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2025.01.15 foto croce speranza carcere cagliari

Nigeria, sacerdoti rapiti e assassinati: un rapporto svela dieci anni di violenze

Uno studio curato dalla Caritas nigeriana in collaborazione con il Segretariato cattolico dei vescovi del Paese rivela oltre 200 sequestri e 15 uccisioni avvenuti dal 2015 a oggi. Padre Michael Banjo: richiesta di riscatti e terrorismo sono le cause principali di un fenomeno sempre più in crescita

Federico Piana - Città del Vaticano

Padre Chidi Obilor, della diocesi di Aba, rapito e poi rilasciato; padre Pius Ogunyebi, della diocesi di Ilorin, riuscito a fuggire miracolosamente dai suoi sequestratori; fratel Andrew Peter, studente del seminario della diocesi di Auchi, trucidato barbaramente. A scorrere l’elenco dei sacerdoti e dei seminaristi rapiti e assassinati dal 2015 ad oggi in Nigeria viene un tuffo al cuore perché quei nomi non rappresentano solo una cruda statistica ma sono storie che parlano di una tendenza criminale che sembra non avere fine.

Incompleto ma essenziale

In soli dieci anni, quelli presi in considerazione da uno studio realizzato dalla Caritas nigeriana in collaborazione con il Segretariato cattolico della Conferenza episcopale locale, i rapimenti sono stati 201 mentre le uccisioni 15. Dati utili per comprendere le dinamiche di un fenomeno che sta insanguinando la nazione dell’Africa occidentale e tuttavia ancora estremamente parziali, poiché il report ha preso in considerazione 40 diocesi su 60 senza includere le congregazioni religiose maschili e femminili. I limiti, secondo gli autori dello studio, sarebbero da ricercare nella scarsità dei finanziamenti e nella ridotta possibilità di dialogare con le cancellerie diocesane e i vari istituti religiosi per ottenere informazioni aggiornate e coerenti. Dunque il bilancio dei rapiti e degli uccisi potrebbe essere molto più alto.

Cause diverse

“Certamente, questa è solo un’indicazione sommaria ma molto preoccupante”, confida ai media vaticani padre Michael Banjo, segretario generale del Segretariato cattolico, che mette in evidenza come sia stata “la diocesi di Okigwe a registrare il numero più alto di rapimenti mentre quella di Kaduna si è conquistata il triste primato dei sacerdoti uccisi”. E c’è poi da tenere presente un altro inquietante dato, quello dei rapimenti multipli: sarebbero stati almeno 6 i preti sequestrati più di una volta, presumibilmente dagli stessi gruppi di banditi. Il rapporto non menziona le motivazioni per le quali i sacerdoti e i seminaristi sono intimiditi, rapiti e molto spesso assassinati, ma padre Banjo non ha dubbi: “Principalmente, ci sono due cause: quella economica legata alla richiesta di riscatto e quella direttamente riconducibile a veri e propri atti di terrorismo religioso fondamentalista. E poi nelle grinfie dei criminali finiscono anche persone non cristiane che non di rado purtroppo perdono la vita”.

Ascolta l'intervista a padre Michael Banjo

 

Stile di vita sobrio

I vescovi nigeriani hanno esortato tutti i sacerdoti a mantenere uno stile di vita sobrio per evitare di attirare l’attenzione dei criminali e hanno chiesto con forza alle autorità di creare le condizioni affinché nel Paese possa esserci maggiore sicurezza per tutti, non solo per cristiani. “Due settimane fa - riferisce il segretario generale del Segretariato cattolico - i vescovi, al termine della loro assemblea plenaria hanno parlato dei rapimenti e degli omicidi con il presidente nigeriano: in quell’occasione hanno lanciato un appello presentando non solo i dati del nostro rapporto ma anche raccontando di come tutti i cittadini stiano soffrendo. La stessa Conferenza episcopale ha sollecitato tutti i parroci a implementare la sicurezza delle loro strutture religiose collaborando con gli organi di polizia”.

Povertà e speranza

La Nigeria, Stato federale più popoloso di tutto il continente con oltre 215 milioni di abitanti, continua a fare i conti con povertà e corruzione. “Ma - precisa padre Banjo - c’è la povertà non perché il nostro Paese sia povero ma perché la ricchezza è concentrata nelle mani di poche persone. La Chiesa confida nel fatto che tutti i cittadini possano partecipare attivamente alla vita politica per cercare di portare nella società delle trasformazioni utili al bene comune”. Una speranza alimentata dal Giubileo che in Nigeria si sta vivendo con molta partecipazione: “L’Anno Santo è l’occasione per chiedere alle persone che possono farlo di aiutare chi è in condizioni di disagio, chi non possiede davvero nulla. I vescovi hanno anche domandato alle istituzioni governative di usare clemenza con i detenuti e di commutare la pena capitale. Inoltre, molte diocesi stanno lavorando per migliorare la vita in carcere dei detenuti”

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26 marzo 2025, 11:14
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