Il premio “Per Artem ad Deum” a Kiko Argüello: il mondo attende la bellezza di Dio
Debora Donnini – Città del Vaticano
Una bellezza non fine a sé stessa ma capace di emozionare l’uomo, introducendolo nell’esperienza dell’amore di Dio. Questo è stato il filo conduttore della cerimonia di ieri sera, domenica 1° dicembre, durante la quale è stata conferita a Kiko Argüello, co-iniziatore del Cammino Neocatecumenale, la medaglia del premio Per artem ad Deum, dall’associazione polacca Sacra Expo, sotto il patrocinio del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Un riconoscimento che “viene assegnato ad artisti o istituzioni i cui risultati artistici contribuiscono allo sviluppo della cultura e alla formazione della spiritualità umana”, spiega il presidente dell’associazione, Andrzej Mochon. Negli ultimi diciannove anni è stato riconosciuto a personalità del calibro di musicisti come Ennio Morricone, registi come Giuseppe Tornatore e Krzysztof Zanussi, scultori come Arnaldo Pomodoro e altri, fra i quali anche noti pittori e architetti.
Le ragioni del premio
Il conferimento è avvenuto in un clima gioioso nella cappella del Seminario Redemtoris Mater di Roma alla presenza di circa 200 persone, fra le quali alcuni itineranti e i collaboratori di Kiko nella pittura, nell'architettura e nella musica. Presenti anche don Mario Pezzi e María Ascensión Romero, membri dell'équipe responsabile del Cammino Neocatecumenale assieme allo stesso Argüello. “L'opera di Kiko - ha sottolineato Mochon - va ben oltre la tradizionale attività di creazione artistica. Attraverso la pittura, intesa come riflesso della luce di Dio, e la musica, linguaggio universale capace di aprire il cuore alla dimensione dello spirito, egli trova il modo di annunciare il Vangelo all'uomo contemporaneo”.
Mochon ha ricordato che Kiko “mette la sua vocazione artistica al servizio della Chiesa e della sua liturgia, componendo musiche su Salmi, altri passi della Scrittura, inni della Chiesa, oltre a poesie spirituali tratte dai suoi scritti. Kiko Argüello è autore di libri, oltre che di importanti opere di pittura, architettura e scultura in tutto il mondo”.
Il premio riguarda anche il radicalismo della vita evangelica
Sulla possibilità che l’arte si trasformi in una devozione idolatrica, nel senso di non condurre ad altro se non a sé stessa, si è soffermato il cardinale Grzegorz Ryś, arcivescovo di Łódź. Ha sottolineato questo aspetto, proprio per spiegare che non è facile vivere correttamente “il principio per artem ad Deum”, perché non richiede solo talento ma anche discernimento e preghiera. “Il premio assegnato non riguarda quindi solo le capacità artistiche ma anche il radicalismo della vita evangelica”. Il porporato ha citato la Lettera agli artisti di san Giovanni Paolo II e ricorda, dunque, che la via della bellezza è via di annuncio di salvezza per tutti gli esseri umani, per ogni peccatore.
Kiko: il Cammino cosa più importante della mia opera artistica
Ringraziando per il conferimento del premio, Kiko ha voluto ricordare quale sia il senso più profondo della sua esperienza artistica. “Il Signore - ha spiegato - ha fatto con Carmen (Hernández, serva di Dio e co-iniziatrice del Cammino Neocatecumenale ndr) e con me qualcosa di impressionante. Perché cosa molto più importante di tutta la mia opera artistica, è stato aprire un Cammino di Iniziazione Cristiana” nella Chiesa che sta aiutando tante famiglie e giovani. “Questo sì che è un’opera d’arte”, ha affermato nel discorso in cui ripercorre il senso della bellezza. La bellezza è, infatti, relazione come mostra, ad esempio in un paesaggio, l’azzurro del cielo che canta la bellezza delle nuvole grigie o bianche. Questo perché “il contenuto più profondo della bellezza è l’amore”. Andando ancora più in profondità il riferimento è andato a Dostoevskij che dice che la bellezza è Cristo: “La bellezza produce sempre un'emozione estetica” ed è “come se Dio volesse dimostrare con la bellezza che ci ama”.
Kiko ha ripercorso, quindi, il senso della bellezza attraverso la Sacra Scrittura. Ha rammentato che Dio chiama i cristiani a partecipare alla costruzione di questa bellezza mostrando l’amore di Dio al mondo, testimoniando che è possibile non vivere più per sé stessi. “L’opera di salvezza consiste nello strappare l’uomo dalla maledizione di offrire tutto a sé stesso restituendolo alla bellezza dell’amore”. La gente sta aspettando l’annuncio del Vangelo ai poveri, di vedere realizzato questo tipo di amore: "Amate i vostri nemici”. Il Cammino Neocatecumenale cerca di portare questo attraverso piccole comunità cristiane nella parrocchia - composte da 30-40 persone - per mostrare l’amore di Dio in un mondo sempre più secolarizzato. Il Concilio Vaticano II parla, infatti, della Chiesa come sacramento universale di salvezza. È dunque molto importante che risplenda la bellezza di Cristo nei cristiani. “Cristo è morto - ha concluso Kiko - perché l'uomo esca da questo circolo di egoismo, perché non viva più per sé stesso, ma per colui che è morto ed è risorto per lui, Cristo”.
L’opera artistica
Ad illustrare il percorso artistico di Kiko Argüello, è stato infine don Segundo Tejado, presidente della Fondazione Opera Artistica Kiko Argüello, che ha lo scopo di conservare e far conoscere le sue opere. Ha ricordato come Kiko studiò Belle Arti all’Accademia San Fernando di Madrid e vinse nel 1959 il Premio nazionale straordinario di Pittura. Alla fine degli anni ’50 visse una crisi esistenziale e, in seguito a un profondo incontro con il Signore, andò a vivere fra i poveri nelle baracche di Palomeras Altas a Madrid. Li conobbe Carmen Hernández e prese il via l’esperienza del Cammino Neocatecumenale che oggi è presente in 136 nazioni, in circa 6.200 parrocchie. L’arte di Kiko, sia nell’iconografia, sia nell’architettura, cerca di offrire luoghi in armonia con il rinnovamento portato dal Concilio Vaticano II. Nella pittura, ha spiegato don Tejado, il suo riferimento sono le icone della Chiesa orientale: Kiko è colpito da questi pittori che rinunciano alla propria “originalità” sottomettendosi al canone prestabilito dalla tradizione. A questa arte si ispira, dunque, Kiko aggiornandola con gli sviluppi della pittura moderna - come Picasso e Matisse - sui quali si era formato. Le sue opere artistiche si trovano in molte parrocchie: da Roma a Firenze; da Piacenza a Parigi fino alla Cattedrale di Madrid, per citare solo alcuni luoghi.
“Kiko - ha sottolineato don Tejado - strappa l’arte dal contesto del business: non si fa pagare per i suoi lavori. Cerca un’arte per i poveri, per la liturgia”, “un’arte che porti l’uomo a sperimentare l’amore che Dio ci ha mostrato in Cristo”. Kiko ha disegnato anche il modello architettonico di alcuni seminari, ha realizzato anche vetrate, alcune sculture e arredi liturgici. La sua opera artistica abbraccia anche il campo della musica come via per annunciare il Vangelo. Nel 2010 ha composto la sua prima sinfonia La Sofferenza degli innocenti e, nello stesso anno, ha fondato l’Orchestra Sinfonica del Cammino Neocatecumenale, una compagine internazionale composta da circa 200 musicisti. La sinfonia viene eseguita in molti teatri, sale da concerto, piazze e cattedrali: a Madrid, New York, Chicago, Tokyo, Berlino, Gerusalemme, Budapest, Lublino, Auschwitz, Trieste.
E, infatti, a chiudere l’evento un movimento del suo secondo poema sinfonico El Mesias è stato eseguito da un duetto di piano e violino, con un solista. Le note della musica e lo sguardo rivolto al retablo della cappella, dove sono dipinte scene della vita di Cristo, hanno sugellato l’incontro, rendendolo così un’esperienza viva di quella bellezza capace di colpire il cuore dell’uomo.
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