Presentazione, a Roma, del libro "Versi a Dio" tenutasi presso la sala conferenza della Comunità di Sant'Egidio. Presentazione, a Roma, del libro "Versi a Dio" tenutasi presso la sala conferenza della Comunità di Sant'Egidio.

La poesia, lingua madre dell'uomo che cerca e ringrazia Dio

Pochi giorni dopo l’uscita in libreria, è stato presentato a Roma il volume “Versi a Dio”, un'antologia di testi poetici provenienti da diverse fedi. All’evento, tenutosi nella Sala Conferenza della Comunità di Sant’Egidio, hanno partecipato i rappresentanti delle principali comunità religiose in Italia. Tutte le religioni, ha detto padre Antonio Spadaro, sentono il bisogno di esprimersi nel linguaggio della poesia

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

La poesia è un canto che si eleva verso l'alto, è parola che tocca il cuore. È argilla da plasmare, una lingua universale che attraversa i popoli e le epoche. Un ponte, poggiato sul tracciato della storia da percorrere insieme, che unisce le religioni in una fratellanza spirituale nutrita dalla ricerca e dalla lode dell'Altro che è Dio. Sono alcune delle riflessioni, incastonate in molteplici dimensioni e direttrici, che hanno dato ampiezza e profondità alla presentazione ieri a Roma del libro "Versi a Dio" presso la sala conferenza della Comunità di Sant'Egidio. L’antologia di testi poetici, curata da Davide Brullo, Antonio Spadaro e Nicola Crocetti, si apre con una lettera ai poeti di Papa Francesco. Per il Pontefice la poesia è come "una spina nel cuore" che spinge alla contemplazione e al movimento. Una spina che porta in territori sconosciuti e ci "butta da un'altra parte", scrive Francesco. La poesia, è stato rimarcato durante l’incontro, ha infatti il potere di provocare, scuotere ed è in grado di avviare una profonda trasformazione. “Può cambiare la vita”.

Poesia e preghiera

Il libro "Versi a Dio" (Crocetti editore) raccoglie testi poetici provenienti da diverse fedi, tra cui induismo, buddhismo, taoismo, ebraismo, islam e cristianesimo. Si passa dai versi di Milarepa a quelli di Boris Pasternak, da Giovanni della Croce a Ikkyūe Attar. Il rapporto con il divino è declinato in un canto multiforme: è amore, conforto, ma anche smarrimento. Non solo i credenti possono comporre poesie che hanno il sapore della preghiera. Nei versi di Pär Lagerkvist il desiderio di Dio si perde nell’inquietudine della ricerca: “Uno sconosciuto è il mio amico, uno che io non conosco. Uno sconosciuto lontano lontano. Per lui il mio cuore è colmo di nostalgia. Perché egli non è presso di me”. Anche se confinata in questa lontananza, si svela la potenza della poesia che si tramuta in supplica. Nei testi poetici di Edith Stein non c’è nessuna distanza: tra i suoi versi la poesia diventa preghiera attraverso una relazione pienamente vissuta. “Hai intrappolato tra le corde il mio cuore, la mia vita sgorga dalla tua”.

Padre Spadaro: con la poesia può fiorire la spiritialità

Alla presentazione del libro ha partecipato la poetessa Francesca Romana de’ Angelis che ha indicato in un avverbio l’orizzonte da seguire per l’umanità: “Se si praticasse il significato della parola ‘insieme’ il mondo cambierebbe. Nelle poesie dell’antologia mi hanno colpito le similitudini nell’assoluta diversità. Ci sono dei fili comuni - ha detto - che ricorrono in tutta la poesia religiosa”. Il sottosegretario del Dicastero per la Cultura e l'Educazione, padre Antonio Spadaro, si è soffermato sul valore relazionale della poesia, uno spazio in cui tutte le religioni, pur incarnandosi con specifiche caratteristiche, “esprimono il desiderio di rivolgersi ad un Tu”.

Ascolta l'intervista a padre Antonio Spadaro

La poesia è “il luogo in cui la spiritualità può fiorire”. Il linguaggio poetico, ha poi sottolineato padre Spadaro a Vatican News, può essere un punto di incontro. Una cosa che colpisce sfogliando il libro “Versi a Dio” è la struttura delle poesie presenti nell’antologia: non sono astratte, come si potrebbe immaginare.  Sono invece evidenti i richiami alla carnalità, alla violenza, alle esigenze legate alla quotidianità. “Portano dentro tutta l’umanità”. Nella poesia, ha concluso padre Spadaro, c’è la parola ma anche il silenzio. Un intermezzo “bianco” che diventa “respiro, ascolto, capacità di dare valore alle parole”.

Un momento della presentazione del libro "Versi a Dio".
Un momento della presentazione del libro "Versi a Dio".

La poesia religiosa nell'induismo

Il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, ha poi moderato il momento di confronto e di incontro tra i rappresentanti delle principali comunità religiose in Italia.  La monaca dell’Unione Induista Italiana, Svamini Hamsananda Ghiri, ha ricordato che all'origine della tradizione religiosa induista si trovano i "rishi", saggi e veggenti che hanno “visto” il mantra, la rappresentazione nella preghiera a livello sonoro del divino. In questa percezione e visione è molto presente la poesia che, dopo essere trasmessa oralmente, è stata raccolta in testi scritti. Il poeta è colui che scrive lodi a Dio. Il richiamo alla poesia e alla preghiera è inscindibile. Il kavi, parola che in sanscrito significa appunto poeta, compone inni sacri. Un altro aspetto rimarcato da Svamini Hamsananda Ghiri è il profondo legame della poesia con il mondo naturale, che non si riferisce solo al creato ma anche alla capacità di entrare dentro sé stessi riscoprendo Dio.

Ascolta un passaggio dell'intervento di Svamini Hamsananda Ghiri

Ebraismo, Di Castro: la poesia è parola e sogno

Nella giornata in cui si sono svolte le celebrazioni per i 120 anni della Sinagoga di Roma ha quindi preso la parola il presidente dell’organizzazione ebraica Bené Berith, Sandro Di Castro, che ha aperto il proprio intervento con un salmo di Davide: “quanto è bello stare insieme tra fratelli”. Le prime tracce della poesia religiosa nell’ebraismo, ha affermato, si legano al II secolo. Tra i poeti liturgici italiani di origine ebraica il più noto è Emilio Romano, coevo di Dante Alighieri.

Ascolta un passaggio dell'intervento di Sandro Di Castro

Soffermandosi sulla lettera del Papa ai poeti, Sandro Di Castro ha ricordato il valore della parola e del sogno. La parola, specialmente nella preghiera, non è soltanto la riproduzione grafica di qualche cosa che leggiamo o scriviamo. Si tratta di qualcosa che rende viva quella parola. Nella Genesi la creazione del mondo avviene attraverso la parola di Dio. L’uomo, fatto a immagine e somiglianza del Creatore, con la forza della preghiera si riempie di una energia vitale. Secondo il Talmud, ha ricordato Sandro Di Castro, il sogno è un sessantesimo della profezia. Un altro elemento importante è il silenzio: nella preghiera, ha spiegato, molte volte ci sono silenzi ricchi di significato. Non sempre le traduzioni riescono, anche nella poesia, a rispettare l’autentico significato delle parole.

Il libro "Versi a Dio", antologia della poesia religiosa.
Il libro "Versi a Dio", antologia della poesia religiosa.

Islam, l'imam Nader Akkad: la poesia tocca il cuore

L’imam della Grande Moschea di Roma, Nader Akkad, ha sottolineato che le poesie raccolte nell’antologia sono come un giardino con tanti fiori. La bellezza della poesia risiede nel fatto che è uno strumento “per conoscere l’altro nella sua cultura, nella sua tradizione e nel suo patrimonio linguistico”. 

Ascolta l'intervista all'imam Nader Akkad

La parola poetica, cantata, melodica, influenza il cuore. Il libro “Versi a Dio” è un insieme di parole belle rivolte al Creatore. Ma queste parole, per diventare davvero belle, devono essere orientate al cuore delle persone. Quello che penetra nel cuore porta gioia. Il Corano stesso, ha detto a Vatican News Nader Akkad, è un libro sacro dove la parola rivelata ha una forma poetica. Quella del Corano è una parola molto simile al testo dei Salmi di Davide. Il Corano non è solo un testo di leggi e precetti. È un testo che porta gioia nel cuore. Oltre al Corano, ci sono le poesie dei mistici, dei sufi. Rumi addirittura è riuscito a trasformare la sua poesia con la danza, con il movimento. Nella danza dei dervisci rotanti, ha ricordato l’imam Nader Akkad, un piede è fisso, ancorato alla fede professata, mentre l’altro ruota a 360 gradi. Una mano è protesa verso l’alto e l’altra verso il basso. In questo modo “la gioia passa da Dio nel cuore e poi viene versata a tutti i popoli della terra”. 

La poesia è parola incarnata

La poesia è anche un luogo di incontro tra uomini di varie fedi. Un inno al dialogo interreligioso. La presenza alla presentazione del libro “Versi a Dio” di rappresentanti di diverse religioni è stata una potente istantanea dell’essere insieme, dell’essere tutti fratelli. La poesia, infatti, è anche incontro, relazione. Non è una parola incartata ma una parola incarnata che cammina nella storia e nel cuore degli uomini.

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06 dicembre 2024, 11:00