Ucraina, a Kherson un sacerdote greco-cattolico ferito in un attacco russo
Svitlana Dukhovych - Città del Vaticano
Stava recandosi in auto a celebrare la liturgia per la festa di Teofania (Battesimo di Gesù) e a benedire le acque, secondo la tradizione bizantina, quando un drone russo lo ha ferito in prossimità di Zelenivka, vicino a Kherson, nel sud dell’Ucraina. Don Ihor Makar, sacerdote della Chiesa greco-cattolica ucraina e direttore della Caritas di Kherson, si trovava insieme ai seminaristi del Seminario di Drohobych (ovest dell’Ucraina), ieri, 6 gennaio, quando sulla strada hanno notato un drone russo. «Stavamo guidando dietro uno dei nostri parrocchiani, ho notato un drone nel cielo. A causa del gelo, la strada era molto scivolosa, non potevamo né fermarci né tornare indietro... ho capito che questo drone probabilmente ci stava prendendo di mira», è stato il racconto del sacerdote che ha descritto l’esplosione provocata dal drone che ha distrutto i finestrini dell'auto, bucando portiere e ruote. Fortunatamente i seminaristi non sono rimasti feriti, mentre il sacerdote dovrà subire un intervento chirurgico per rimuovere una scheggia conficcata nella gamba.
La vocazione di sacerdote
Don Ihor Makar svolge il suo servizio nella regione di Kherson dal 2005. La sua prima parrocchia è stata ad Antonivka, località dalla quale partiva il ponte Antonivskyi, punto strategico che collegava le due rive di Dnipro e dove adesso passa la linea di demarcazione. Il sacerdote viveva lì con sua moglie e i loro quattro figli fino all’inizio dell'invasione su larga scala. Durante l'occupazione russa di Kherson, durata fino all'11 novembre 2022, il parroco, che si trovava con la sua famiglia a Ternopil, nell’ovest ucraino, aiutava a distanza i suoi parrocchiani e i bisognosi rimasti sotto l’occupazione, mandando medicine e prodotti alimentari per una mensa per i bisognosi. Da quando Kherson è tornata sotto il controllo degli ucraini, don Ihor ha continuato a prestare il servizio nelle due parrocchie della regione e ad aiutare la popolazione in una regione in cui gli attacchi sono giornalieri. «Vivere qui è davvero pericoloso, – spiegava don Makar in una intervista del luglio scorso, – ma la gente continua a vivere qui e la mia vocazione di sacerdote è quella di stare con loro».
Gli attacchi russi di Natale
Sempre a Kherson, nel giorno in cui una parte degli ortodossi festeggiava la vigilia di Natale, i cattolici di rito bizantino la Teofania e quelli di rito latino l’Epifania, l'esercito russo ha attaccato un autobus di linea con un drone nel quartiere Shumensky, nel quale è rimasto ucciso un impiegato del dipartimento ambientale del Comune e otto persone hanno riportato delle ferite. Nel paesino Shyroka Balka, nella regione di Kherson, i russi hanno lanciato esplosivi da un drone uccidendo un uomo di 48 anni che si trovava in strada. In tutto il periodo natalizio non si sono fermati gli attacchi russi sulle città e su paesi ucraini. Alla vigilia di Natale e nelle prime ore del 25 dicembre, la Russia ha lanciato un massiccio attacco: in totale, più di 70 missili, compresi quelli balistici, e più di cento droni d'attacco. L’obiettivo principale è stato il settore energetico del Paese però gli attacchi hanno causato morti e feriti tra i civili. Secondo il rapporto della Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina, pubblicato il 31 dicembre, tra settembre e novembre del 2024 nel Paese, a causa della guerra, sono stati uccisi 574 civili e 3082 sono stati feriti.
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