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I fedeli di Massa Marittima - Piombino in pellegrinaggio giubilare a Roma I fedeli di Massa Marittima - Piombino in pellegrinaggio giubilare a Roma

Giubileo, da Massa Marittima-Piombino in preghiera per il Papa

Oltre seicento fedeli dalla Toscana hanno varcato la Porta Santa della basilica vaticana con il vescovo Carlo Ciattini. Tra i pellegrini di ogni età, laici e religiosi, anche Iryna, ucraina che ha preso il traghetto dall’Elba per chiedere la pace per il suo Paese. A conclusione della giornata di comunione diocesana la messa con una speciale intenzione di preghiera rivolta a Papa Francesco

Lorena Leonardi – Città del Vaticano

Una distesa gialla. Questo il colpo d’occhio entrando, qualche giorno fa, nella chiesa romana di San Gregorio VII, a pochi passi dal Vaticano. Erano oltre seicento i foulard che contraddistinguevano i pellegrini arrivati dalla diocesi di Massa Marittima - Piombino per attraversare con il vescovo Carlo Ciattini la Porta Santa della vicina basilica di San Pietro.

Dal neonato di cinque mesi ai pensionati ultraottantenni, passando per gli isolani dell’Elba, svegli dalle quattro del mattino, e quelli che hanno preferito raggiungere Roma nei giorni precedenti per “prendersela con calma”: la composizione dei gruppi di fedeli provenienti dalle quindici parrocchie della diocesi toscana era eterogenea.

Ma tutti insieme, nonostante la giornata di pioggia continua, si sono mossi in modo uniforme lungo le vie della Città eterna fino a piazza Pia, dove sono stati suddivisi per iniziare il pellegrinaggio verso la Porta Santa. Una volta all’interno della basilica Vaticana, la messa a conclusione dell’intensa giornata di comunione diocesana con una speciale intenzione di preghiera rivolta a Papa Francesco.

Attraverso la Porta Santa, dal buio alla luce

Il passaggio della Porta Santa è stato “un po’ come passare dal buio alla luce, quella di Cristo che illumina il nostro cammino”, racconta la sessantacinquenne Mara, arricchita della speranza che “il Signore non lascerà mai la mia mano e mi guiderà nei momenti di amarezza e di sconforto. In questo mondo dove ci sentiamo spesso soli — prosegue — è stato bello ritrovarsi con tanti fratelli pellegrini, come pellegrino fu Gesù, tutti verso una meta comune”.

Non voleva perdere questa occasione Giovanni, 81 anni: “La mia camminata su questa terra è giunta agli ultimi passi — spiega — e non avendo mai preso parte a un Giubileo volevo sentirmi più vicino al Padre, al Figlio e alla Vergine Maria a cui sono devoto: il passaggio dalla Porta Santa mi ha riempito di una grande emozione e ho sentito la mia anima più vicina al Signore”.

La gioia è impressa anche nel cuore della settantottenne Evangela: “Sento Gesù presente vicino a me nelle persone, quelle lontane alle quali ho scritto e mandato foto del soggiorno romano, e quelle che hanno vissuto con me il pellegrinaggio. Ringrazio il Signore perché sono felice, vorrei che tutti potessero provare questa gioia”.

Una preghiera per la pace

Nonostante le difficoltà logistiche connesse all’insularità, Iryna, badante ucraina di 52 anni, non ha rinunciato alla partecipazione e ha preso il traghetto dall’Elba: “Sono venuta al pellegrinaggio per motivi familiari e per pregare per la pace nel mio Paese”, confida. “Spero tantissimo che la guerra finisca presto. Questo viaggio mi dà la forza per il mio lavoro e tanta speranza per un mondo più buono e tranquillo”.

Ha vissuto l’esperienza giubilare come un “rinnovo del percorso di fede” il pensionato sessantasettenne Luano: “Attraversando la Porta Santa ho sentito di abbandonare una veste vecchia per indossarne una nuova, un’esperienza che bisognerebbe rivivere di tanto in tanto”.

I religiosi in pellegrinaggio

Insieme ai fedeli anche numerosi religiosi che svolgono la missione nella diocesi. Tra loro suor Amal, origini egiziane, che ha vissuto “una giornata di ricchezza, per la preghiera dentro la basilica di San Pietro e l’incontro con tante persone che non conoscevo prima, provenienti da altre parrocchie”.

E se ha offerto l’indulgenza a una persona cara suor Monia, il mettersi in cammino è “metafora del desiderio di un profondo cambiamento interiore” per suor Beatrice, quarantasette anni: “Non si è trattato di un semplice spostamento da un luogo di partenza a uno di arrivo, ma l’occasione preziosa per guardarsi dentro e fare “reset”, ricominciare da capo puntando lo sguardo su ciò che è essenziale e davvero vale. Attraversare la Porta Santa è stato per me varcare la soglia di una vita nuova: il passaggio da una schiavitù che a volte sovrasta per essere libera da me stessa e da tutto ciò che non mi aiuta a guardare in alto”.

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11 marzo 2025, 15:32
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