Le chiese di Capua e Caserta incontrano Tagle: siate discepoli sempre "in uscita"
Giuseppe Simeone - Città del Vaticano
Ha trasmesso non soltanto contenuti teologici ma anche esperienze di vita che hanno scaldato il cuore dei fedeli, il cardinale Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione, nel suo intervento di ieri, giovedì 30 gennaio nella Diocesi di Capua. Il porporato ha partecipato al secondo incontro per le Catechesi giubilari, incentrato sulla testimonianza di don Andrea Santoro, missionario fidei donum martire in Turchia del quale il 5 febbraio prossimo ricorrerà il 19.mo anniversario della morte.
“Il discepolato missionario”
Tagle ha portato "i saluti" del Dicastero per l'Evangelizzazione e ha poi offerto "alcuni spunti" per la preghiera e la riflessione. "Come possiamo diventare testimoni autentici?", ha anzitutto domandato: "Le due identità di discepoli e missionari devono unirsi e non essere mai separate l’una dall’altra. Il discepolo è uno studente che impara da un maestro. Ai tempi di Gesù i discepoli trascorrono molto tempo insieme anche condividendo una vita comune con il loro Maestro. Questo permette loro di acquisire una conoscenza non solo degli insegnamenti ma anche della persona e possiamo chiamare questa vita comune con Gesù formazione al discepolato”.
"È anche chiaro che Gesù chiama i discepoli – ha aggiunto il cardinale – per poterli inviare ad annunciare la Buona Novella, così i discepoli sono chiamati anche Apostoli. Discepoli e missionari allo stesso tempo ricordandoci però che possiamo testimoniare Gesù solo se lo conosciamo. Mi domando: passiamo il nostro tempo per stare con Gesù, ascoltando la sua Parola, contemplando le sue azioni e camminando con lui nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle poveri? O andiamo sempre di fretta? Il discepolato non è mai autoreferenziale, il vero discepolato è sempre in uscita”.
La testimonianza di don Santoro
Ha preso poi la parola Marcello Ciampi, diacono della Diocesi di Roma, che da giovane ha conosciuto personalmente don Santoro, frequentando la sua parrocchia. “Ho ricevuto un grande dono conoscendo questa persona – ha detto – quando avevo 10 anni e gli anni forti sono stati quelli dell’adolescenza fino all’università. Eravamo un gruppo di ragazzi della parrocchia e don Andrea ci ha fatto fare delle grandissime esperienze. Nell’anno 2000 don Andrea parte missionario per la Turchia ed erano anni in cui aveva chiesto di poter andare in missione e finalmente ebbe questa possibilità. Don Andrea era un uomo di Dio e di preghiera, aveva tre grandi amori: Dio, la scrittura e la Chiesa".
Santoro, ha raccontato ancora il diacono, "intuisce da giovane prete che il Medio Oriente è un luogo privilegiato per questo incontro dove allora come oggi c’è un Chiesa sofferente ma è anche il luogo dove c’è un pozzo di ricchezza spirituale da cui attingere. Don Andrea immaginava e diceva che questa sua missione era come uno 'scambio di doni' fondando anche l’associazione Finestra per il Medio Oriente. Finestra perché in un mondo dove si costruiscono muri noi apriamo una finestra affinché possiamo guardarci”.
Stare e andare
A concludere l’incontro, i saluti di monsignor Pietro Lagnese, arcivescovo di Capua e vescovo di Caserta, che ha ringraziato per i due interventi che hanno donato "una nuova speranza per questo tempo nel quale siamo chiamati ad essere discepoli e missionari". In particolare il cardinale Tagle, ha sottolineato il presule, "ha dipinto quello che è lo scenario dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium che Papa Francesco ci ha donato partendo dalla bellissima immagine dello stare e dell’andare". "Il discepolo missionario - ha concluso Lagnese - mentre evangelizza si lascia evangelizzare dai poveri".
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