I taralli prodotti nella masseria San Vittore I taralli prodotti nella masseria San Vittore

"A Mano libera", taralli solidali che donano futuro ai detenuti

Un esempio di come fede, determinazione e inclusione sociale possano trasformare vite segnate da errori in storie di riscatto e speranza: è la missione del laboratorio nato ad Andria sotto la guida di don Riccardo Agresti, con l’obiettivo di offrire a chi è in carcere un’opportunità concreta di reinserimento sociale attraverso il lavoro, la preghiera e il recupero della dignità personale

Marco Valletta - Molfetta

“Nulla nasce se non è prima nelle mani di Dio”. Esordisce così don Riccardo Agresti, raccontando ai media vaticani come tutto sia iniziato dal suo impegno in un quartiere periferico e degradato di Andria: dopo 26 anni di ministero, si era accorto che molti parrocchiani erano assenti non solo dalla vita comunitaria, ma anche da quella familiare. “Un giorno, una donna venne a chiedermi di far fare la Prima comunione a suo figlio. Le chiesi del marito e lei mi rispose che lavorava al Nord. In realtà - spiega - scoprii che era in carcere: fu questo incontro a spingermi a entrare per la prima volta nel mondo carcerario”. Quella visita gli mostrò una realtà desolante: carceri sovraffollate e inadeguate a fornire veri percorsi di rieducazione: “Solo il 4% dei detenuti ha accesso a formazione o lavoro. L’ozio imperante non aiuta nessuno a cambiare. Così mi sono chiesto: perché non portare i carcerati nelle nostre comunità parrocchiali? Se ogni parrocchia - osserva don Agresti - accogliesse un detenuto, svuoteremmo le carceri e avremmo meno problemi con il sovraffollamento”.

Ascolta l'intervista con don Riccardo Agresti:

Un progetto concreto in una masseria ai piedi di Castel del Monte

Dopo il primo passo, don Riccardo ha avviato un’iniziativa ancora più ambiziosa: grazie al supporto del vescovo, monsignor Luigi Manzi, una masseria fortificata ai piedi di Castel del Monte, un tempo abbandonata, è stata trasformata in un luogo di accoglienza per i detenuti. “Lì possono meditare sui propri errori e lavorare per ricostruire la propria vita. È un luogo dove possono ritrovare la speranza e sentirsi utili”, dice orgoglioso. La masseria non è solo un rifugio, ma un vero e proprio centro operativo, è qui che ha preso vita il tarallificio solidale “A Mano Libera”. “Quelle mani che un tempo si erano sporcate di sangue, oggi si sporcano di farina. I nostri taralli preparati seguendo una ricetta della nonna, sono - sostiene don Riccardo - simbolo del riscatto. Non solo un prodotto artigianale di qualità, ma un messaggio di dignità ritrovata”.

Detenuti ed ex detenuti lavorano insieme nel tarallificio "A mano libera"
Detenuti ed ex detenuti lavorano insieme nel tarallificio "A mano libera"

Il lavoro è il cuore della rieducazione

Il lavoro rappresenta il cuore del progetto: “Non si tratta solo di dare un’occupazione, ma di fornire ai detenuti un percorso reale di reinserimento sociale. Il lavoro è uno degli elementi fondamentali per abbattere la recidiva e costruire una nuova vita”, racconta ancora e in sei anni di attività, i risultati sono tangibili: “Abbiamo visto abbassarsi drasticamente la recidiva tra i partecipanti. Il lavoro diventa così uno strumento di riscatto, di responsabilizzazione e di restituzione alla società. Questi ragazzi imparano a prendersi cura di se stessi e degli altri, ritrovano un senso di responsabilità e cominciano a ricostruire le loro relazioni personali”. L’impegno della cooperativa però non si ferma al lavoro: è un progetto di rete che coinvolge diocesi, imprenditori, istituzioni e amministratori locali. “Solo lavorando insieme - afferma il sacerdote - possiamo costruire un’alternativa reale al carcere dobbiamo andare a cercare questi ragazzi là dove si trovano, nel 'mare del male', e riportarli alla superficie, dove possano respirare l’amore e la speranza”.

Agostino e Clara: una storia d’amore e riscatto

Tra le tante vite trasformate, don Riccardo racconta la storia di Agostino e Clara, due giovani che hanno trovato una nuova strada grazie al progetto. “Agostino - racconta - era membro di un clan criminale, ma grazie alla tenacia di Clara, la sua fidanzata, e al supporto della nostra comunità, è riuscito a cambiare vita. Ricordo il giorno in cui vennero da me a chiedermi di celebrare il loro matrimonio. Fu un momento emozionante: un segno di amore e di riscatto. Oggi sono una famiglia, e la loro storia ci dimostra che il cambiamento è possibile”.

Una confezione natalizia di taralli solidali
Una confezione natalizia di taralli solidali

Un regalo solidale per il Natale

“Questo progetto non è solo nostro, ma di tutta la comunità. Sostenendo questi ragazzi, possiamo costruire un mondo con meno criminalità e più amore. È un percorso difficile, ma il Signore ci ha chiesto di essere pescatori di uomini, e noi siamo pronti a fare la nostra parte. Ogni gesto di solidarietà è un segno di speranza”, conclude don Riccardo. Il progetto “A Mano Libera” non si ferma alla produzione fine a se stessa di taralli: il ricavato delle vendite viene reinvestito per offrire nuove opportunità ad altri detenuti. Con il Natale alle porte, i prodotti del tarallificio rappresentano un regalo speciale, che unisce fede, qualità artigianale e solidarietà. È possibile acquistare quanto prodotto dalla cooperativa direttamente attraverso il nostro sito ufficiale www.amanolibera.eu o scrivendo alla seguente e-mail: amanolibera.andria@gmail.com.

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09 dicembre 2024, 04:32