Da Lucca al Giappone, un pellegrinaggio sotto il segno della musica
Maria Milvia Morciano – Lucca
Coincidenze e raccordi legano Lucca al Giappone e diventano desiderio crescente di amicizia e di conoscenza reciproche. In fondo, oltre ai fatti storici, sono molte le affinità tra il Paese del lontano oriente e la città toscana: una certa malinconia poetica, un simile silenzio e i colori tenui del paesaggio, la gentilezza e la laboriosità delle persone, la stessa inclinazione al viaggio e quindi alla conoscenza. E giovedì 20 marzo, queste “anime” si sono di nuovo incontrate. Occasione è stato il progetto Thesaurum Fidei coordinato dall’arcidiocesi di Lucca che è tornato con un calendario ricco di iniziative e che dopo la giornata di studi romana si è spostato a Lucca.
Pellegrini di speranza
La professoressa Olimpia Niglio, dell’Università di Pavia e dell’arcidiocesi di Lucca, anima con l’arcivescovo Paolo Giulietti di Thesaurum fidei, percorre le tappe del progetto previste per quest’anno. “Siamo nel pieno dell'anno giubilare dedicato al pellegrinaggio della speranza e i pellegrini, giunti dal Giappone nel 1585, erano veramente pieni di speranza nell’incontrare il Papa e conoscere il nostro territorio. Nel contesto dell'anniversario di questo pellegrinaggio abbiamo organizzato cinque eventi, in collaborazione con il Dicastero per l’evangelizzazione, sezione per le questioni fondamentali nel mondo. Il primo incontro si è svolto a Roma il 17 marzo dal titolo "Il pellegrinaggio giapponese presso la Santa Sede. La speranza di un dialogo," presso la Pontificia Università Gregoriana, per ricordare l'arrivo degli ambasciatori giapponesi che avvenne il 22 marzo del 1585, ma soprattutto per celebrare i 160 anni dalla scoperta dei cristiani nascosti in Giappone esattamente il 17 marzo del 1865. A seguire, questo evento ci ha portato a Lucca, città che ha dato i natali a diversi missionari che hanno raggiunto il Giappone, in particolare il beato Angelo Orsucci, ma anche tanti altri missionari della Compagnia di Gesù.
Ponti culturali
Thesaurum fidei in questo secondo appuntamento ha parlato di musica. Nel salone del Palazzo arcivescovile, sotto lo sguardo severo dei ritratti dei vescovi della diocesi, dipinti sul soffitto, si è svolto l’incontro internazionale "Musicisti lucchesi e l’ambasceria giapponese Tenshō. Marzo 1585".
Sono intervenuti i rappresentanti delle realtà che hanno promosso questo incontro: oltre ai coordinatori del progetto, monsignor Paolo Giulietti e la professoressa Olimpia Niglio, Atsutoshi Hagino, consigliere dell’Ambasciata del Giappone presso la Santa Sede, Mario Pardini sindaco di Lucca, Luigi Viani, direttore Fondazione Giacomo Puccini, Nicola Lucchesi ed Emanuele Vietina, rispettivamente presidente e direttore di "Lucca Crea" che hanno parlato del ponte culturale che lega Italia, in questo caso la città toscana, e Giappone. Un ponte, ha sottolineato il sindaco Pardini, che deve avere “fondamenta sempre più solide perché la società ha bisogno di concretezza e la musica è uno degli strumenti più potenti”. D’altra parte, basta ricordare la Madama Butterfly di Puccini per accendere mille suggestioni.
Lucca e Nagasaki, l’Italia e il Giappone, quindi il beato Angelo Orsucci, Giacomo Puccini. E ancora "Lucca Comics & Games", la fiera internazionale dedicata al fumetto che si svolge nella città di Toscana, che riserva ogni anno uno spazio speciale e molto ampio alla cultura dei manga e collabora con la stessa diocesi “perché i fumetti rappresentano uno strumento formidabile per trasmettere valori ai giovani”, ha sottolineato Nicola Lucchesi. Negli anni scorsi, la fiera ha già ospitato la scrittrice e fumettista di manga Kan Takahama autrice, tra le altre, di opere che raccontano la storia del cristianesimo e il dialogo interreligioso della sua Amakusa, nell’estremità meridionale della nazione insulare e che in queste giornate, prima a Roma e poi a Lucca, ha parlato delle sue ricerche e del suo ultimo libro: "Leone e peonie".
Il linguaggio della musica
L’ambasciata dei giovani giapponesi Tenshō in Italia non passò da Lucca, ma la città ricoprì comunque un ruolo di spicco perché a Pisa, presso la corte di Francesco de’ Medici, una delle mete del loro viaggio, fu chiamato a suonare un gruppo musicale lucchese che evidentemente rappresentava l’eccellenza di allora.
La musica, spiega l’arcivescovo Giulietti, fu lo strumento con il quale “far bella figura”, mostrare i risultati di bellezza che “il cristianesimo aveva prodotto nella cultura europea”. E durante il pomeriggio all’arcivescovado è stato rievocato questo contributo lucchese al viaggio dei quattro giovani giapponesi portati dai gesuiti in Italia nel 1585. Fu eseguito “un concerto di cui non conosciamo il repertorio, ma che sicuramente è legato alla musica che veniva eseguita e scritta qui a Lucca alla fine del XVI secolo, di cui esiste invece un'ampia documentazione nel fondo musicale del Seminario diocesano. Fondato subito dopo il Concilio di Trento, alla fine del Cinquecento, il Seminario aveva una dotazione di spartiti necessari per la formazione musicale degli alunni, che erano già numerosi”. “Cercando tra questi reperti d'archivio abbiamo trovato degli scritti abbastanza rari; uno addirittura è un unicum: musica stampata risalente all'ultimo quarto del XVI secolo che quindi si rivela molto importante”, aggiunge l’arcivescovo.
Reciproca conoscenza
Durante il pomeriggio, si è esibito il gruppo vocale “Stereo tipi” con musiche di quell'epoca che ha provocato negli spettatori una lieta emozione, forse simile a quella suscitata tanti secoli fa nella chiesa dei Cavalieri. “Non sappiamo se quelle eseguite a Pisa nel 1585 furono proprio le stesse - riflette Giulietti – ma l'operazione culturale che fu fatta allora dai missionari gesuiti conserva ancora grande attualità, perché in fin dei conti l'evangelizzazione è possibile solamente se si incontrano le culture sia di chi porta il Vangelo, sia di chi lo accoglie. Infatti, entrambi sono portatori della propria storia e della propria cultura e, in particolare, nell'incontro tra Europa e Giappone, le due civiltà millenarie si confrontano su un piano assolutamente paritario, diversamente da come a volte accade quando i missionari incontrano le popolazioni da evangelizzare”. Il viaggio dell’ambasciata Tenshō fu un’operazione di reciproca conoscenza, con lo scopo di far apprezzare il Paese dal quale erano venuti i gesuiti missionari.
Un'evangelizzazione dalle radici profonde
“La missione dei gesuiti in Giappone riscosse un sorprendente successo, perché in pochi anni dallo sbarco di Francesco Saverio, nel 1549, e tenendo conto che dopo 40 anni iniziò la persecuzione, furono circa 300.000 i convertiti, tra cui anche molti personaggi di spicco, molti daimyō, dei feudi giapponesi dell'isola di Kyūshū. La diffusione, anche al di là di quest'isola meridionale del Giappone, fu piuttosto importante, testimoniata da mappe che ricordano molte missioni cattoliche in tutto il Giappone” spiega Giulietti, che continua: “La diffusione fu sorprendente, grazie alla capacità dei missionari di annunciare il Vangelo all’interno di alcune categorie culturali della religione e del costume giapponese di allora. Un’evangelizzazione fatta in modo rispettoso, con la capacità di introdursi dentro le maglie della società di allora. Probabilmente ci fu anche un interesse dei giapponesi verso alcuni aspetti della cultura cristiana, per alcune dimensioni del Vangelo, della parola, della Chiesa. Questo radicamento, pur nel breve tempo, fu solido perché in seguito il cristianesimo ha resistito due secoli e mezzo in clandestinità: non fu un fuoco di paglia. L'adesione dei giapponesi al Vangelo fu qualcosa di molto serio tant'è vero che il fenomeno sorprendente dei cristiani nascosti si è protratto per due secoli e mezzo, cosa che non è accaduta con la stessa intensità e con la stessa durata in nessun'altra parte del mondo”.
Thesaurum Fidei arriva in Giappone
Le voci dell’arcivescovo e della professoressa Niglio si alternano per preannunciare i prossimi appuntamenti del progetto. “Il 29 maggio a Roma, presso la Pontificia Università Urbaniana, si prevede la presentazione del libro che uscirà con la documentazione reperita negli archivi ecclesiastici, pubblici e statali d'Italia circa il viaggio di questi quattro ragazzi nel nostro Paese a partire dal porto di Livorno fino al porto di Genova, girando diverse regioni italiane”, preannuncia l’arcivescovo. “Un lavoro di ricerca molto importante, anche sorprendente, perché è stato trovato molto materiale di natura diversa, che getta nuova luce sul tipo di esperienza che hanno fatto questi ragazzi, accolti sontuosamente in tutta Italia”. “Questo libro” - prosegue Giulietti – verrà presentato anche in Giappone il 3 settembre nell'ambito dell'Expo 2025, nel padiglione della Santa Sede ad Osaka. Sempre nel mese di settembre in occasione di questa presentazione, la diocesi di Lucca farà un viaggio diocesano con una delegazione che visiterà Nagasaki, città molto legata alla nostra, ma anche i luoghi dell'eredità cristiana in Giappone. Quindi le isole di Amakusa e altri luoghi in cui potremo toccare con mano la resilienza del cristianesimo in Giappone durante quegli anni e le testimonianze di questa eroica fedeltà a Cristo”.
Un museo nell’isola di Amakusa e un “pellegrinaggio per strade ondose”
“Il tema della musica, in particolare, è quello che ci porta poi a continuare il nostro pellegrinaggio, perché grazie a essa, il 10 agosto, sarà inaugurato presso il Museo Cristiano dell'Isola di Amakusa, una mostra, "Thesaurum Fidei. Le scuole dei gesuiti del XVI secolo”, spiega Olimpia Niglio. “In questa occasione, infatti, sarà ancora una opportunità molto importante di valorizzazione di questo patrimonio musicale, perché la musica faceva parte della formazione dei seminari, allora come in parte anche oggi”. Questo lungo pellegrinaggio attraverso il 2025 si conclude poi con il convegno internazionale organizzato dalla diocesi di Lucca promosso in collaborazione con la Conferenza episcopale giapponese e la nunziatura di Tokyo che si terrà presso l'Expo di Osaka 2025, dal titolo "Fides et spes. Errando per le strade ondose, pellegrinaggio tra Giappone ed Europa". Saranno presenti non solo tutti i vescovi della Conferenza episcopale giapponese ma anche relatori di fama internazionale che studiano già da anni e continuano a studiare questo tema”, conclude la docente presso l’Università di Pavia.
Terra dove fioriscono santi e beati, testimoni di una Chiesa che si apre al mondo
Dopo la canonizzazione di Elena Guerra, proclamata santa il 20 ottobre 2024 da Papa Francesco, l'arcidiocesi di Lucca si fregerà anche di nuovi beati. A margine abbiamo chiesto a monsignor Giulietti di darci qualche anticipazione: “È appena iniziata la causa di beatificazione di padre Luigi Ricci dell’ordine dei servi di Maria, a dieci anni dalla sua morte, nel 2015, ma il percorso sarà naturalmente lungo”. “Siamo in attesa della beatificazione del cappuccino versiliese padre Damiano da Bozzano, vissuto nel secolo scorso, che in Brasile ha fatto grandi cose, di cui c'è la causa ormai da tempo, e se ne parla come imminente. Anche in questo caso un missionario lucchese che parte questa volta non per il Giappone ma per il Brasile, testimonia la vitalità di una Chiesa sempre aperta al mondo. Lucca è una città di grande immigrazione, ma anche di emigrazione religiosa, cioè di tanti missionari che hanno predicato il Vangelo in Asia, in America Latina, in Africa e che ancora lo fanno”, conclude l’arcivescovo.
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