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Il vescovo Varriano con i fedeli di Cipro Il vescovo Varriano con i fedeli di Cipro

Cipro, il vescovo Varriano: una Chiesa vicina al dolore e ai sogni dei fedeli

Il vicario patriarcale di Gerusalemme dei Latini per Cipro esprime gratitudine al Papa dopo le sue parole di Natale rivolte al Paese diviso. “Vogliamo continuare nel 2025 ad essere una Chiesa, come ci ha chiesto Francesco, vicina alle persone con uno sguardo di speranza”

Beatrice Guarrera – Città del Vaticano

«Il Giubileo sia l’occasione per abbattere tutti i muri di separazione: quelli ideologici, che tante volte segnano la vita politica, e quelli fisici, come la divisione che interessa da ormai cinquant’anni l’isola di Cipro e che ne ha lacerato il tessuto umano e sociale». A chiederlo era stato il Papa, nel messaggio di Natale che precede la benedizione Urbi et Orbi. «Auspico — erano state le parole di Francesco — che si possa giungere a una soluzione condivisa, che ponga fine alla divisione nel pieno rispetto dei diritti e della dignità di tutte le comunità cipriote». A pochi giorni di distanza, il vescovo Bruno Varriano, vicario patriarcale di Gerusalemme dei Latini per Cipro, a colloquio con i media vaticani, ha voluto esprimere profonda gratitudine al Santo Padre per aver rivolto lo sguardo verso Cipro e verso il suo popolo sofferente. Un incoraggiamento con cui, secondo il vescovo, bisogna iniziare questo nuovo anno, unitamente alla gratitudine verso il patriarca cardinale Pierbattista Pizzaballa, che ha voluto la creazione recente di un vescovo ausiliare per Cipro — area che rimane sotto la giurisdizione del patriarcato di Gerusalemme dei Latini — e verso i francescani della Custodia di Terra Santa, presenti nel Paese da secoli, assieme alle religiose (le suore francescane dei Sacri Cuori, di San Giuseppe dell’Apparizione e le suore di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso) e ai sacerdoti diocesani.

vescovo Bruno Varriano, vicario patriarcale di Gerusalemme dei Latini per Cipro
vescovo Bruno Varriano, vicario patriarcale di Gerusalemme dei Latini per Cipro

Un futuro nell’unità

«Dobbiamo ringraziare e guardare al futuro, dando segni di unità — spiega Varriano —. Per questo abbiamo creato il Saint Barnabas Pastoral and Training Center che offrirà corsi per i nostri fedeli latini». Si tratta di una serie di incontri di formazione su diversi temi, a partire dalla teologia, tra giornate in presenza o da remoto via computer, da tenersi nelle diverse parti dell’isola. Come ha ricordato il Papa, infatti, ancora oggi Cipro è divisa da un muro che separa la zona della Repubblica di Cipro (che è parte dell’Europa), dalla parte occupata nel 1974. «I professori dei nostri corsi fanno un giorno lezione a Lefkoşa e poi un altro giorno a Nicosia», continua il vescovo. È un modo per unire anche solo con la formazione le membra di questa diversa e multilingue Chiesa. «Vogliamo offrire altri corsi come iconografia, perché abbiamo una bellissima vicinanza con la Chiesa ortodossa di Cipro, e poi anche di schola cantorum. Tutto per formare la nostra gente». «Come Chiesa — sottolinea Varriano — stiamo cercando di essere presenti in tutta l’isola. Purtroppo la divisione è dolorosa» tra impossibilità di spostarsi da una parte all’altra, difficoltà a raggiungere le chiese, accesso interdetto alla parte sud a persone con determinate nazionalità. Tra i fedeli di rito latino si contano cristiani di diverse culture: ciprioti greci e un gran numero di migranti dalle Filippine, dallo Sri Lanka, dall’India, dal Pakistan, da tanti Paesi africani, come Congo, Nigeria. «Nella parte occupata abbiamo anche un grande aumento di giovani che vengono a studiare, tanti studenti africani che veramente sono di una vivacità e di un entusiasmo bellissimo — racconta ancora il vescovo —. Siamo una Chiesa che cresce, una Chiesa che sta vedendo una nuova pagina, insieme ai nostri fratelli di rito maronita, vivendo una bellissima testimonianza di sinodalità, come presenza cattolica».

Il lavoro accanto ai rifugiati

«Quando abbiamo cominciato il progetto di formazione, i giovani sono rimasti subito entusiasti e hanno iniziato a proporre al vescovo altri progetti sia per lo sviluppo della catechesi, sia per lo sviluppo della persona umana». Così commenta don Rogério Alves Gomes, incaricato del Saint Barnabas Pastoral and Training Center di Cipro. A Lefkoşa il progetto riguarda 70 studenti e a Nicosia circa 40. «Ciò che mi ha colpito tanto — continua il sacerdote — è stato quello che le persone vogliono imparare: vogliono trovare Dio così come facevano i primi apostoli. Vogliono con tutto il cuore, con tutta l’anima imparare da Dio, imparare cosa dice la Bibbia. Vogliono non solo avere un aiuto materiale, ma anche approfondire la loro fede». Un profondo desiderio di Dio e di pace, che fa eco anche nelle parole del vescovo Varriano: «Noi dobbiamo pregare davvero per l’unificazione dell’isola e che il Signore che ci dia questo dono della pace, a Cipro». L’augurio per questo 2025 appena cominciato è, inoltre, quello di riuscire a fare di più per i rifugiati, che arrivano numerosi: «Siamo presenti ogni settimana nel campo profughi di Pournara dove forniamo assistenza anche ai bambini, come anche a Limassol».

Una Chiesa per la gente

Da pochi giorni anche a Cipro si è dato il via al Giubileo con una celebrazione nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Larnaca. «La speranza è un tema che per Cipro davvero viene come un incoraggiamento — conclude Varriano —. Vogliamo continuare nel 2025 ad essere una Chiesa, come ci ha chiesto Papa Francesco, vicina alla gente, vicina al dolore, vicina anche ai sogni e al futuro, con uno sguardo di speranza».

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04 gennaio 2025, 14:23