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2025.03.25 Ostetrica in un paese africano

Cuamm, nel Centrafrica rurale una scuola per ostetriche

La Ong italiana, che aiuta le popolazioni più povere del pianeta, sta realizzando con il sostegno del ministero della Salute e delle autorità locali un centro di formazione per garantire assistenza medica e un servizio di qualità alle gestanti

Francesco Ricupero - Città del Vaticano

A Bossangoa, nel nord della Repubblica Centrafricana, sta per avverarsi un sogno. È il sogno di Medici con l’Africa Cuamm e di don Dante Carraro, direttore della Ong italiana che aiuta e cura le popolazioni più povere del pianeta. Oltre al già esistente  ospedale regionale, punto di riferimento diretto per 260.000 persone,  Cuamm entro la fine di ottobre prossimo vuole costruire e mettere in funzione l’unica scuola per ostetriche in questa zona rurale del Paese africano.

Il sito della scuola di ostetricia
Il sito della scuola di ostetricia

Il progetto del Cuamm

A fare da apripista vi  sono sul posto, da circa un anno e mezzo, due medici volontari della Ong, sono marito e moglie: Enzo Pisani, ginecologo, e Ottavia Minervini, pediatra. A dargli una mano un giovane medico africano che funge anche da infermiere e da direttore sanitario. Sul terreno che il governo della Repubblica Centrafricana  ha assegnato, a un chilometro dall’ospedale, i volontari del Cuamm hanno  iniziato la costruzione del muro di cinta, alto due metri e lungo 650, un cordone di cemento e ferro indispensabile per proteggere la scuola. Subito dopo è in programma il pozzo con un tank per la raccolta e la distribuzione dell’acqua, e via via si costruirà tutto il resto: il blocco delle aule che saranno otto, gli alloggi per gli insegnanti, la biblioteca e le aule studio, i dormitori per i ragazzi e le ragazze, il refettorio, la lavanderia e il magazzino, l’amministrazione, l’impianto fotovoltaico, il generatore e il sistema fognario. 

La scuola per ostetriche in costruzione
La scuola per ostetriche in costruzione

Ispirati da Papa Francesco

Intanto, l’impegno in ospedale continua senza sosta. Si stanno sensibilizzando i villaggi e le comunità, l’unica ambulanza e le motorette, 150 di cilindrata — regalate dal Cuamm — corrono e portano le mamme a partorire nei centri sanitari e, se complicati, in ospedale. E così «i cesarei — racconta a “L’Osservatore Romano” don Dante — sono aumentati e le mamme che perdono la vita a causa del parto stanno calando sensibilmente. Il servizio è tutto gratuito». Il sacerdote, di origini vicentine, ci racconta che «tutto è iniziato nel 2015 quando Papa Francesco  è andato a visitare la Repubblica Centrafricana per aprire la porta Santa della cattedrale di Bangui. A trecento metri c’era un ospedale che il Santo Padre ha voluto visitare. Giunto sul posto — continua don Dante — ha visto che c’erano tanti bambini per terra malnutriti. Tornato in Vaticano ha dato subito disposizioni affinché venisse costruito un reparto pediatrico e nel 2017 è stato inaugurato. Nel 2018 iniziamo ad operare a Bangui e, a seguito dell’input di Papa Francesco, trovandoci sul posto, siamo stati contattati dalle autorità locali e dal ministero della Salute per realizzare un presidio sanitario nelle aree rurali del Paese. A Bassangoa — aggiunge il direttore del Cuamm — c’è un ospedale di cento posti letto che serve una popolazione di circa un milione e mezzo. Qui, in accordo con il ministero, abbiamo deciso di costruire una scuola di formazione e metter a posto l’ospedale che versa in condizioni disagiate».

Il sostegno del governo

Il presidente della Repubblica Centrafricana Faustin-Archange Touderà, nel suo discorso di fine anno ha citato il lavoro del Cuamm a Bossangoa come esempio da imitare. «Forse anche per questo il Governo ha deciso di aiutarci nella costruzione della scuola — prosegue il sacerdote —  per dimostrare alla gente e anche a noi, che per primo ci crede e vuole fare la propria parte. L’obiettivo del ministro della Salute è di aprire e mettere in funzione la scuola entro il prossimo ottobre». Ma  bisogna finire i lavori, almeno quelli essenziali, trovare gli insegnanti, preparare il piano studi in ostetricia, aprire le iscrizioni e selezionare gli studenti. «Insomma, c’è da correre! Ma — spiega don Dante — abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Abbiamo bisogno di cuori generosi che credono con noi». Affinché questo sogno si avveri occorre la generosità e la volontà di tante persone.

Un segno di speranza

«Siamo circondati da immagini di guerre e distruzione, in un’area rurale al nord di un Paese fra i più poveri al mondo, ci sono l’ospedale di Bossangoa e a breve una scuola di formazione per ostetriche locali: un pezzettino di Africa nascosta e silenziosa, laboriosa e tenace che ha voglia di crescere, di essere a suo modo controcorrente, di portare speranza. «La cosa più terribile che ho visto in 40 anni di Africa — spiega in un video Enzo Pisani —. Io accetto tutto, accetto la morte per malaria, ma non quella causata da un parto. La morte per parto è qualcosa che si può azzerare senza avere cose sofisticate. Purtroppo, la morte da parto non fa notizia. L’obiettivo — conclude il medico — è dare una chance a tutte le donne che hanno una complicazione da parto». La sfida del Cuamm è davvero impegnativa, ma «il nostro pezzettino di futuro lo vogliamo costruire, un mattone alla volta, un libro alla volta, un diploma di ostetrica alla volta, una mamma salvata alla volta».

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