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L'Assemblea della Comece a Nemi L'Assemblea della Comece a Nemi 

Comece, UE resti promessa di pace. Il messaggio al Papa: stretti a lei nella preghiera

Il messaggio dei vescovi a Francesco e le preghiere per la sua salute. L’appello dei presuli in occasione dell’Assemblea plenaria a Nemi: "l'Europa promessa di pace per sé stessa e per il mondo intero"

Guglielmo Gallone - Città del Vaticano

"Abbiamo compiuto il pellegrinaggio giubilare e l’abbiamo stretta a noi nella preghiera ad ogni passo verso la Porta Santa”. I vescovi delegati dell’Unione europea si rivolgono a Francesco in un messaggio nell’ultima giornata del loro incontro a Nemi, nei pressi di Roma, in occasione dell’Assemblea plenaria di primavera della Commissione degli episcopati Ue (Comece), alla quale ha preso parte il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. “Preghiamo con fervore per Lei, per la sua salute – si legge ancora -  e per il suo pieno recupero, affinché sotto la Sua guida la Chiesa in Europa e nel Mondo possa vivere il Giubileo con speranza, entusiasmo, gioia e fede, venendone vivificata”.

Il cardinale Parolin e monsignor Crociata
Il cardinale Parolin e monsignor Crociata

Il mondo sta precipitando in una pericolosa spirale

Nella dichiarazione finale dell’Assemblea, i vescovi sottolineano che "il mondo sta precipitando in una pericolosa spirale". In particolare, "l’aumento delle tensioni globali, alimentato dal crescente isolazionismo e dall’approfondirsi delle fratture, sta erodendo il multilateralismo e indebolendo i principi democratici. Questo insieme di fattori sta generando una competizione spietata e scontri violenti, spesso in palese violazione del diritto internazionale".

Quale ruolo per l'Europa

La Comece concentra la sua attenzione sulla guerra in Ucraina e, a questo proposito, evidenzia come “molti guardano all’Europa, e in particolare all’Unione europea, sperando che sappia indicare la via. Con Papa Francesco, vediamo nell’Europa una 'promessa di pace' e una 'fonte di sviluppo' per sé stessa e per il mondo intero". Tuttavia, se da un lato i vescovi riconoscono "la necessità di un’Unione europea forte, capace di proteggere, in questi tempi incerti, non solo i suoi cittadini ma anche i valori promossi in Europa e nel mondo", dall’altro ritengono che "la vocazione originaria dell’Ue sia quella di essere un progetto di pace. Eventuali investimenti necessari, proporzionati e adeguati nel settore della difesa europea non devono quindi avvenire a scapito degli sforzi volti a promuovere la dignità umana, la giustizia, lo sviluppo umano integrale e la cura del Creato".

Il presidente della Comece, monsignor Mariano Crociata
Il presidente della Comece, monsignor Mariano Crociata

I rischi del riarmo

Un evidente riferimento all’equilibrio e alla moderazione di fronte agli ambiziosi piani di riarmo promossi dalle istituzioni europee. L’auspicio della Comece è infatti che simili sforzi "non compromettano l’impegno storico dell’Ue per la solidarietà, specialmente con le regioni più vulnerabili del mondo e con coloro che soffrono la povertà o cercano rifugio", né che minino "la credibilità dell’Ue come leader globale nella promozione dei diritti umani, della giustizia sociale e della sostenibilità ambientale". Perché, conclude il comunicato, "è nostra profonda speranza che l’Ue resti fedele ai suoi principi fondanti e continui ad agire come una forza unita, affidabile e integratrice per i suoi vicini e per il mondo".

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