In Polonia la Giornata degli eroi che hanno salvato gli ebrei dall’Olocausto
Monika Stojowska - Lublino
In Polonia la data del 24 marzo è simbolica: in questo giorno, nel 1944, i nazisti uccisero Józef Ulma, sua moglie Wiktoria, che era incinta, e i loro sei figli già nati, oltre agli otto ebrei che avevano nascosto: Gołda Grünfeld, Lea Didner con sua figlia, Saul Goldman e i suoi quattro figli. La famiglia Ulma è stata beatificata il 10 settembre 2023 a Markova, la sua città. Dal 2018 si celebra la Giornata Nazionale della Memoria dei Polacchi che hanno salvato gli ebrei durante l'occupazione tedesca.
E il 24 marzo 1941, esattamente 84 anni fa, fu istituito il ghetto di Lublino, segno di odio verso gli ebrei. “La città, che è una comunità di culture e religioni, che integra cittadini di varie origini, è stata divisa. Una cultura, una religione è stata strappata e rinchiusa dietro un recinto”, ha affermato don Mirosław Kalinowski, rettore dell’Università Cattolica di Lublino (KUL), aprendo la conferenza organizzata per l’occasione dal Centro Heschel dell'Ateneo.
Esempi di coraggio e determinazione
La conferenza su questo argomento è stata preceduta da cerimonie ufficiali a Lublino, a cui hanno partecipato rappresentanti delle autorità cittadine e della provincia, nonché della sede di Lublino dell'Istituto di Memoria Nazionale. Le celebrazioni sono iniziate con la Santa Messa nell'Arcicattedrale di Lublino. In seguito ha avuto luogo l'apertura di una mostra dedicata alla famiglia Ulma. Sono stati deposti fiori anche davanti la casa in cui viveva sr. Marta Wołowska, fucilata per aver nascosto ebrei nelle vicinanze di Słonim.
Riferendosi alla Giornata Nazionale della Memoria dei Polacchi che hanno salvato gli Ebrei durante l'occupazione tedesca, il rettore Kalinowski ha sottolineato che “è un segnale speciale alla vigilia della Giornata della Santità della Vita. Ricordiamo coloro che a loro rischio hanno aiutato gli ebrei perseguitati. Mostrarono grande coraggio e determinazione perchè sapevano che sia loro sia i loro cari erano in pericolo di morte. L'esempio dei Giusti, eroi nascosti, si irradia e ci incoraggia a non aver paura di salvare chiunque chieda aiuto nella vita di tutti i giorni”.
Tulli: la testimonianza degli Ulma ha scosso l’Italia
La storia della famiglia Ulma, così diffusa in Polonia, non era nota all'estero, prima della beatificazione. Lo ha ricordato nel corso della conferenza Manuela Tulli, vaticanista dell’Ansa, autrice del libro “Uccisero anche i bambini. Gli Ulma, la famiglia martire che aiutò gli ebrei”, scritto a quattro mani con don Paweł Rytel-Andrianik, storico e responsabile della sezione polacca di Vatican News – Radio Vaticana, di “Uccisero anche i Bambini. Gli Ulma, la famiglia martire che aiutò gli ebrei” delle Edizioni Ares, sostenuto anche dalla KUL. “All'estero si parla molto poco dei polacchi che hanno salvato gli ebrei. Io e don Paweł abbiamo portato questa storia in Italia. Ora è incredibilmente famosa. Abbiamo scosso tutto il Paese”, ha commentato la giornalista.
Più di duemila suore eroiche
Successivamente è intervenuta Monika Kupczewska, presidente della Commissione Storica presso la Conferenza delle Superiori Maggiori delle Congregazioni Religiose Femminili in Polonia, del Centro di Ricerca sulla geografia storica della Chiesa della KUL. “Finora sono stati pubblicati diversi studi sulle attività belliche delle suore e sulla loro assistenza ai bambini ebrei e alla popolazione ebraica” ha spiegato. Tuttavia, ha aggiunto, suore “come suor Marta Wołowska rimangono poco conosciute. La ricerca condotta da un gruppo di suore, come la commissione storica, mira a presentare ciascuna delle suore per nome. Oggi sappiamo che 2.345 suore erano coinvolte nell'aiuto alla popolazione ebraica. I ricercatori di Lublino stanno ancora documentando la loro vita e le loro attività”. Kupczewska ha chiarito poi che tra loro ci sono suore di molte congregazioni che operano in Polonia, claustrali o attive. Salvare la popolazione ebraica era molto più facile in altri paesi europei. In Polonia, aiutare gli ebrei era punibile con la morte.
Le voci di sacerdoti e suore che hanno salvato gli ebrei
L'Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino attraverso le attività del Centro per le Relazioni Cattolico-Ebraiche Abraham J. Heschel mantiene la memoria della popolazione di origine ebraica non solo in Polonia, ma anche nel mondo. Un esempio è il libro sulla famiglia Ulma, ma anche una monografia in due volumi in lingua inglese dell’avvocato e documentarista Ryszard Tyndorf, dal titolo “Wartime Rescue of Jews by the Polish Catholic Clergy”. Il libro ha oltre 1.200 pagine e contiene soprattutto testimonianze di suore e sacerdoti che hanno salvato cittadini ebrei in Polonia durante l'Olocausto.
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