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Sindone, una mostra e altri eventi alla Pontificia Università Salesiana

Fino al 23 marzo una riproduzione a grandezza naturale del Sacro Telo sarà esposta nell'Ateneo pontificio, grazie alla collaborazione di lunga data con il Centro Internazionale di Studi sulla Sindone. Per oggi in programma due appuntamenti: un incontro della comunità accademica sul tema “La Speranza non delude” e, nel pomeriggio, la tavola rotonda "Vide e credette" tra professori del CISS e dell’Università per confrontarsi con il tema dell'Anno giubilare

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Fino al 23 marzo una copia della Sacra Sindone sarà esposta a Roma presso l'Università Pontificia Salesiana (Aula A01 - Piazza dell’Ateneo Salesiano 1). Si tratta di una riproduzione a grandezza naturale del Telo, messa a disposizione dal Centro Internazionale di Studi sulla Sindone. L'esposizione fa parte di una serie di eventi per il mese di marzo, in occasione dell'Anno Giubilare in corso. Due quelli in programma oggi, due momenti di grande interesse per affrontare in profondità temi complessi ed essenziali legati al significato e rapporto con la Sindone, a fronte spesso di semplificazioni e forzature.

Iniziative tra Roma e Torino

Alle ore 11.30 si svolge un incontro della Comunità Accademica sul tema “La Speranza non delude”,  ovvero le voci degli studenti delle Facoltà in interazione con l’assemblea con la partecipazione di suor Carmela Busia Delegata di Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi di Torino e don Giorgio Garrone, rettore del seminario arcivescovile di Torino, moderato dagli studenti Matilde Gizzi e Luca Valli. Alle 15, si svolge invece la tavola rotonda “Vide e credette (GV 20,8). Percorsi di speranza a confronto con l'Uomo della Sindone” promossa dalla Facoltà teologica dell’Università. Si confronteranno professori del CISS e dell’Università, in una feconda riflessione che prende le mosse dall’affermazione giovannea e dalla realtà della Sindone attraverso le singole specializzazioni dei relatori, per confrontarsi con il tema del Giubileo.

Un altro appuntamento si terrà a Torino il 5 aprile con le lezioni conclusive del Corso “Intorno alla Sindone. Percorsi di fede, storia, scienza e pastorale", un corso monografico in sei lezioni proposto dall’Università Pontificia Salesiana (UPS) – Sezione di Torino in collaborazione ancora con il Centro Internazionale di Studi sulla Sindone (CISS), il Museo della Sindone di Torino e l’Associazione Cultores Sindonis, che ha visto la partecipazione di 250 studenti che hanno seguito assiduamente le lezioni.

Collaborazione  

La collaborazione tra CISS e l’Università Salesiana nasce da una lunga tradizione: "Il rapporto dei salesiani di don Bosco con la Sindone è sempre stato infatti robusto, sin dai primordi", spiega Federico Valle, studio del Centro. "Lo dimostra il fatto che don Bosco stesso ebbe un intenso rapporto catechetico e spirituale con la Sindone. La prima agiografia salesiana ricorda la partecipazione del santo con i suoi giovani alle ostensioni del 1842 e del 1868. Sicuramente il santo aveva inoltre ben presente il forte rapporto che legò san Francesco di Sales alla Sindone, e ne mutuò la pietà e l’esempio. Proprio per questo la Sindone è sempre stata nel cuore del carisma salesiano: sono stati numerosi i Salesiani che hanno portato la sua immagine in ogni parte del mondo, valorizzandola nell’evangelizzazione dei giovani e, al tempo stesso, avviando percorsi di studio del prezioso reperto".

Il rapporto tra Sindone e mistero della Resurrezione

La questione del rapporto dell’immagine sulla Sindone e il mistero della Resurrezione è un terreno complesso e delicato, cui hanno accennato con equilibrio e profondità san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, già presente tuttavia nell’antica trattatistica sindonica. Come afferma Gian Maria Zaccone “La Sindone si presenta come un lenzuolo che racchiude l’immagine dolorosa del cadavere di un uomo crocefisso con caratteristiche perfettamente compatibili con la narrazione evangelica della passione e morte di Gesù. Il ruolo di questa immagine assume un significato particolare attraverso lo studio di come essa abbia interagito con i fedeli e di quale sia stato il messaggio trasmesso nelle varie epoche storiche. Non si tratta solamente del profondo coinvolgimento in una meditazione compassionevole del sacrificio redentivo di Cristo ma, anche e soprattutto, uno spunto per la riflessione sui temi fondanti la fede, a partire dal mistero della Resurrezione. Il rapporto con la Sindone, osservata con gli occhi del corpo e dell’anima ma liberati dall’assillo legato alla sua origine – senz’altro legittimo ma in questo senso non fondamentale – consente una riflessione che va ben oltre quella che appare la più ovvia lettura, per condurci al cuore dei misteri della nostra fede, allo scambio di amore (charitas) e ad alla speranza sostenuta dalla vittoria di Cristo sulla morte”.

Alberto Nigra, in un intervento che rappresenta una novità nell’approfondimento del ruolo dei teli funerari visti da Giovanni, con la prospettiva di fornire alcuni criteri utili per una lettura teologica contemporanea della Sindone “Dobbiamo rilevare uno scarso interesse per il tema fino all’inizio del IV secolo e una diffusa negazione di un significato teologico dei teli in relazione alla Risurrezione in ambito occidentale a partire da Agostino. Ho proceduto all’analisi di numerose testimonianze patristiche, perlopiù orientali, da Eusebio di Cesarea a Severo di Antiochia, passando per Giovanni Crisostomo, Teodoro di Mopsuestia e Cirillo di Alessandria per poi considerare il progressivo approfondimento del ruolo teologico dei teli funerari di Gesù nella tradizione bizantina e in tracce ravvisabili negli autori occidentali. Concludo infine con la proposta di una criteriologia per intendere la Sindone non solo come “immagine immediata” della Passione, ma anche come “segno mediato” della Risurrezione”.

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19 marzo 2025, 11:30
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