattedrale, essendo stato nominato a Parigi solo tre anni dopo l’incendio. Cinque anni dopo quella devastazione, le rive della Senna hanno ritrovato i fedeli con il cuore più leggero e rassicurato, nonostante la pioggia e il vento, così forte quasi a voler allontanare per sempre le fiamme.
La ferita è guarita. All’interno della cattedrale, la meraviglia raggiunge il punto più alto grazie alla vertigine del gotico e al luccichio delle vetrate, le cui esplosioni di colore rimbalzano sulle pianete dei preti. Lo testimoniano anche gli sguardi dei 2.500 invitati presenti ai festeggiamenti di oggi e di ieri sera. Credenti o non credenti, sono molti gli occhi alzati al cielo di Notre-Dame, alcuni anche velati dalle lacrime. Sentimenti di emozione e di speranza trasmessi anche da monsignor Ulrich: “Ogni burrone sarà colmato, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; i passaggi tortuosi diventeranno diritti, i sentieri rocciosi saranno livellati; e ogni essere vivente vedrà la salvezza di Dio”, ha detto nell’omelia. Presenti il presidente francese Emmanuel Macron, la moglie Brigitte, alcuni capi di Stato rimasti nella Ville Lumière dopo la cerimonia del giorno prima.
L'omelia dell'arcivescovo
“Lascia la tua veste di tristezza e di miseria, Notre-Dame, e indossa per sempre la veste della gloria di Dio, avvolgiti nel manto della giustizia di Dio”, ha aggiunto il presule, invitando tutti a lasciarsi condurre “alle gioie più grandi, al dono più bello che Dio fa della sua presenza amorosa, della sua vicinanza ai più poveri, della sua forza trasformatrice nei sacramenti”. “Lasciatevi abbagliare da Dio”, ha proseguito Ulrich, lungamente applaudito all’uscita della cattedrale e sul sagrato dal clero della città.
Alla Messa erano presenti anche l’arcivescovo emerito, Michel Aupetit, che ha vissuto direttamente la catastrofe, il predecessore André Vingt-Trois, il nunzio apostolico Celestino Migliore. Hanno voluto partecipare anche diversi leader delle Chiese orientali e ortodosse per porsi accanto alla Madonna in questo giorno a Lei dedicato. Tra loro, il patriarca maronita Bechara Räi, il delegato del patriarca Bartolomeo, il metropolita Emmanuel di Calcedonia, e Tawadros II, patriarca copto-ortodosso. Una presenza ecumenica di cui il vicario episcopale incaricato dell’unità dei cristiani si è detto profondamente rallegrato, quanto il poter fare nuovamente ingresso a Notre-Dame: “Mi sembra di tornare a casa, ma è stata ripulita. È la stessa Chiesa Madre, ma è stata trasfigurata con i suoi giochi di luce, la ricomparsa dell’organo e il popolo di Dio che la riempirà d’ora in poi”.
“I piccoli” nella grande Notre-Dame
Non potevano mancare infine loro alla Messa inaugurale: fedeli, malati, poveri, volontari venuti insieme a sei associazioni invitate dall’arcivescovo. Tra questi Prisca, volontaria dell’Ufficio cristiano per le persone disabili, che ha definito quello di oggi “l'evento del secolo”: “Non ho volutamente guardato nessuna foto prima di questo fine settimana”, sorride con i media vaticani, dicendosi commossa e piena di gratitudine. “Dio invita i più piccoli e accoglie i più fragili. Le nostre comunità accolgono le persone vulnerabili. Noi che abbiamo una disabilità abbiamo qualcosa da dire al mondo, quindi la nostra presenza è particolarmente gradita”, fa eco Florence, che lavora anche per il medesimo ufficio.
Un segno della vicinanza alle persone vulnerabili, lontano dai tappeti diplomatici e dalle raffinatezze mondane, è stata l’iniziativa dell’arcidiocesi di Parigi di un buffet con 150 poveri della città. Il momento si è svolto dopo la Messa sotto le arcate del Collège des Bernardins.
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