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Atrio Aula Paolo VI, in Vaticano. Da sinistra: don Gianluca Marchetti, Sottosegretario della CEI, monsignor Valentino Bulgarelli, Segretario del Comitato Nazionale del Cammino sinodale, S.E. Monsignor Erio Castellucci, Presidente del Comitato Nazionale del Cammino sinodale, Vincenzo Corrado, direttore dell'Ufficio Comunicazione CEI Atrio Aula Paolo VI, in Vaticano. Da sinistra: don Gianluca Marchetti, Sottosegretario della CEI, monsignor Valentino Bulgarelli, Segretario del Comitato Nazionale del Cammino sinodale, S.E. Monsignor Erio Castellucci, Presidente del Comitato Nazionale del Cammino sinodale, Vincenzo Corrado, direttore dell'Ufficio Comunicazione CEI

Assemblea sinodale CEI, Castellucci: la Chiesa è vivace, non siamo in alto mare

Al briefing sui lavori, in corso Vaticano, della seconda assise delle Chiese in Italia, è emersa una spiccata dinamicità di confronto che si sta esprimendo anche attraverso alcune critiche alle cinquanta Proposizioni attorno alle quali fino a domani, 2 aprile, proseguirà il lavoro nei gruppi in vista della votazione di giovedì. Tra i temi al vaglio, l'integrazione delle persone che soffrono a causa delle proprie relazioni affettive e la corresponsabilità delle donne nelle diocesi

Antonella Palermo - Città del Vaticano

Un’assemblea vivace, segno che la Chiesa italiana è viva. È l'immagine restituita stamani, 1 aprile, nell'atrio dell'Aula Paolo VI in Vaticano, dai vertici del Comitato Nazionale del Cammino sinodale nel briefing con i giornalisti sulla Seconda Assemblea sinodale delle Chiese in Italia (la seconda dopo quella di novembre scorso nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura). Monsignor Erio Castellucci e monsignor Valentino Bulgarelli - rispettivamente presidente e segretario del Comitato -, e don Gianluca Marchetti, sottosegretario della CEI, hanno illustrato il metodo di lavoro, il clima del confronto tra presuli, delegati diocesani e invitati, le prossime tappe. Su sollecitazione dei cronisti, anche qualche accenno ad alcune delle questioni che hanno ricevuto più critiche. 

Castellucci: non siamo in alto mare

L'assise - composta da 1008 partecipanti di cui 168 vescovi, 7 cardinali, 252 sacerdoti, 530 laici (253 uomini e 277 donne), 31 consacrati, 17 diaconi e 34 religiosi - ha valutato un testo contenente 50 Proposizioni sui tre grandi ambiti relativi alla missione, alla formazione e alla corresponsabilità nella Chiesa, e ha finora prenotato 155 interventi per chiederne la modifica, 51 di questi sono stati pronunciati. Il 3 aprile tutti i partecipanti voteranno, a maggioranza di due terzi, i contenuti delle Proposizioni, dopo intensi lavori di gruppo che si svolgeranno nel pomeriggio di oggi e nella mattinata di domani. Ne uscirà un documento che riporterà ogni Proposizione con i relativi voti ricevuti e con gli emendamenti. Nella prossima Assemblea CEI prevista a maggio sarà presentato il documento finale. I vescovi non nutrono timori: le critiche avanzate finora non sono il segno di una sinodalità azzoppata. "Non ci sentiamo in alto mare - risponde Castellucci ad una domanda dei giornalisti -, il percorso è stato fatto finora in questi quattro anni tra alti e bassi, alle volte sembrava ci fossimo affossati, poi ci siamo ripresi. Credo che ci sentiamo al largo, come dice Gesù dice nel Vangelo. Ci sentiamo di navigare in acque non troppo esplorate. E per questo ci fidiamo del vento dello Spirito".  

Un'assemblea vivace, critica, attiva

"Ho visto un'assemblea molto vivace, molto critica, desiderosa di portare a casa il più possibile i frutti del cammino sinodale", così monsignor Castellucci a margine del briefing in cui si è mostrato soddisfatto accogliendo come dato positivo anche le critiche mosse alle Proposizioni, sintomo di un ampio dibattito molto arricchente. Ha auspicato che nei lavori dei 30 gruppi verranno fuori "buone integrazioni" per creare un testo più corposo da presentare a maggio. Scegliere uno strumento di lavoro basato sulle Proposizioni, per loro natura sintetiche, poggia sull’esigenza che venissero identificate questioni "votabili", cosa che un testo discorsivo non avrebbe consentito lasciando adito a dispersioni. Il presule non ha nascosto la responsabilità di aver mancato, dinanzi all'assemblea, di spiegare meglio questo genere letterario in cui, appunto, si è voluto porre l'attenzione su "alcuni obiettivi operativi". E alla stampa ha precisato: "Ritengo che si debba pensare alla crescita di tutta la Chiesa e non solo a quello che ciascuno pensa di dover portare a casa, altrimenti si richiano degli strappi". 

Scritture plurali, la richiesta di un linguaggio più incisivo

Molto contento si è dichiarato monsignor Bulgarelli, il quale ha ammesso che fin dall’inizio si era consapevoli che il testo avrebbe potuto generare qualche critica. Tuttavia, "è emersa una Chiesa viva capace di ascoltarsi con molta parresia", ha affermato facendo passare il messaggio che tutte le Proposizioni sono state avvertite come delle "finestre socchiuse" sui temi a cui fanno riferimento. Ha rassicurato sul lavoro "dal basso" che è stato condotto: "Non c’è nessun documento pronto nel cassetto, si tratta di scritture plurali". Le Proposizioni, è stato rimarcato, sono frutto delle sintesi operate a partire dalle istanze della base ecclesiale. La decodificazione dei testi ha comportato fatica. Adesso bisogna vedere dove converge l’assemblea. "Questo non è un parlamento - ha chiarito don Marchetto -, bisogna rendersi conto che sta emergendo una evoluzione del pensiero dentro la Chiesa non indifferente. Si sta parlando di una presa in cura della pastorale che è davvero innovativa".

E accennando ad alcune reazioni dell'Assemblea su alcuni nuclei del testo guida, monsignor Castellucci ha riferito che, per esempio, è stato considerato troppo povero il discorso di una Chiesa che accoglie; che si sarebbe preferito il termine 'affiancare', ritenuto meno paternalistico, rispetto ad ‘accompagnare’ (in riferimento alle situazioni affettivamente più complesse o di fronte a varie forme di povertà); che la missione ad gentes è stata debolmente affrontata; che in generale è troppo frequente un 'linguaggio degli auspici' e se ne chiede invece uno più incisivo e decisivo.

Tra i temi più dibattuti, l'integrazione di chi soffre per le relazioni affettive

I contenuti ritenuti prioritari in ordine ad una decisione da parte dei vescovi sono stati brevemente passati in rassegna: dalla prossimità ai soggetti vulnerabili, alla cura dell'affettività, all'accompagnamento dei giovani, agli organismi di partecipazioni, liturgia, omelia, revisione testi liturgici, pietà popolare. All'attenzione anche la sfera della comunicazione, dell'ecumenismo, della dignità del lavoro, del disarmo e del commercio etico. Per quanto riguarda la formazione, molto approfondito, da quasi un terzo delle diocesi, è stato il dibattito sui percorsi su iniziazione cristiana, non solo per i piccoli. Trasversale è stato l'aspetto dell'alleggerimento di certi modelli di curia. Sottoposto a confronto anche il tema della trasparenza economica e della rendicontazione diocesana. È stato inoltre ancora il presidente del Comitato a prendere in mano il documento per leggerne un paio di punti al vaglio dell'assise: l'integrazione delle persone che soffrono a causa delle loro relazioni affettive (sposati civilmente, divorziati...), del loro orientamento sessuale o dell'identità di genere, e la responsabilità ecclesiale delle donne. 

Sulle donne

In particolare, sull'ultimo aspetto, è stato citato il passaggio testuale in cui si raccomanda di proporre alle diocesi la nomina di donne (laiche e religiose) a guida di uffici diocesani e in ruoli di responsabilità pastorali in diocesi, parrocchie, associazioni, di favorire l'apporto di esperti in scienze bibliche e teologiche nell'istituzione di formazione del clero e di laici, di garantire una consistente presenza di donne negli organismi di partecipazione nelle équipe di guide sinodali di comunità, nei tribunali ecclesiastici, di promuovere il loro accesso nei ministeri istituiti, perché come lettrici, accolite e catechiste possano servire le comunità cristiane con competenza, autorevole e stabile. 

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01 aprile 2025, 16:00
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