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Un borgo de L'Aquila colpito dal terremoto nel 2009 Un borgo de L'Aquila colpito dal terremoto nel 2009

Caritas ambrosiana, a L'Aquila un corso per gestire le emergenze post terremoto

Nel capoluogo abruzzese una ventina di giovani si sta confrontando con le comunità che portano sulla propria pelle le cicatrici del sisma che nel 2009 provocò 309 morti e 1.600 feriti. Don Claudio Tracanna, portavoce della Conferenza episcopale abruzzese —molisana: "Evento importante perché qui l'emergenza ancora continua, per le scosse e per gli effetti sull'anima che affiorano anche a distanza di decenni"

Federico Piana - Città del Vaticano

Una ventina di giovani lombardi di età compresa tra i 20 ed i 35 anni sono dal 21 marzo a L’Aquila per una missione davvero speciale: studiare come affrontare l’emergenza di un terremoto analizzando da vicino e nel dettaglio il caso specifico del capoluogo abruzzese devastato il 6 aprile del 2009 da un sisma di intensità 9 della scala Mercalli che provocò 309 morti, 1600 feriti e più di 80.000 sfollati.

Volontari esperti e pronti

Il percorso di educazione al soccorso si chiama “Corsie d’emergenza” ed è stato organizzato dalla Caritas ambrosiana con lo scopo di formare volontari pronti ad intervenire in caso di necessità. «La loro presenza qui da noi risulta fondamentale per una giusta formazione, perché L’Aquila non ha solo subito il terribile terremoto del 2009, ma ha dovuto affrontare anche le scosse del 2016 e 2017 che colpirono tutta l’Italia centrale», ricorda ai media vaticani don Claudio Tracanna, portavoce della Conferenza episcopale abruzzese —molisana.

Ascolta l'intervista a don Claudio Tracanna

Visita alle comunità

La visita ad alcuni luoghi-simbolo più colpiti dal sisma, come ad esempio la frazione di Paganica, ha caratterizzato la giornata di ieri che è stata intensa anche per gli incontri con le comunità locali. «I ragazzi - spiega don Tracanna - hanno potuto anche dialogare con le persone ancora impegnate nella ricostruzione di Paganica ed Onna ed hanno ascoltato le testimonianze dei parroci e dei loro fedeli. Momenti davvero toccanti». Una delle giornate, invece, è stata dedicata ad un altro incontro: quello con il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo emerito de L’Aquila, il quale nel 2020 istituì l’Ufficio per la pastorale dell’emergenza. «Fu la prima esperienza di questo tipo tra tutte le diocesi italiane — continua il sacerdote — e proprio in questo senso si deve anche ricordare che l’istituto di scienze religiose Fides et ratio della nostra città ha creato una scuola di alta formazione in etica dell’emergenza che vede la partecipazione di una trentina di studenti da ogni parte del mondo».

La messa a Collemaggio

A concludere l’esperienza formativa dei ragazzi lombardi è stata stamane la messa celebrata da monsignor Antonio D’angelo, arcivescovo de L’Aquila, nella Basilica di Collemaggio. E proprio Collemaggio, aggiunge il sacerdote, non è solo «la chiesa giubilare dell’arcidiocesi dove riposa Celestino V che indisse la Perdonanza ma è anche il simbolo della ricostruzione perché il suo restauro è stato il modello di recupero per tutti i beni culturali ecclesiastici della nostra arcidiocesi con interventi innovativi finanziati anche da grandi multinazionali».

Terremoti dell'anima

Il corso alle emergenze della Caritas ambrosiana, per don Tracanna, rappresenta davvero un’occasione da ripetere, da non lasciare isolata: «Questi ragazzi hanno potuto toccare con mano e vedere con i propri occhi un’emergenza che ancora continua perché, come ripete spesso il cardinale Petrocchi, essa non consiste solo nelle fasi delle scosse, ma nel terremoto dell’anima i cui effetti affiorano a distanza di decenni».

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23 marzo 2025, 10:00
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