Missionari martiri, testimoni di un messaggio che non muore
Donatella Coalova - Città del Vaticano
Dag Hammarskjöld, premio Nobel per la Pace nel 1961, quasi presagendo la sua tragica fine, aveva scritto nel suo diario: «Se colgono nel segno e uccidono, che c’è da piangere? Altri ti hanno preceduto, altri seguiranno…». C’è una scia di sangue nella storia della Chiesa. Sgorga dalla croce di Cristo ed attraversa i secoli. Ma «sanguis martyrum semen christianorum», come notava Tertulliano. E sant’Óscar Arnulfo Romero y Galdámez (1917-1980), sentendosi minacciato, diceva: «Un obispo morirá, pero la Iglesia de Dios, que es el pueblo, no perecerá jamás» («Un vescovo morirà, ma la Chiesa di Dio, che è il popolo, non perirà mai»).
Testimonianze di sangue
Il 24 marzo 1980, mentre celebrava la santa messa, fu assassinato da un tiratore scelto. I mandanti dell’omicidio pensavano di avergli tappato definitivamente la bocca. Invece, la testimonianza di “San Romero delle Americhe”, più incisiva che mai, è come una rosa rossa, fremente d’amore, protesa al cielo, per sempre. Proprio il 24 marzo, nell’anniversario della sua uccisione, si celebra la Giornata dei missionari martiri, che oggi vede la sua trentatreesima edizione. L’iniziativa, infatti, nacque nel 1992, su proposta del Movimento giovanile delle Pontificie opere missionarie, ora Missio giovani. Il tema di quest’anno, "Andate e invitate" (cfr. Matteo, 22,9), è lo stesso proposto da Papa Francesco per la 98.ma Giornata missionaria mondiale 2024.
Invito per tutti
Andate e invitate al banchetto tutti. Gli organizzatori fanno esplicito riferimento alle parole del Santo Padre, nel Messaggio dello scorso 20 ottobre: «la missione è un andare instancabile verso tutta l’umanità per invitarla all’incontro e alla comunione con Dio. Instancabile! Dio, grande nell’amore e ricco di misericordia, è sempre in uscita verso ogni uomo per chiamarlo alla felicità del suo Regno, malgrado l’indifferenza o il rifiuto».
Simboli eloquenti
Il logo scelto per il manifesto della Giornata dei missionari martiri, una fotografia scattata da padre Dario Dozio in un villaggio della Costa d’Avorio, rappresenta appunto la gioia della condivisione, nella semplicità e nell’amore: la frutta e la verdura portate all’altare durante l’offertorio costituiscono l’essenziale per poter continuare il cammino di ogni giorno. Ogni fedele, pur nella sua povertà, ha dato volentieri il suo contributo, proprio come i missionari scelgono di donare la loro vita spezzando la Parola e la quotidianità insieme a chi è dimenticato, oppresso, emarginato. Anche coloro che partecipano alla Giornata, ormai ampiamente radicata nelle diocesi italiane, sono invitati ad offrire un contributo concreto, frutto del digiuno di questa quaresima, per sostenere progetti di assistenza e sviluppo.
Aiuti e solidarietà
In particolare, si chiede di aiutare il progetto di solidarietà “Giovani missionari, seminatori di speranza”, che mira a «rivitalizzare la vita comunitaria della diocesi di Matanzas, nell’isola di Cuba, risvegliare nei giovani lo spirito missionario, celebrare la fede nell’anno giubilare».Secondo il rapporto pubblicato dall’Agenzia Fides, organo di informazione delle Pontificie opere missionarie dal 1927, nel corso del 2024 sono stati uccisi 13 missionari cattolici, di cui 8 sacerdoti e 5 laici.
Bilanci dolorosi
Dal 2000 al 2024 il totale dei missionari e operatori pastorali uccisi è di 608. Nel 2024 il numero più alto di missionari e operatori pastori uccisi continua ad essere in Africa e in America. Per ciò che riguarda l’Africa, 2 operatori pastorali sono stati assassinati in Burkina Faso; 2 sacerdoti sono periti a colpi di arma da fuoco in Sudafrica; un giornalista cattolico, coordinatore di «Radio Maria-Goma», è stato assassinato nella Repubblica Democratica del Congo e un sacerdote nel Camerun. Per ciò che riguarda l’America, sono stati uccisi 3 sacerdoti (uno in Colombia, uno in Ecuador, uno in Messico) e 2 operatori pastorali (uno in Honduras e uno in Brasile). In Europa, hanno perso la vita per morte violenta un padre francescano spagnolo e un sacerdote polacco.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui