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La processione in occasione dell'apertura dell'Anno Santo nell'arcidiocesi di Bouaké, in Costa d'Avorio La processione in occasione dell'apertura dell'Anno Santo nell'arcidiocesi di Bouaké, in Costa d'Avorio

Costa d'Avorio, l’arcivescovo Ahiwa: per il 2025 speriamo nella pace e in libere elezioni

Il pastore dell’arcidiocesi di Bouké, in occasione dell’apertura del Giubileo nel Paese africano, esorta il popolo a gioire e sperare nella verità, nella giustizia, nel perdono e nella riconciliazione. L’auspicio di arrivare in un clima pacifico alle presidenziali previste per il prossimo ottobre

Françoise Niamien - Città del Vaticano

La speranza è soprattutto che il processo elettorale in Costa d’Avorio, che accompagnerà alle presidenziali previste per il prossimo ottobre, sia credibile e senza intoppi, in modo da evitare una crisi post-elettorale come quella del 2010, che causò almeno tremila morti. È l’auspicio di monsignor Jacques Assanvo Ahiwa, arcivescovo metropolita di Bouaké, nel centro del Paese africano, che il 29 dicembre scorso, alla presenza di migliaia di fedeli, ha aperto la Porta Santa della cattedrale di Santa Teresa. Giustizia e pace sono gli auguri del presule.

Che cosa le ispira l'Anno giubilare 2025?

L'Anno giubilare è sempre fonte di grande gioia. Se ripercorriamo le origini del Giubileo, così come sono state esposte nel libro prescritto dal Signore a Mosè e riportato nel Levitico, possiamo vedere che si tratta di un anno di grazia concesso dal Signore. Un anno di remissione dei debiti, che segna un nuovo inizio. Il Giubileo viene a stimolare il nostro risveglio, a svegliarci dal nostro letargo. L'Anno giubilare è occasione per ricordare il grande evento che ha portato la salvezza e la nascita in mezzo a noi, l’Incarnazione del Verbo, la venuta per accompagnare l'umanità nel suo cammino verso la salvezza in Dio. Il Giubileo, insomma, è un anno di gioia, di ringraziamento, durante il quale il Signore ci dona grazie abbondanti e ci offre l'opportunità di fare il punto sul percorso compiuto, mettendoci in discussione e rilanciando il nostro cammino sulle orme di Cristo.

Lei ha aperto il Giubileo del 2025 nella sua arcidiocesi, quella di Bouaké. Qual è stato il suo messaggio al popolo di Dio?

I punti principali del mio messaggio sono stati due. In primo luogo, sono partito dalla speranza, la virtù teologica forte a cui Papa Francesco ci chiama attraverso la Bolla di indizione e che è il tema centrale del Giubileo. Seguendo le orme del Santo Padre, ho invitato il popolo di Dio a sperare, contro ogni speranza, come fece Abramo. Un invito alla speranza, perché la speranza non delude. Poi, visto che il 29 dicembre 2024 ricorreva anche la festa della Sacra Famiglia e il trentesimo anniversario dell'esistenza dell'associazione AFC “Familles Chrétiennes” nella nostra diocesi, abbiamo colto l'occasione per strizzare l'occhio a tutte le nostre famiglie, invitandole a sperare. Molte di loro stanno vivendo situazioni angoscianti. Oggi sono seriamente minacciate e i valori che le sostengono sono minati. L'Anno giubilare deve essere per loro occasione per guardare con occhi nuovi a se stesse e vedere come poter riprendere il loro cammino sulle orme della Sacra Famiglia di Nazareth, ispirandosi ai suoi valori e alle sue virtù. La Sacra Famiglia non solo prega per noi, ma soprattutto ci accompagna per la fede che ha vissuto e la speranza che ha saputo vivere, come fonte e salvezza per il mondo.

Come vivrà l'arcidiocesi di Bouaké questo anno di grazia?

L'anno 2025 segna una trilogia di giubilei per l'arcidiocesi di Bouaké. C'è il Giubileo ordinario e universale del 2025, che celebriamo in comunione con tutta la Chiesa universale. Il secondo giubileo, il nostro giubileo particolare, riguarda la celebrazione del centenario dell'evangelizzazione nella regione di Bouaké. Infine, il 70mo anniversario dell'erezione canonica della diocesi di Bouaké sarà l'occasione per un terzo e ultimo giubileo. Tutti questi eventi rappresentano per noi un momento significativo di gratitudine a Dio e tutti saranno combinati e celebrati secondo un programma ben definito. Sono previste attività per tutto il Giubileo ordinario. Per quanto riguarda il nostro giubileo particolare, il centenario dell'evangelizzazione di Bouaké, sarà distribuito su tre anni. A livello pastorale, stiamo facendo un bilancio di ciò che i missionari hanno realizzato e guardando alle sfide future. A tal fine, le commissioni hanno già iniziato a riflettere. Abbiamo guardato indietro alla nostra storia diocesana per vedere come i nostri missionari hanno svolto il loro lavoro pastorale, in modo da poterne trarre ispirazione. Tutte le nostre strutture devono essere rivitalizzate. Abbiamo elaborato una valanga di programmi, comprese le celebrazioni spirituali e quelle di natura sacramentale.

Come vede la celebrazione di questo triplice Giubileo?

Nel segno della speranza e il motivo è semplice: abbiamo bisogno di riscoprire la speranza. Sia la nostra situazione diocesana che quella nazionale ci fanno spesso sprofondare nel pessimismo. Siamo rattristati da tutte le situazioni spiacevoli e di disagio che viviamo quotidianamente. E a volte perdiamo la fede. Per questo il tema della speranza è ben accetto. La speranza ci invita a credere come fece Abramo. Con Dio, anche di fronte alle difficoltà, usciamo regolarmente liberati e salvati. Durante l'esodo, il popolo d'Israele ha incontrato difficoltà di ogni tipo. C'è stata la schiavitù, la deportazione a Babilonia, l'esilio. Ma questo popolo, grazie alla speranza e alla fede in Dio, ha trovato la liberazione, la pace e la felicità con il suo Creatore. Vogliamo quindi cogliere questo invito alla speranza e impegnarci a seguire Cristo, perché crediamo che con Lui non saremo mai delusi, come dice San Paolo nella sua Lettera ai Romani.

L'apertura dell'Anno Santo
L'apertura dell'Anno Santo

“Pellegrini della speranza” è il tema dell'Anno giubilare. Come possiamo vivere nella speranza oggi in un mondo tormentato?

La preghiera è e rimane la prima arma per noi cristiani. Vivere le virtù dell'umiltà e della semplicità significa anche intraprendere il cammino della speranza nell'impegno ad incontrare gli altri, a creare contesti e momenti di incontro e di sviluppo. Inoltre, vivere nella speranza non esclude la verità e la giustizia per tutti coloro che sono stati martirizzati. Per quanto riguarda la nostra arcidiocesi, intendiamo partire da tutte le associazioni come quelle delle Famiglie Cristiane, delle Donne Cattoliche, e anche dalle comunità ecclesiali di base, per creare momenti di incontro e di scambio attraverso diversi temi che ci aiutino a prendere impegni precisi in vista di una vera conversione e di una messa in discussione. In questo modo, potremo ripartire davvero dalla crisi, come disse Papa Giovanni Paolo II durante l'ultimo Giubileo.

Sulla base di questa speranza in Dio, quali sono i suoi auguri di buon anno per le sue comunità diocesane e per l'intera Costa d'Avorio?

Alla mia diocesi auguro che il 2025 sia un anno di pace, felicità e speranza per tutti. Dato che il prossimo febbraio apriremo i festeggiamenti del centenario dell'evangelizzazione, vorrei augurare alla nostra Chiesa particolare un po' più di dinamismo nella pastorale e in tutte le azioni che realizzeremo durante questo giubileo speciale. A tutte le nostre famiglie auguro la pace. Il 2025 è un anno di elezioni in Costa d'Avorio. Le elezioni presidenziali sono previste per ottobre. Purtroppo, da qualche anno a questa parte, queste elezioni rappresentano per gli ivoriani un periodo di grande paura, che li fa sprofondare in una psicosi di timore. Ma questo è anche un momento di speranza, perché il Dio che seguiamo non è il Dio dei morti, ma il Dio dei vivi.
Quindi i miei auguri sono auguri di pace. Spero che queste elezioni presidenziali siano organizzate in un clima veramente pacifico, sulla base di regole del gioco eque e consensuali, e che i risultati riflettano veramente la realtà del voto. Devono essere elezioni credibili. Per questo la Commissione elettorale indipendente deve ispirare la fiducia degli ivoriani, deve essere ritenuta credibile sul fatto che non c’è motivo per cui non si possano avere elezioni pacifiche. Auguro alla Costa d'Avorio elezioni giuste, perché dobbiamo entrare in un'era di vera giustizia e di pace. Infine, spero che tutti noi si possa veramente entrare nella speranza a cui il Papa ci invita, perché il nostro mondo ne ha bisogno. C'è tanta infelicità e tristezza, e dobbiamo riscoprire la gioia di vivere insieme seguendo Cristo. Buon anno 2025 a tutti.

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05 gennaio 2025, 13:15