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Un'immagine del Duomo di Orvieto Un'immagine del Duomo di Orvieto 

A Orvieto proseguono le esposizioni straordinarie del Sacro Corporale

Nel Duomo della cittadina umbra, che tra due anni ospiterà il 28mo Congresso eucaristico nazionale della Chiesa italiana, come annunciato dal cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi, ogni venerdì di Quaresima i fedeli potranno venerare la sacra reliquia

Francesco Marruncheddu - Città del Vaticano

Nel bellissimo Duomo di Orvieto prosegue, ogni venerdì dal 7 marzo e per tutta la Quaresima, l’esposizione straordinaria del Sacro Corporale, con la quale la cittadina impreziosisce il Giubileo della speranza. La città della rupe nei giorni scorsi ha anche ricevuto un dono inaspettato e straordinario: sarà la sede (assieme ad alcune diocesi limitrofe) del 28mo Congresso eucaristico nazionale che la Chiesa italiana celebrerà nel 2027. La notizia, accolta con grande gioia dalla comunità ecclesiale, è stata annunciata ufficialmente da Monsignor Gualtiero Sigismondi, vescovo della diocesi di Orvieto-Todi, dopo l'assegnazione deliberata dal Consiglio episcopale permanente della Cei, con il sostegno del presidente, il cardinale Matteo Zuppi.

La storia e l'anima della città umbra

La notizia è velocemente arrivata nella città umbra che nel suo splendido Duomo, famoso in tutto il mondo, custodisce il miracolo eucaristico di Bolsena che ha dato origine alla solennità del Corpus Domini, già in uso a Liegi ed estesa nel 1264 a tutta la Chiesa da Urbano IV con la bolla Transiturus. Una città dall’anima profondamente eucaristica Orvieto che durante l’Anno santo aveva già previsto eventi importanti tra i quali, appunto, l’ostensione straordinaria, in determinati giorni e periodi, del Corporale del miracolo, custodito nell’omonima cappella all’interno della cattedrale.

Il commento del vescovo

«Anche a nome del popolo di Dio e del presbiterio della diocesi di Orvieto-Todi esprimo la mia profonda gratitudine al presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, e ai membri del Consiglio episcopale permanente per aver maturato e assunto questa decisione che vedrà direttamente coinvolte, in maniera diffusa, anche altre Chiese particolari della Regione ecclesiastica Umbria», ha detto il vescovo Sigismondi, non mancando di sottolineare, con un breve excursus storico, che «le motivazioni che giustificano la celebrazione del prossimo Congresso eucaristico nazionale nella civitas eucharistica supra montem posita sono riconducibili a quelle indicate da san Paolo VI nel “Messaggio di Orvieto” consegnato alla città l’11 agosto 1964 in occasione del pellegrinaggio da lui compiuto nel settimo centenario della bolla Transiturus de hoc mundo.

Le parole di Papa Montini

In quella occasione Papa Montini aveva definito Orvieto come una «città che intreccia le sue secolari vicende con quelle non solo del dominio temporale dei papi ma altresì del loro ministero apostolico», chiarendo come nella cittadina umbra si andasse «non solo per la curiosità dei turisti, o per il godimento degli artisti, ma per la devozione dei credenti» che trovano, «splendida di fede e di bellezza, una superlativa opera dell’arte», la cattedrale, ammirata «per la finezza della sua armonia». Il Duomo di Orvieto — scriveva Paolo VI — «porta l’eco incantevole del racconto del miracolo di Bolsena». Effettivamente sono migliaia ogni giorno i pellegrini e i turisti, molti sulla strada per Roma, a visitare Orvieto e la sua cattedrale, chiesa giubilare, sorta come un grande reliquiario che custodisce il miracolo del Corpus Domini. A loro, quest’anno, è dedicato un dono speciale, l’ostensione del Corporale, fortemente voluta dal Capitolo dei canonici del Duomo e da monsignor Sigismondi. «Ogni venerdì del tempo di Quaresima, alle ore 12, ci sarà l’esposizione straordinaria del Sacro Corporale», spiega don Danilo Innocenti, canonico protodiacono della basilica cattedrale, «un’ostensione che poi si protrarrà quotidianamente tutti i giorni del tempo di Pasqua, dai secondi vespri della Risurrezione a quelli della Pentecoste».

Uno scrigno di storia e arte

Il celebre Duomo umbro si conferma dunque non solo scrigno di storia e arte ma prima di tutto cuore di una diocesi e di una terra che si onora di custodire un miracolo più grande, quello della presenza reale. «Sono tantissimi i fratelli e le sorelle che ogni giorno vengono in Duomo e spesso da visitatori diventano pellegrini. Durante questo Anno santo non poteva mancare un momento importante come l’esposizione straordinaria, curata con momenti liturgici comunitari, come l’Ora sesta, e personali, di adorazione silenziosa», prosegue don Innocenti.In un momento storico come questo, l’arrivo a Orvieto dell’importante assise ecclesiale si arricchisce di una particolare valenza. «San Paolo VI, a conclusione del Messaggio di Orvieto, aveva suggerito “un’intenzione speciale che mai ci deve abbandonare, quella di pregare per la pace del mondo, di cui l’Eucaristia è pegno e conforto”», sottolinea il vescovo: «Porre la pace, bene tanto prezioso quanto fragile, sulla “rupe” dell’adorazione eucaristica è l’impegno con cui Orvieto si dispone, sin d’ora, a preparare e a condividere la gioia grande di celebrare il xxviii Congresso eucaristico nazionale». Evento che risulta quasi come naturale prolungamento del Giubileo per Orvieto e la sua Chiesa: «Ci auguriamo», conclude Sigismondi, «che questi due anni di preparazione all’appuntamento del 2027 segnino un risveglio della fede del nostro popolo e un ritorno, sempre più urgente, alla centralità dell’Eucarestia nella vita della Chiesa e nella dimensione sociale delle nostre città e tradizioni».

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